Per chi cerca di entrare nel mondo del lavoro e della produzione, in una area con una endemica carenza di possibilità come la nostra, appare naturalmente importante il ruolo della formazione professionale, e ciò secondo la logica : «avremo pur problemi a trovare un lavoro, ma non deve mancare per noi, né nel cercarlo né nell’essere pronti ed attrezzati se si presenta una occasione».
E’ con questa positiva predisposizione che, solitamente, si presenta chi chiede di frequentare un corso di formazione regionale ; resta, però, da scoprire se e quanto sarà utile questo raccordo fra il mondo dell’istruzione ed il mondo del lavoro, nel difficile tentativo.
Intanto la formazione professionale è uno degli argomenti che in primavera, in sede di approvazione del bilancio di previsione per l’anno in corso, hanno fatto venire il mal di testa al Governatore Lombardo : i soldi disponibili non erano tanti, bisognava stringere da tutte le parti ed il settore non si presentava con risultati positivi per gli anni trascorsi. In particolare, a questo proposito, si sono dovute registrare manifestazioni di pensiero del tutto negative del Governatore, il quale ha espresso forti dubbi sulla fatto che le attività di formazione professionale possano aver aiutato in maniera determinante qualcuno a trovare lavoro. A fronte di questo, una totale assenza di rispetto di norme di pubblica evidenza da parte degli Enti di formazione nell’utilizzo delle dotazioni ricevute (e, in effetti, essi sono Enti solitamente di diritto privato, emanazioni di sindacati, di associazioni e quant’altro).
Da qui l’esigenza di una radicale riforma del settore e, nelle more, bocce ferme : è stato respinto il piano dell’Assessore pro tempore Carmelo Incardona, che prevedevano un incremento della dotazione economica annuale, e si sono riconfermate le previsioni di bilancio ed il piano dei corsi dell’anno precedente. I risultati sono stati la perdita della delega per Incardona ed un certo ritardo nell’inizio delle annuali attività degli Enti di formazione.
Oggi la prima notizia è che, nella riforma dell’Istituzione Regione che entrerà in vigore del 1 gennaio, le competenze sulla formazione convergeranno in un unico assessorato con quelle sull’istruzione, mentre attualmente la formazione è unita a lavoro, previdenza sociale ed emigrazione. E questo lascia presagire che potrebbe essere la volta buona per dare l’avvio alla profonda riforma del settore sopramenzionata.
Ciò a maggior ragione anche a causa della seconda notizia : la formazione continua a divorare risorse pubbliche. Infatti il neo-Assessore Luigi Gentile ha confermato la necessità di reperire ulteriori mezzi in aggiunta ai 194 milioni di Euro riportati nel bilancio della regione, e precisamente circa 20 milioni per coprire esigenze dell’anno scorso e circa 50 milioni per coprire esigenze di quest’anno, sino a raggiungere un totale di 245 milioni di spesa annua.
In tempi di incombente federalismo fiscale, l’augurio è che si introduca anche in questo settore amministrativo il principio della responsabilità nella trasparenza, ossia che l’Assessorato di nuova formazione sia disponibile a comunicare alla pubblica opinione i risultati concreti annualmente ottenuti utilizzando la dotazione ricevuta ed anche i criteri, con cui la suddetta dotazione viene utilizzata. Trattandosi di pubblico denaro, non è certo accettabile che esso venga impiegato per favorire clientele di parte.