Buzzanca: «No all'Ente fieristico siciliano unico». Ricevuto: «Analizzare nel complesso il modello di sviluppo del territorio messinese come Provincia del Mediterraneo»
Intervento in due battute per il commissario dell’Ente Fiera Fabio D’Amore, che ieri mattina ha partecipato al dibattito in consiglio provinciale. Un passaggio interlocutorio in apertura, poi un commento riepilogativo in conclusione. Il commissario ha fatto presente la necesità di pianificare in tempi brevi una strategia di rilancio della macchina fieristica, partendo da un nuovo sito all’interno del quale si possano immaginare strutture recettive e di assistenza per l’Ente stesso. D’Amore ha reso noto di aver già avuto dei contatti con il presidente dell’Autorità Portuale, per saldare il debito ed ha avuto anche la disponibilità per potere usufruire ancora dei locali della cittadella in attesa dell’individuazione di una nuova collocazione. Il passato? Non ne parla, si accolla le responsabilità dei suoi predecessori e pensa a lavorare. «Sono disponibile a rivederci qui con gli stessi attori tra sei mesi – dichiara il leader di Risorgimento Messinese – per fare un punto su ciò che è stato fatto. Spero in un aiuto della Regione, è inutile nasconderlo, altrimenti non avrei nemmeno accettato l’incarico». D’Amore annuncia che è già stato stilato un business plan, che a breve sarà presentato attraverso una conferenza stampa. «Prevediamo oltre un milione di fatturato – continua – con manifestazioni organizzate con un’impostazione di tipo manageriale che speriamo ci permettano di mantenerci da soli e cominciare a pareggiare il debito con l’Autorità Portuale per l’area demaniale gestita. Sul Ponte sullo Stretto non entro nel merito dell’opera, però visto che c’è tutta questa attenzione sul nostro territorio sfruttiamo questo ritorno di immagine per chiedere qualcosa ai governi regionale e nazionale. Le possiblità ci sono, se lavoriamo in maniera coesa e intelligente possiamo pensare concretamente ad un rilancio. Partendo già da quest’anno, visto che non si farà la fiera di Palermo e quella di Messina sì: ci sono quindici milioni di euro sul piatto, che dobbiamo provare a recuperare».
A tutto campo invece il primo cittadino di Messina Giuseppe Buzzanca, che al pari di quanto faranno successivamente altri consiglieri provinciali, esordisce dichiarando la propria contrarietà all’ “Ente fieristico siciliano unico”. Le motivazioni? Buzzanca spiega: «Non esiste una realtà simile in nessuna parte d’Italia ma probabilmente anche nel mondo. L’ipotesi di unificare le realtà fieristiche dell’Isola ci consegnerebbe a Palermo e noi, come in passato, questo non lo permetteremo. Poi ci sono anche motivazioni economiche. Ad esempio l’Ente Fiera di Messina ha 3 milioni e 800 mila euro di debiti, quella di Palermo 30 milioni. A chi converrebbe?». Poi si passa al futuro: «Noi, Comune, Provincia, Camera di commercio, dobbiamo piaficare, in primis individuare un sito in cui trasferire uffici e attività, investire su di esso milioni e garantire un avvenire fieristico reale alla città. L’Amministrazione da me guidata ha un’idea, pensa all’area ex Sanderson, facilmente raggiungibile perché l’Esa è disponibile a cederla, ma bisognerà capire quale organismo andrà eventualmente ad acquisirla. Io sono per creare un nuova Spa, con capitale pubblico ma aperta anche al mercato. L’importante però è ribadire: Messina vuole il proprio Ente Fiera. Dobbiamo ovviamente guardarci intorno, verso il nostro hinterland e di fronte, nell’ottica della realizzazione della metropoli dello Stretto».
Tocca a Nanni Ricevuto chiudere la seduta. Il presidente della Provincia orienta il suo intervento in due direzioni: cittadella fieristica e futuro dell’Ente. Si parte dell’area che sorge nei pressi del viale della Libertà: «Quanto detto da D’Amore è molto simile a quanto contenuto nell’accordo di programma stipulato lo scorso settembre. E’ giusto che la città si riappropri degli spazi, ma occorre un po’ di tempo per programmare e reperire le risorse. Ci sono già delle operazioni che potrebbero concretizzarsi. Oltre alla possibile apertura all’attraco della navi da crociera, per giugno, tramite Taormina Arte, saranno consegnati nella suggestiva cornice dell’ex Irrera a mare, i nastri d’argento. La 55° edizione della manifestazione verrà inaugurata a Messina».
Per quanto riguarda l’area in cui l’Ente dovrà trasferirsi, parla dell’ipotesi ex Sanderson, ma tira in ballo un’altra opzione: «Perché non a San Filippo del Mela, dove sorge un’area annessa all’Asi. Circa due milioni di metri quadri di terreno».
Poi sull’Ente: «Sono d’accordo sulla nascita di una Spa. Avendo scopo di lucro la nuova società dovrebbe puntare alla competitività e mirare ad ottenere successi. L’Ente deve diventare un soggetto con il compito di promuovere lo sviluppo del territorio provinciale tutto, orientato verso il Mediterraneo e verso i nuovi mercati». Per Ricevuto è comunque importante analizzare il futuro della Fiera nella totalità di un complessivo modello di sviluppo della città.