Consiglio Provinciale. E' -bipartisan- la protesta contro il Governo Lombardo

Consiglio Provinciale. E’ -bipartisan- la protesta contro il Governo Lombardo

Consiglio Provinciale. E’ -bipartisan- la protesta contro il Governo Lombardo

venerdì 24 Luglio 2009 - 07:47

Seduta straordinaria che ha approvato la proposta di intervento presso l'assessore alla sanità Massimo Russo per il ripristino del servizio notturno 118 ad Ucria ed altri comuni della Provincia. Cerreti (Mpa): «se Lombardo non considererà Messina, lascio il partito e porto i cittadini di Ucria in protesta a Palermo»

Cominciamo dalla notizia. Il consiglio Provinciale ha approvato ieri sera, in seduta straordinaria ed all’unanimità, la proposta di intervento presso l’Assessore alla Sanità della Regione Siciliana, Massimo Russo per la immediata ripresa del servizio notturno delle postazioni del 118 nei comuni di Ucria, Fiumedinisi, S. Domenica Vittoria, Castroreale, Montalbano Elicona, Mistretta e, a Messina, Castanea e Gazzi e l’attivazione di una postazione del 118 nel comune di Gioiosa Marea o, in alternativa, di un P.T.E. di emergenza sino al completamento dei lavori di sgombero e messa in sicurezza della S.S. 113.

L’incontro era stato proposto dal consigliere autonomista Roberto Cerreti in collaborazione con i consiglieri di tutti gli schieramenti e, con la decisione di ieri, si è messo nelle mani del Presidente della Provincia Nanni Ricevuto (ieri assente giustificato per un incontro romano con il ministro Angelino Alfano) la possibilità/dovere di intervenire presso il governo regionale per la riattivazione immediata dei presidi del 118 nei suddetti paesi.

Già, il Governo Regionale. Quel Governo che sarà pure amico, ma nutre una simpatia per la nostra provincia davvero scarsa.

Almeno alla luce delle considerazioni politiche emerse ieri in consiglio, visto che quanto appena detto è il sunto estremo della seduta “al veleno” andata in scena ieri presso la sala consiliare di Palazzo dei Leoni.

Pietra dello scandalo appunto le dieci chiusure dei presidi del 118 solo nella provincia di Messina, che stonano rispetto alle 34 su base regionale decise nell’ambito della riforma sanitaria voluta dall’assessore regionale Massimo Russo, bersaglio annunciato della riunione.

Decisamente tanti i presidi di emergenza chiusi in provincia di Messina, se si considera che le province siciliane sono nove alla luce della conformazione geografica e territoriale del nostro territorio che certo non facilita i soccorsi in caso di emergenza.

E se poi parliamo della postazione 118 di Ucria, la discussione diventa importante ma anche dolorosa alla luce del lutto che la cittadina ha vissuto solo qualche giorno fa per l’incidente automobilistico che ha visto spirare Tindara Faranda e il marito Carmelo Cugno, anche a causa di un tardivo intervento dell’ambulanza sul luogo del sinistro.

A testimoniare l’importanza della seduta straordinaria del consiglio sono state le diverse le autorità intervenute, dal segretario generale della Cgil Lillo Oceano ai deputati regionali Giuseppe Laccoto (neo presidente della commissione sanità all’ARS), Franco Rinaldi, Giuseppe Picciolo, Fortunato Romano ed il sindaco e vice sindaco di Ucria Franca Algeri e Dario Ferro.

Per la giunta provinciale era presente l’assessore con delega ai rapporti con il consiglio Michele Bisignano.

Il consiglio di ieri ha cominciato i lavori con un minuto di silenzio (nella foto) proposto dal consigliere Summa per rispetto alle vittime, silenzio poi rotto dagli interventi contraddistinti da un fervore fuori dal comune, segno che l’argomento era sentito, ieri, tra gli scranni di Palazzo dei Leoni.

E’ stato proprio il presidente della commissione sanità all’Ars Laccoto ad aprire il dibattito, rassicurando sul fatto che questo provvedimento “scellerato” verrà rivisto ed eliminato entro la prossima settimana, stando alle parole dello stesso assessore Russo.

Ma è il consigliere Cerreti, primo firmatario degli Ordini del Giorno a dare il “la” a tutti gli interventi futuri, con un discorso che fa trasparire la sua profonda indignazione per il problema: «in questi giorni si è parlato di diversi magistrati valorosi (Borsellino e Falcone, ndr) – afferma Cerreti – adesso sono in imbarazzo, perché si è costretti a parlare di un magistrato, Massimo Russo, messo in un posto che non gli compete e che ha avuto il compito di decidere le sorti della sanità siciliana». Ed è difficile sentire tali parole da un esponente dell’Mpa.

«Russo – continua Cerreti – non può continuare a fare “spallucce”, vogliamo una risposta su carta e non il classico “vedremo”. l’urgenza, l’elemento di straordinarietà per avere il sostegno».

La stoccata finale di Cerreti non lascia spazio ad interpretazioni: se non arriveranno risposte dal governo regionale, abbandonerà l’Mpa e metterà dei pullman a disposizione per la gente di Ucria affinchè possano andare a protestare a Palazzo dei Normanni contro la politica di Lombardo verso la nostra città.

Pippo Rao (Pd) parla di un Russo che «governa senza consapevolezza di ciò che accade sui territori», invitando i colleghi, soprattutto di maggioranza, ad inchiodare quei loro deputati che hanno sostenuto la riforma sanitaria in sede regionale.

Francesco Andaloro (Prc) chiede le dimissioni di Russo: «con che criteri fa questa riforma», si chiede.

Nino Previti (Mpa) è chiaro: «la mia arrabbiatura (ed abbiamo usato un eufemismo) è fuori da ogni limite, dopo queste vicissitudini ho quasi un odio verso catanesi e palermitani. Se oggi ci hanno tolto il 118 domani cosa ci toglieranno?».

A rassicurare i consiglieri è il deputato regionale Fortunato Romano (intervento che non ha riscontrato i favori dell’omologo Picciolo e dei consiglieri provinciali Grioli, Miano, Galluzzo, Testagrossa, Princiotta e Andaloro): «ho avuto due giorni fa uno scontro verbale animato con Russo e Alagna (direttore dei 118 in Sicilia) e ho avuto la conferma che il caso Messina verrà attenzionato. La riforma sanitaria si è resa tuttavia necessaria per tagliare la spesa sanitaria che era enorme e vergognosa. Ma oltre alla politica ci sarà il buon senso, dobbiamo però partire da un modo di pensare diverso: poi si intergrerà l’elisoccorso, si penserà alle guardie mediche in modo serio, il 118 sarà “medicalizzato”, gli ospedali diventeranno riferimento sul territorio. Un piano di rientro di 1 miliardo e mezzo annuo che a breve/lungo termine darà i suoi frutti».

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