L'Unione del Nisi è pronta a ripartire. Aro, depuratore e svincolo al centro dell'attenzione

L’Unione del Nisi è pronta a ripartire. Aro, depuratore e svincolo al centro dell’attenzione

Giusy Briguglio

L’Unione del Nisi è pronta a ripartire. Aro, depuratore e svincolo al centro dell’attenzione

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sabato 18 Gennaio 2014 - 11:51

Dopo quattri anni da quando è stata costituita, finalmente gli amministratori di Nizza, Fiumedinisi e Alì Terme si sono decisi a rimettere in moto l'Unione per svolgere una politica comprensoriale che possa rilanciare gli enti interessati

Si è tenuto mercoledì scorso un incontro tra gli amministratori di Fiumedinisi, Nizza di Sicilia e Alì Terme che ha rivelato l’intenzione dei tre comuni di far ripartire l’Unione del Nisi e rimettere in moto quella politica comprensoriale tanto auspicata nel 2009 che si è risolta però con un buco nell’acqua. Dopo quattro anni si rimettono in moto gli ingranaggi, a fine gennaio dovrebbe essere eletto il segretario, ma c’è ancora attesa per conoscere quale sarà la decisione del quarto comune interessato, Alì, il cui sindaco Pietro Fiumara non sembra però essere favorevole all’entrata nell’Unione, che già ha rappresentato nel 2009 oggetto di discordia in consiglio comunale. Allora il sindaco era Carmelo Satta (oggi all'opposizione), mentre Fiumara era presidente del consiglio. Fu proprio quest’ultimo a votare contro lo statuto della nascente Unione, schierandosi al fianco della minoranza. Decisione, quella, che divenne il primo passo verso la rottura definitiva tra i due che oggi li vede infatti contrapposti sul piano politico. Quello, comunque, fu solo il primo segnale di arresto per l’Unione e il progettò non decollò mai oltre che sulla carta. Il tentativo di ripartire nasce soprattutto dalla necessità di adeguarsi alle nuove norme che riguardano i comuni al di sotto di 5 mila abitanti, con le conseguenti restrizioni. Al centro degli interessi comprensoriali primeggia in questo momento la costituzione dell’Aro. Nizza ha già firmato la convenzione, a fine gennaio toccherà a Fiumedinisi e poi ad Alì Terme, ma sembra che lo start alla nuova gestione rifiuti sia ancora lontano.

Altra questione annosa che interessa i tre comuni è lo stato del depuratore consortile. L’impianto, sito a Nizza, è stato negli ultimi tempi oggetto di dissapori e lamentele da parte della comunità jonica. Giorno 16 si è riunita l’assemblea del Consorzio per la disamina dei problemi economici ed operativi dell’infrastruttura fognaria. Presente il sindaco Giuseppe Di Tommaso per Nizza, per Alì Terme il sindaco Giuseppe Marino e l’Assessore Maria Rita Muzio e per Fiumedinisi il sindaco Alessandro Rasconà e l’Assessore Giovanni Freni: “Sono stati esaminati i rendiconti 2010, 2011 e 2012 e la relativa ripartizione delle spese pro quota per ogni comune, che saranno approvate nella prossima seduta dell’assemblea – si legge nella nota -. E’ stato incaricato il Presidente di conferire apposito incarico alla Hidron per la stesura del progetto e direzione lavori della manutenzione straordinaria e completamento dell’impianto di depurazione consortile. Si è deciso, inoltre, di apportare alcune modifiche allo statuto e di istituire la tesoreria del Consorzio al fine di poter provvedere con tempestività ai pagamenti delle prestazioni da parte delle ditte incaricate. L’assemblea, infine – si legge in conclusione – ha preso atto che già da tempo non ci sono esalazioni maleodoranti nell’impianto di depurazione consortile”.

Altro nodo cruciale che dovrà essere riaffrontato è l’apertura dello svincolo ad Alì Terme. “Questo è uno dei primi argomenti che l'Unione tratterà – ha dichiarato il vice sindaco di Fiumedinisi Giovanni De Luca -. Per la realizzazione del progetto mancano circa 10 milioni, ma ciò che è mancata in questi anni è stata soprattutto la volontà degli amministratori. Sappiamo che l’assessore regionale Nino Bartolotta ha convocato un vertice a Palermo per fine mese, chiederemo anche la presenza del presidente Rosario Crocetta – ha concluso De Luca – per ottenere una risposta definitiva visto che esiste un progetto esecutivo cantierabile fermo da quattro anni per il quale sono stati già spesi dei soldi”.

Giusy Briguglio

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