Il vicepresidente vicario del consiglio aderisce al gruppo di cui fanno già parte Pergolizzi e Canfora: «Già quando ho aderito al gruppo misto ho discusso col sindaco delle questioni Scoglio e Ruggeri. Ma lui continua: il presidente della Stu è lo zio del capo di gabinetto». Briguglio: «Il sindaco collabori con il consiglio comunale»
Un addio sofferto, un benvenuto entusiasta. L’adesione di Pippo Trischitta al gruppo che fa riferimento al deputato nazionale del Pdl Carmelo Briguglio racchiude diversi sentimenti. Ma è anche ricco di contenuti politici. Per accogliere Trischitta si è mobilitato, stamani a Palazzo Zanca, tutto lo stato maggiore del gruppo Briguglio, dai consiglieri comunali Pergolizzi e Canfora al deputato regionale Currenti e il commissario dell’Iacp Laface. «Ho sempre sostenuto – esordisce Trischitta – che se fossi rimasto nel Pdl, la collocazione naturale sarebbe stata l’area Briguglio, dato anche che la componente a cui appartenevo prima (Nania-Buzanca-Formica, ndr) si è ormai appiattita sulle posizioni di Crimi e Micciché». Poi spiega le sue ragioni: «L’appartenenza politica non deve superare i principi della correttezza e della lealtà verso gli elettori, così come la libertà di esprimere ciò che si ritiene più opportuno. Tengo a precisare che non ho avuto litigi con la vecchia componente, per me è stata una decisione sofferta nata dalla delusione. Quando ho deciso di aderire al gruppo misto, ho discusso con Buzzanca sulle questioni Ruggeri e Scoglio, questioni che continuano a trovare conferme. Ho saputo, ad esempio, che il nuovo presidente della Stu Tirone, Giuseppe Picarella, è lo zio di Ruggeri». Dunque l’affondo: «Un sindaco a volte dovrebbe rinunciare ad alimentare scontri e pensare ad amministrare la città. Devo dire che in questo Genovese aveva più equilibrio di Buzzanca». E chi avrebbe mai pensato di sentire queste parole uscire dalla bocca di Trischitta?
Trischitta ha sposato in toto la causa Briguglio: «Fin dal primo momento ho sostenuto che quella subita dal gruppo Briguglio, con la totale assenza dalle giunte di Comune e Provincia, fosse una grande ingiustizia, a confronto, ad esempio, di correnti come quella di Garofalo». La goccia che ha fatto traboccare il vaso, se vogliamo, è stata la vicenda dei revisori dei conti: «L’ho detto e lo ribadisco, è stata la maggiore schifezza degli ultimi quindici anni. Sappiamo tutti che il ricorso lo ha presentato il sindaco, e che il parere del collegio è pilotato, con Tigano che per la prima volta ha dato un parere prima della causa, quando in questi anni ha ricevuto incarichi per centinaia di migliaia di euro». Poi ecco la provocazione, quella che lui stesso ha definito «solo una mia fantasia»: «Ho il forte sospetto, anche se sembra assurdo, che quasi quasi ci sia un interesse da parte di questa amministrazione a creare le condizioni per un possibile scioglimento del consiglio comunale, per eliminare personaggi scomodi. Ripeto, è una mia fantasia, ma non mi stupirei di nulla».
Trischitta si lancia persino in un obiettivo, far arrivare entro un anno la corrente Briguglio ad avere sei consiglieri comunali, dunque a raddoppiare la quota attuale. Nello Pergolizzi, il grande regista del “matrimonio” tra Trischitta e Briguglio, frena: «Abbiamo diverse simpatie nel consiglio comunale, non è semplice che altri aderiscano ma è possibile». Poi elogia il neo arrivato: «E’ una persona di qualità, attaccata più agli ideali che ai fatti personali, e che ha raccolto meno di quanto ha prodotto». Di elogi non è avaro nemmeno Briguglio: «Trischitta è un personaggio scomodo e se vogliamo sui generis, espressione di libertà». Il deputato, poi, spiega qual è il fatto politico in atto: «Quando ci sono tre consiglieri più altri soggetti che all’interno del consiglio condividono certe scelte, significa che c’è un polo critico che attrae consenso e fa politica, in una sorta di controbilanciamento rispetto all’esecutivo. Non c’è un’opposizione precostituita ma un’area critica che si è costituita. Da parte di chi, voglio ancora ricordarlo, ha contribuito in maniera determinante alla elezione di Buzzanca».
«Se ci sono delle anomalie, nella giunta quanto nell’ufficio più vicino al sindaco – aggiunge Briguglio – è necessario che il sindaco non si blindi in posizioni di supponenza ma si apra alla collaborazione. Ed è chiaro che se non ci fosse stato questo polo critico all’interno del consiglio comunale, che ha la stessa rappresentatività del sindaco e maggiore rispetto alla giunta, molte cose i cittadini non le avrebbero conosciute».
(nelle foto: Trischitta; Pergolizzi e Briguglio)