Il sindaco dichiarato decaduto dal Cga: «Una sentenza abnorme»
Fermento, applausi e una conferma importante: «C’è la mia disponibilità ad una ricandidatura». Così, in un’affollatissima sala Giunta a Palazzo Zanca, l’ormai ex sindaco di Messina Francantonio Genovese risponde al quesito che più di ogni altro la gente si è posto dal pomeriggio di ieri, quando il Cga di Palermo ha annullato le amministrative che nel 2005 dichiarando decaduto il primo cittadino.
La giunta al gran completo, diversi consiglieri comunali, autorità e amici hanno accolto con un caloroso applauso Genovese prima della conferenza stampa di “commiato-.
«E’ un momento non bello per tutta la comunità messinese – ha affermato il sindaco, che ha però subito chiarito di non voler fare bilanci. «Questo è il momento di prendere atto di una sentenza, che dal punto di vista sostanziale considero abnorme rispetto al fatto in sé. Ma è una decisione che rispetto, e che considero definitiva».
«Questi sono eventi – prosegue – che non fanno altro che aumentare il senso di sfiducia nei confronti delle istituzioni e della politica, dunque dobbiamo assolutamente colmare queste lacune». C’è la sensazione di aver lasciato un lavoro a metà. «L’attività stava procedendo con la seconda fase del nostro lavoro, considerando anche le condizioni di enorme difficoltà finanziaria che abbiamo trovato, e che abbiamo già sottolineato più volte. Un lavoro però che non andrà perduto, perché grazie all’aiuto di tutti, anche e soprattutto delle forze sociali, siamo andati avanti».
Genovese ha poi fatto una serie di ringraziamenti, dalla giunta ai collaboratori più stretti, dai dirigenti a tutto l’apparato comunale, dalla stampa («a Messina c’è un clima invidiabile da questo punto di vista, e anche quando ci sono stati attacchi sono serviti da stimolo») all’intero consiglio comunale, «anche all’opposizione, perché democrazia significa avere un rapporto costante all’interno delle istituzioni». E poi un chiarimento: «Il mio impegno con il Partito Democratico non toglierà nulla alla mia presenza costante in città e al mio impegno politico che è assolutamente prioritario per Messina». Un nuovo, più lungo applauso ha fatto da appendice a questo discorso. Dopo di che, stuzzicato dai giornalisti, Genovese ha sciolto il dubbio più importante, o meglio ha dato indicazioni significative: si ricandiderà? «Non è una decisione che spetta a me – ha risposto – perché qualunque decisione dovrà essere condivisa dalla coalizione e dal Partito Democratico. Da parte mia, comunque, c’è un’assoluta disponibilità». Difficile pensare che le indicazioni partitiche saranno diverse.
A chi ha detto, commentando a caldo la sentenza, che è meglio un buon commissario che un cattivo sindaco, Genovese ribatte: «Una considerazione del genere non merita risposta. Ciò che conta è il consenso popolare». Il sindaco si toglie anche qualche sassolino dalla scarpa, sottolineando come non è bello «vedere l’immagine della città scalfita da chi la dipinge come corrotta, mafiosa e dove ogni cosa sprofonda», e liquida con una battuta le domande sul prosieguo della campagna elettorale in vista delle primarie: «Il mio impegno sarà uguale, chiaramente avrò più tempo…».
Genovese chiude con il rammarico più grande, che riguarda «l’incompiuta degli svincoli, la pagina più dolorosa di questi anni», e la soddisfazione maggiore, «il rapporto aperto con la gente». E un augurio: «Che da maggio si rispettino le regole di una città che vuole crescere e quelle della politica, che dicono che chi viene eletto dalla volontà popolare deve governare».