Ad una settimana dall’interpellanza parlamentare al ministro dell’Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, sul porticciolo di Grotte, l’onorevole Giampiero D’Alia torna sul documento.
Quando è prevista la risposta del ministro?
Dipende dal calendario dell’Aula, comunque a settembre. So però che il Ministero ha scritto alla Regione ancor prima della mia interpellanza, chiarendo che va applicata la normativa comunitaria, vale a dire che c’è bisogno dell’accertamento sull’impatto ambientale per qualsiasi progetto ricadente nelle Zps. Già questo escluderebbe, secondo me, la possibilità di costruire un’opera come il porticciolo, di cui è stato dimostrato l’impatto negativo, diretto e indiretto, sull’ambiente circostante.
Come giudica l’iniziativa della Giunta, di costituire una commissione di esperti per la valutazione dei progetti che ricadono nelle Zps?
E’ apprezzabile, purché si ricordi che le Zps impediscono la realizzazione di qualsiasi intervento che risulti non conforme alle prescrizioni comunitarie.
Nell’interpellanza lei accenna ad alcune anomalie amministrative intervenute nei rapporti tra il pubblico e il privato. A cosa fa riferimento?
Alla circostanza che in origine esisteva una società promossa dalla Provincia, nata per realizzare un porticciolo a Grotte. Questa società fece un accordo procedimentale con un gruppo privato, che prevede da parte della Provincia la rinuncia all’istanza di richiesta di concessione demaniale in favore del privato. Questo è anomalo, perché il pubblico avrebbe avuto la precedenza sul privato, quindi l’accordo comporta un danno per l’amministrazione pubblica. Ritengo che un simile atto, lesivo della missione della società mista, doveva essere autorizzato dal consiglio. Inoltre la procedura adottata può eludere la normativa in materia di appalti pubblici (secondo l’Autorità di Vigilanza sui Lavori pubblici, infatti, al socio privato di una società mista non possono essere affidati direttamente incarichi per opere che servono alla società stessa: è obbligatorio espletare una gara pubblica). Ora la società è a partecipazione pubblica, per evitare di mettere in gara le opere si costituisce l’accordo procedimentale, così si evita la gara pubblica per l’affidamento delle opere: il socio privato è già predefinito. Infine la previsione del sito di Grotte è datata. Dal 2005 ricade in una Zps, ed è in contrasto con il Piano regolatore del porto, che non fa menzione della struttura di Grotte ma prevede un megaporticciolo nella rada San Francesco, che anch’io condivido. Insomma si persiste in un progetto che non si può realizzare.
Quindi non ci sono solo motivi ecologici contro il porticciolo.
No, anche urbanistici, tecnico-progettuali, sociali. Non vi è un solo elemento che lo giustifichi.
Lei pensa che in questa vicenda si evidenzi un conflitto d’interessi del sindaco Genovese?
Questo è il tipico caso in cui il conflitto di interessi è reale e diretto. Il Comune deve dare il suo parere sulla concessione demaniale, quindi il sindaco, come socio del Gruppo Franza, ha l’obbligo di astensione totale dagli atti. Stesso discorso per il 2009, quando scadrà la concessione per la rada San Francesco e il Comune dovrà dare parere su un eventuale rinnovo. Il sindaco ad oggi non ha espresso pareri su nessuno dei due casi. Ma è certamente in una posizione imbarazzante.