Infrastrutture, Messina tagliata fuori. Oceano: «Si apra un tavolo di crisi»

Infrastrutture, Messina tagliata fuori. Oceano: «Si apra un tavolo di crisi»

Infrastrutture, Messina tagliata fuori. Oceano: «Si apra un tavolo di crisi»

mercoledì 11 Marzo 2009 - 18:04

Il segretario generale della Cgil lancia un appello alle istituzioni e alle altre sigle sindacali: «Non possiamo essere né complici né silenti rispetto ai carnefici di questa città»

«Mentre Messina frana noi studiamo». Usa l’ironia Lillo Oceano, segretario generale della Cgil, per commentare l’istituzione del Centro Studi dell’Anas immortalato ieri dai flash e dalle telecamere. «Messina ha bisogno di risposte vere, non di spot e iniziative mediatiche. Per questa provincia non c’è nulla a parte il Centro Studi dell’Anas: è come il medico che mentre il paziente muore lui studia sui libri». Le carenze infrastrutturali del territorio messinese e la pochezza dei progetti previsti da qui al futuro sono state al centro di una conferenza stampa tenuta oggi da Oceano e dal segretario della Filt Cgil Pino Foti, ma sarà anche oggetto in un convegno che si terrà venerdì 13 al Salone degli Specchi della Provincia dal titolo eloquente: -Tagliati fuori-.

«Per Messina – afferma Oceano – ci sarebbero solo 1,3 miliardi per il Ponte, e uso il condizionale perchè almeno 600 milioni sono come partecipazione alla Impregilo. Per non parlare dei fondi Fas, 4 miliardi dei quali solo -parte- di 70 milioni toccheranno Messina per i lavori sulle autostrade Messina-Palermo e Messina-Catania. Cioè meno di nulla. Il problema è che non riusciamo ad attrarre risorse, nulla nemmeno per il risanamento, con piani che risalgono a 20 anni fa. Per la sola buca del Boccetta ci vorranno 30mila euro, il territorio è devastato, da dove passeranno i tir per i cantieri del Ponte? Dalla bretella di Pezzolo?».

I numeri sono drammatici: nel 2008 si sono riscontrati il 50 per cento in meno di bandi pubblici rispetto al 2007, e nei primi due mesi dell’anno in corso il 23 per cento in meno rispetto al 2008. Di contro, aumentano del 40 per cento le domande di disoccupazione. Emblematico, secondo Oceano, il caso del raddoppio ferroviario Messina-Catania: «Un’opera, parliamo di 42 chilometri di tracciato, per il quale esiste il progetto esecutivo dal 2007 ed è stato previsto il finanziamento nelle Finanziarie 2007 e 2008, che occuperebbe duemila persone in dieci anni, ma che a causa delle mancata convocazione della conferenza dei servizi da parte dei due presidenti della Regione che si sono succeduti, Rfi ha defalcato il raddoppio dalle opere cantierabili, rinviando tutto al 2011».

E a proposito di ferrovie: «La linea ferrata in Sicilia è a binario unico per il 90 per cento, il 75 per cento non è nemmeno elettrificata, con percentuali di poco inferiori in Calabria. Mi chiedo: cosa deve unire il Ponte?». Oceano lancia un appello: «Non possiamo essere né complici né silenti rispetto ai carnefici del nostro territorio. Mi rivolgo a Cisl e Uil, ma soprattutto al sindaco e al presidente della Provincia: si apra un tavolo di crisi e si affronti collegialmente la questione. Abbiamo ancora qualche ora di tempo, poi non ci sarà più nulla da fare».

(foto Dino Sturiale)

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