L’esercito degli avvocati di Palazzo Zanca si allarga: nuova nomina del sindaco

L’esercito degli avvocati di Palazzo Zanca si allarga: nuova nomina del sindaco

L’esercito degli avvocati di Palazzo Zanca si allarga: nuova nomina del sindaco

lunedì 08 Febbraio 2010 - 15:09

Buzzanca sceglie il costituzionalista Paolo Falzea per completare il Collegio di difesa: quindici componenti, che costano al Comune 270 mila euro l’anno

Fino all’estate 2008 il collegio di difesa del Comune di Messina, la squadra di avvocati con il compito di tutelare l’Amministrazione nei vari contenziosi in cui è coinvolta, era composta da 8 membri. Con una determina sindacale il sindaco Giuseppe Buzzanca, poco dopo il suo insediamento, trasformò la squadra in un piccolo esercito, portando da 8 a 15 il numero dei componenti, quasi raddoppiato. Quindi passò alle nomine, avvenute in varie tranche. L’ultima è del 4 febbraio scorso: il nuovo componente del collegio di difesa è un nome eccellente del foro messinese, il prof. Paolo Falzea, romano di nascita, docente di diritto costituzionale a Catanzaro e direttore del dipartimento di Studi giuridici nella facoltà di giurisprudenza del capoluogo Calabrese.

Falzea completa il mosaico che era composto da questi nomi: Francesco Marullo di Condojanni (presidente dell’Ordine degli avvocati), Aldo Tigano, Mariangela Ferrara (cognata di Rocco Crimi), Antonino Gazzara (ex deputato, oggi in quota Mpa), Arturo Merlo (collega di studio di Marcello Scurria), Giulia Carrara, Maurizio Igor Germanà (ex vicecommissario della Fiera), Oreste La Torre, Nino Parisi, Bonaventura Candido, Francesco Velardi, aggregatosi a gennaio 2009, e i tre nomi indicati dall’Udc nel maggio scorso, Assunta Massaro, Antonio Barbera e Paolo Vermiglio.

Udc che, per voce del senatore Gianpiero D’Alia, nell’autunno 2009 aveva fortemente criticato la decisione di Buzzanca di allargare il collegio di difesa. Le motivazioni di quella critica permangono anche oggi ma nessuno alza più la voce: eppure quindici avvocati nel collegio di difesa si traducono, in soldoni, in 22.500 mila euro al mese (1.500 euro ad ogni legale), e ben 270 mila euro all’anno. Speriamo che almeno facciano risparmiare qualcosa al Comune in termini di grane legali. Che non sono certo poche.

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