Consiglio Provinciale. Piano Strade: verso il ritiro della delibera e l’ennesima modifica

Consiglio Provinciale. Piano Strade: verso il ritiro della delibera e l’ennesima modifica

Consiglio Provinciale. Piano Strade: verso il ritiro della delibera e l’ennesima modifica

martedì 12 Gennaio 2010 - 16:06

Oggi incontro a Palermo tra il Dirigente regionale Falgares, Ricevuto e il presidente della III commissione Pippo Lombardo per sbloccare la questione posta ieri. Intanto l'autonomista ha chiesto il ritiro della pregiudiziale, ma in aula si è comunque aperto -indirettamente- il dibattito in aula

Dopo la dura pregiudiziale posta ieri da Pippo Lombardo in consiglio provinciale, questa mattina, su precisa volontà del presidente della Provincia Nanni Ricevuto, si è tenuto un incontro a Palermo tra lo stesso Ricevuto, Lombardo, nelle vesti di presidente della III commissione consiliare e il Dirigente del Dipartimento Regionale delle Infrastrutture, della Mobilità e dei Trasporti, Vincenzo Falgares, nell’intento di sbloccare la questione ed eventualmente procedere ad una nuova modifica del Piano Strade (viabilità secondaria) prima dell’approvazione in consiglio. La situazione sembra essere stata risolta, ma non si conoscono ancora i dettagli tecnici della soluzione trovata in merito agli interventi inseriti (il 14) e quelli esclusi (il 40 e il 52), di cui vi abbiamo ampiamente raccontato ieri (vedi articolo correlato in basso).

Intanto oggi, attraverso un fax, lo stesso Lombardo aveva informato l’aula di voler ritirare la pregiudiziale in attesa delle evoluzioni che potevano appunto emergere dall’incontro palermitano. Il consiglio però, riunitosi per continuare i lavori sospesi ieri dopo la caduta del numero legale, ha comunque affrontato l’argomento con una serie di interventi “quasi” propedeutici all’annuncio del ritiro della pregiudiziale, dopo le “dure” parole volate e il caso apertosi.

Per Passaniti del PdL la questione risulta essere prettamente “tecnica”, ma politicamente non bisogna dimenticare l’interesse primario che non è rappresentato da una strada piuttosto che da un’altra ma bensì dall’esigenza che le risorse arrivino all’Ente per potere intervenire sul maggior numero di strade provinciali possibili. Sulle risorse, soprattutto quelle dell’asse Por/Fesr, punta l’indice anche l’autonomista Roberto Gulotta, che ieri aveva appoggiato la pregiudiziale di Lombardo: se perdiamo ancora tempo province più virtuose della nostra, dopo aver usufruito già dei finanziamenti ministeriali, “rischiano” di accaparrarsi anche le risorse che dovrebbero andare a Messina. Tempo ne è passato e probabilmente altro ne passerà. Per quanto riguarda la delibera infatti, come da accordo non prelevata oggi, secondo le previsioni dovrebbe essere completamente ritirata dall’ordine del giorno e modificata per l’ennesima volta prima dell’approvazione.

«Non ho condiviso i metodi di Lombardo – afferma Pino Galluzzo, capogruppo GdL – ma qui una cosa è chiara: qualcuno tra Regione e Provincia affonderà. Se il piano rimarrà così come è adesso avrà avuto ragione il dirigente messinese; se dovesse cambiare il responsabile sarà proprio lui e non va bene». Poi rilancia: «Che non arrivi in aula un piano comprendente l’intervento sulla Fiumedinisi e dal quale venga escluso quello sulla S.Piero Patti (l’intervento 14)». Chiaro che alla base ardente della questione ci siano questioni politiche ma prima ancora territoriali. L’accento su di esse lo pone il “mai domo”, Francesco Andaloro di Rifondazione: «Ci siamo ormai abituati alle scenate del centrodestra, di singoli che urlano per il proprio tornaconto prima di essere convocati da Ricevuto. Il tutto si risolve con qualche “concessione”. E’ impossibile però approvare un piano del genere a scatola chiusa, visto che nonostante le richieste non ci sono mai state consegnate le carte per conoscere le singole condizioni delle strade e capire se l’elenco stilato dagli uffici corrisponde alle reali priorità». Un concetto che per l’opposizione viene ripreso anche da Giuseppe Grioli: «Il consiglio è stato trattato come uno strumento nella mani della Giunta e della dirigenza, non essendo stato messo nelle condizioni di svolgere il proprio ruolo. Ma è anche vero che siamo stati un po’ “leggeri” nel dare l’ok all’ordine di priorità deciso nel 2008, poco dopo l’inizio del mandato».

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