I due capogruppo al Comune e alla Provincia scrivono una dura nota al commissario provinciale Lo Monte, chiedendo un incontro immediato con i vertici messinesi del partito. L’ultimo addio fa seguito a quelli di Panetta, Muscarello, Spicuzza e Minutoli
Può essere definita “l’ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso”. Ieri il consigliere provinciale Antonino Calà, eletto nell’ultima tornata nella lista dell’Mpa nel collegio Mistretta-Sant’Agata di Militello con 1266 voti, ha formalizzato il passaggio al Gruppo Misto, ufficializzando in pratica il suo addio al Movimento per l’Autonomia (si parla di un avvicinamento al PdL, area Beninati).
Un abbandono che suona come l’ennesimo campanello d’allarme sulla sponda autonomista. Tanto da condurre Roberto Cerreti e Sebastiano Tamà, rispettivamente capogruppo alla Provincia ed al Comune di Messina, ad inviare una nota al commissario provinciale Carmelo Lo Monte attraverso la quale si chiede un incontro immediato con i vertici cittadini del partito, con l’obiettivo di avviare una verifica sulle scelte fatte dal Mpa nelle Giunte Provinciali e Comunali, e negli organi di sottogoverno. E secondo i due, proprio queste scelte, non condivise, hanno comportato la perdita di diversi consiglieri. Tre a Palazzo dei Leoni: Marco Panetta, poi sostituito da Rosy Bonomo Danzino in aula ma comunque uscito dal partito; Antonino Muscarello, di area De Luca, transitato all’Udc-D’Alia; e Antonino Calà. Uno a palazzo Zanca, Antonino Spicuzza, passato al Pdl. Uno nel terzo quartiere, Massimiliano Minutoli, approdato nell’Udc-D’Alia.
Un Mpa che in questi mesi ha manifestato chiari segnali di nervosismo. Complici probabilmente gli scenari regionali che hanno portato a numerosi battibecchi con le altre forze della maggioranza e che oggi si riflettono anche all’interno del Movimento stesso. «È indubbia la delicatissima situazione politica che viviamo a Messina – scrivono Cerreti e Tamà -, con un centrodestra che, nei limiti della dialettica politica, cerca, come si evince dalle ultime scelte operate in ambito di strutture collegate dal Sindaco e dal Presidente della Provincia Regionale, di ghettizzare gli Autonomisti nel tentativo di bloccare la crescita delle forze legate al Presidente della Regione, Raffaele Lombardo». E l’andamento sembra continuare ad essere proprio questo, con la “pace mutilata” sancita nella fase post elezioni europee che a distanza di mesi appare più come una tregua finalizzata al proseguimento di una “guerra politica sotterranea” da affrontare a “colpi di poltrone”.
A peggiorare questo clima già rovente, secondo i due consiglieri, si aggiunge la non facile interpretazione di scelte esercitate dai dirigenti messinesi dello stesso Mpa: «Non facendo condividere agli eletti nei vari consessi i nomi degli eventuali soggetti da indicare per le varie giunte ed enti di sottogoverno, ma imponendoli d’autorità, si è scatenata l’ira dei diversi rappresentanti istituzionali eletti a tutti i livelli messinesi, con l’enorme nocumento ad oggi, della mortificazione delle liste elettorali del Mpa, che hanno perso diversi rappresentanti eletti – concludono Tamà e Cerreti -. Evitando di entrare nel campo delle valutazioni dell’operato dei vari componenti nominati e non elettivi, appare indubbio, che è inammissibile consentire che il Movimento continui a perdere pezzi nei vari consigli, perché accusato di mancanza di democrazia all’interno e di atteggiamento schizzofrenico nelle scelte».
EMANUELE RIGANO