Un articolo sul quotidiano “La Tribuna di Treviso” racconta la storia di una famiglia, una sera in pizzeria, padre, madre e quattro figlie. La più grande è una bambina down e con lei gioca quella che il padre chiama “la simpatica ragazza del locale”. Nel gioco un pezzettino di carta raggiunge il tavolo vicino, provocando la reazione di un avventore : «Quando si hanno figli mongoli, è meglio starsene a casa».
Nessuna reazione della famigliola in pizzeria, sia per non arrecare un piccolo trauma alla bambina sia per rispetto della simpatica ragazza del locale. Però la cosa non si voleva cadesse in cavalleria e, per questo, è stata raccontata al locale quotidiano. Perché a volte basta accendere i fari su qualcosa di sbagliato per porvi rimedio : i ladri rubano di notte per non essere riconosciuti e sono amici del buio, non della luce.
A questo punto il vostro reporter, se potesse, vorrebbe tranquillizzare quel padre : se vivesse insieme a noi in questa sorta di “profondo Sud”, dovrebbe preoccuparsi di ben altro, per sua figlia. Ciò è detto senza citazione alcuna di fatti o di persone, non perché manchino episodi vergognosi e grotteschi, ma perché sono da condividere le parole pronunciate da Benedetto XVI il giorno dell’Immacolata a Piazza di Spagna : «Ci siamo abituati alle cose più orribili, siamo intossicati dal meccanismo perverso dei media, che tendono a farci sentire sempre spettatori del male”. Ecco, non sarebbe bello aggiungersi al coro dei media, usi a ricercare audience facendo leva su reconditi bassi istinti della loro utenza.
Volendo fare informazione come il Santo Padre richiede, bisogna fare al contrario : occorre chiedere alla classe dirigente cittadina, politica ed amministrativa, di rendere tutti edotti delle iniziative che hanno sinora assunto per l’accoglienza sociale dei disabili e contro ogni forma di discriminazione e di emarginazione nei loro confronti. I destinatari della domanda ? In primo luogo il Sindaco e l’Assessore con la delega per la disabilità ; e poi l’Assessore ai Lavori Pubblici, cui pertiene rendere accessibili ai disabili tutti i pubblici edifici e tutti gli spazi esterni pubblici ; e poi il Questore, il Comandante Provinciale dell’Arma dei Carabinieri ed il Comandante della Polizia Municipale, ossia coloro che devono garantire l’assenza di autovetture malamente parcheggiate nei percorsi esterni dedicati ai disabili ; e poi il Direttore dell’Ufficio Provinciale del Lavoro, dove sono inutilmente iscritti in speciale graduatoria i disabili in cerca di lavoro ; e qui occorre fermarsi per sobrietà.
Se le Istituzioni sopracitate faranno avere una qualche risposta alla cittadinanza, il vostro reporter provvederà personalmente e di buon grado a farla pervenire al genitore di Treviso, per dimostrargli che, quaggiù, le cose vanno molto meglio e che sua figlia è stata sfortunata a nascere al Nord.