Gli amministratori di Nizza, Alì Terme e Fiumedinisi hanno dato mandato al primo cittadino Rasconà di recarsi alla Regione per verificare la procedura tecnica da intraprendere
Gli amministratori dell’Unione dei Comuni Valle del Nisi-area delle terme hanno dato mandato al sindaco di Fiumedinisi (ente capofila), Alessandro Rasconà) di recarsi alla Regione per verificare la procedura tecnica da intraprendere per uscire da un’impasse che si protrae da cinque anni. Gli amministratori comunali di Fiumedinisi, Alì Terme e Nizza si sono incontrati nell’aula consiliare di Nizza per sciogliere il rebus delle due Unioni, paralizzate da un ricorso presentato nel 2009 dall’allora minoranza consiliare di Fiumedinisi. L’opposizione fece ricorso al Tar di Catania per contestare il regolamento e l'area strategica esecutiva per la costruzione di opere individuata alla foce del torrente Nisi. Ma non solo. Si puntò l’indice anche sulla scarsa rappresentanza delle minoranze consiliari dei tre Comuni nell'Assemblea dell'Unione.
Il Tribunale amministrativo, nel dicembre 2009, dichiarò illegittimi tutti gli atti deliberativi relativi all'approvazione dello statuto dell'Unione e accolse la richiesta di sospensiva. Nel 2011 nacque un nuovo ente, identico al primo ma senza la tanto discussa Area strategica e con la variazione del numero dei consiglieri di minoranza, che passarono a 3 su 5. Ciò nonostante il ricorso non è stato ritirato. Si era ipotizzato che la minoranza nisana potesse farlo per sbloccare la situazione e far ripartire la macchina amministrativa. Ma coì non è stato. All’ultima riunione, per la cronaca, anche se convocata, la minoranza nisana non si è presentata.
La seconda Unione era stata varato proprio per aggirare questo ostacolo. Ma il tentativo è sinora fallito. Nell’ultima riunione si è concordato all’unanimità di rimettere in moto la seconda Unione. Si confida nella missione palermitana del sindaco Rasconà, al quale è stato affidato il mandato di tirare l’Unione dalle sabbie mobili. “E’ un’occasione che non possiamo più perdere anche perché – sostiene il presidente del Consiglio di Fiumedinisi, Mario Puglisi – a partire dal 2016, entrerà a regime l’obbligo della gestione associata delle funzioni tramite Unioni o convenzioni e dunque dovremo farci trovare pronti all’appuntamento. Serve un ente snello e che possa assumere decisioni in tempi rapidi. Gestire in maniera associata servizi fondamentali, mettendo insieme decine di Comuni, a nostro parere non sarebbe una scelta efficiente, per cui al momento è stata scartata l’ipotesi di aderire ad altre Unioni già esistenti”.
Carmelo Caspanello