Il Civico Consesso ha approvato l’atto di delibera predisposto dall'assessore al patrimonio comunale e decentramento Mondello. Il provvedimento stabilisce che la concessione dei beni sarà finalizzata alla realizzazione di attività sociali al servizio del territorio, per rafforzare e accrescere la cultura della legalità
Il Regolamento sui beni confiscati alla mafia ha messo d’accordo tutti. Nella seduta di ieri sera, il Consiglio comunale ha, infatti, approvato all’unanimità la delibera predisposta dall’assessore al patrimonio comunale e decentramento, Franco Mondello.
Un traguardo storico per la nostra città, che si adegua finalmente alla normativa nazionale sulla confisca dei beni alla criminalità organizzata.
Lo schema di regolamento, composto da 15 articoli, disciplina le modalità, le condizioni ed i criteri in base ai quali saranno devoluti a terzi i beni immobili confiscati alla mafia, ai sensi della legge 109/96, così come modificata dalla legge n. 296 del 27 dicembre 2006, art. 1, commi 201 e 202, e trasferiti al patrimonio del Comune.
Secondo il provvedimento adottato dal Civico Consesso, il Comune può decidere di amministrare direttamente il bene oppure autorizzare l’utilizzo in concessione a titolo gratuito in favore di comunità, enti, associazioni, organizzazioni di volontariato, cooperative sociali, comunità terapeutiche, associazioni ambientalistiche etc.. La concessione del bene sarà finalizzata alla realizzazione di attività sociali al servizio del territorio, per rafforzare e accrescere la cultura della legalità e offrire un’opportunità di sviluppo e di lavoro, con l’obiettivo di creare centri e luoghi di aggregazione per contrastare il disagio sociale, l’emarginazione, l’isolamento e la disoccupazione.
L’elenco completo dei beni confiscati comprende un totale di trenta immobili tra ville, appartamenti, uffici, locali commerciali e persino box auto. Il record delle confische spetta a Santo Sfameni, boss di riferimento della mafia nella fascia tirrenica e a Villafranca Tirrena in particolare, con 7 beni, seguono Letterio Sollima con 6, Lorenzo Ingemi con 5 e “l’uomo d’onore” di Bagheria Michelangelo Alfano, riferimento di Cosa Nostra a Messina, con 4. Andiamo con ordine. I sette beni confiscati a Sfameni riguardano tre appartamenti in contrada Campanella, due al primo e uno al secondo piano, una casa, una cantina, un box e un lastrico solare nel condominio Refolo ad Acqualadroni. A Letterio Sollima sono stati sottratti un’abitazione in via Roosevelt, un appartamento in via Roma e ben due nel complesso “Le Terrazze” di Acqualadroni, più altri due appartamenti in contrada Albachiara a Bordonaro Sivirga. Di “Lorenzino” Ingemi quattro appartamenti nel complesso Fiumarella di Rodia e un locale commerciale sul viale S. Martino n. 437. Al boss Alfano appartenevano un appartamento di via Vallone dei Medici, a Mili Marina, un terreno sempre nella stessa zona, un appartamento adibito a ufficio in via Nicola Fabrizi e uno in via Dogali. Di Francesco Ingemi un appartamento e un posto auto nel complesso “La Collinetta” di villaggio Santo Bordonaro e un appartamento in via Consolare Valeria, al complesso Le Palme. Confiscati al boss di Giostra Luigi Sparacio una villa a Rodia e un appartamento in via Boner. Di Vincenza Settineri, la suocera di Sparacio, due locali indicati come “generici” a Conca d’Oro, nel condominio “La Stella”. Infine un appartamento adibito ad ufficio, nel condominio Concordia di via Placida, apparteneva a Giuseppe Giovanni Micheletti.