La giunta delibera la sottoscrizione delle azioni della Stu per 37mila e 800euro. Ma il nodo del finanziamento da 8,5 milioni rimane. Dubbi anche sulla vicenda Bordonaro-Sivirga
Tra le società partecipate del Comune c’è anche la “Stu Tirone”, la società di trasformazione urbana nata con l’obiettivo primario della riqualificazione dell’antico quartiere del centro di Messina, l’unico che ha resistito alla scure del terremoto del 1908. Una riqualificazione che non è ancora partita, ma la società esiste e va mantenuta, e soprattutto ne vanno ripianate le perdite. Per questo oggi la giunta municipale ha deliberato la ricapitalizzazione per 37mila e 800 euro, ovvero le azioni in proporzione della partecipazione detenuta dal Comune. La Stu, infatti, vede Palazzo Zanca socio al trenta per cento, mentre il rimanente settanta se lo spartiscono i privati -Garboli-Conics- Spa, -Studio FC & RR associati-, -Demoter- Srl, -Ingegner Arcovito di Paolo Costruzioni-, -Ciaquattropareti-, -Trio-, -Ingegneria e Finanza- Srl.
Cosa prevede il progetto, “creatura” dell’attuale assessore ai Lavori pubblici Scoglio: la pedonalizzazione di piazza del Popolo, un complesso scolastico di tre edifici con parcheggio seminterrato di sei livelli, recupero dell’antico borgo del Tirone, la costruzione di un grattacielo di dodici piani (più due interrati per il parcheggio) in via Cadorna, un altro ampio edificio di nove piani (dislocati a gradoni), destinato ad uso pubblico, con un grande portico dove prevedere attività ricreative di vario genere come bar, pizzerie e locali, e infine un ulteriore palazzo di otto piani, uso residenziale, in S. Maria del Selciato.
Il grande enigma che ruota attorno alla Stu è il finanziamento da 8,5 milioni di euro (originariamente erano dieci) che il Comune ottenne nel 2004 per il cosiddetto “Contratto di Quartiere 2”, ma che oggi sono in bilico perché in tutti questi anni, complici i due commissariamenti e l’alta instabilità amministrativa di Palazzo Zanca, nessun progetto cantierabile è stato portato avanti e le procedure si sono rivelate troppo lente. La sottoscrizione dell’accordo di programma siglato dal sindaco Giuseppe Buzzanca e il presidente della Regione Raffaele Lombardo sembrava aver sbloccato l’empasse, ma di fatto è ancora tutto fermo, e mentre a Roma dal ministero delle Infrastrutture continuano ad assicurare che i fondi non sono stati revocati, a Palermo c’è chi “rema contro” e quei finanziamenti vorrebbe dirottarli verso altri lidi.
Altra vicenda piena di punti interrogativi è quella che riguarda un complesso di edilizia residenziale pubblica previsto dal progetto. Per realizzarlo è necessaria una cubatura che il Tirone non ha, e che andrebbe “prelevato” dal piano di zona Bordonaro-Sivirga. Operazione che ha ricevuto l’altolà dell’assessore all’Urbanistica Corvaja. In attesa che ogni perplessità venga sciolta, il Comune ricapitalizza. Il resto sarà storia.