Il governatore sottoscrive le dichiarazioni di Ciucci e Berlusconi, rilanciate oggi dal ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli. Ancora critico l'Udc, con Francilia: -Prima messa in sicurezza del territorio-. La Rete No Ponte: -Si compra il biliardo per una casa che non ha il letto-
Dopo le dichiarazioni dell’amministratore delegato della Stretto di Messina spa, Pietro Ciucci e del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, arriva anche, gelida e decisa, la presa di posizione del ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli: -Il 23 dicembre prossimo verranno aperti i primi cantieri per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina-. Intendendo i -lavori propedeutici-, in Calabria e in Sicilia, per la realizzazione dell’opera, mentre il cantiere principale dovrebbe vedere la luce entro la fine del 2010. Sulla stessa linea d’onda il presidente della Regione Sicilia, Raffaele Lombardo: -Sottoscriviamo 63 volte le parole del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi-. Poi aggiunge: -La regione Sicilia partecipera’ con 100 milioni di euro all’aumento di capitale della societa’ Stretto di Messina per la realizzazione dell’opera. Oggi ho incontrato il presidente dell’Anas-.
Rimane invece sulle sue posizioni l’Udc, che ritiene necessario investire le risorse prima per la messa in sicurezza del territorio e poi per altre opere. Dopo il senatore D’Alia, il deputato Naro, e il vicesindaco Messina Ardizzone, questa tesi è stata ribadita in consiglio provinciale dal capogruppo Matteo Francilia: -Sottoporremo all’aula una mozione che impegna il presidente della Provincia Nanni Ricevuto a farsi carico di richiedere al presidente del Consiglio dei Ministri e al presidente della Regione, l’interruzione immediata dell’iter Progetto Ponte di Messina e di destinare le risorse necessarie alla realizzazione dell’opera alla ricostruzione dei centri colpiti dall’alluvione ed alla messa in sicurezza di tutto il territorio provinciale e regionale. Il ponte è sicuramente importante per lo sviluppo della nostra Nazione, ma dal primo ottobre 2009 non è più una priorità per i nostri concittadini siciliani e messinesi,oggi la priorità è la messa in sicurezza della nostra terra, della nostra provincia. Il Presidente della Regione Raffaele Lombardo non può e non deve più dire ‘le risorse sono limitate’. Per la realizzazione di questo grande progetto di messa in sicurezza del territorio occorrono milioni se non miliardi di euro, fondamentali per la realizzazione di tutte quelle opere sul territorio devastato e dissestato, così come si presenta quello della zona jonica e tirrenica messinese, attraverso la creazione di vie di fuga, ulteriori svincoli autostradali, strade intercomunali alternative, attraverso il rimboschimento, la raccolta e canalizzazione delle acque bianche, la pulizia dei torrenti (ormai saturi di terra, il cui alveo nella maggior parte dei casi supera l’altezza dei centri abitati ), e studi geologici in tutti i comuni-.
Ecco perché, per Francilia, è necessaria una scelta importante, coraggiosa ed eclatante che dovrebbero sostenere il nostro Presidente della Provincia Nanni Ricevuto e della Regione Raffaele Lombardo (che come riportato si è però già espresso diversamente): -Si tratta di una scelta importante, coraggiosa ed eclatante per il semplice fatto che andrebbe in controtendenza con il Governo che entrambi sostengono a livello nazionale. Se lo dicessi io solo non sarebbe così eclatante, ma detto da loro diventerebbe un segnale di concreta voglia di cambiamento del sistema ad oggi legato alle logiche partitiche ma che, in un momento così delicato, ha la necessità di legarsi esclusivamente alle esigenze del cittadino messinese ormai privo di speranze e distrutto umanamente e psicologicamente dalla tragedia del primo ottobre, ciò che è accaduto a Giampilieri Superiore e Scaletta Zanclea potrebbe accadere in ciascun comune della riviera jonica e tirrenica messinese, i cittadini sono tutti impauriti ed allarmati, occorre un intervento risolutivo, concreto ed immediato-.
Va oltre la Rete No Ponte: -I cantieri che dicono di voler avviare riguardano le opere collaterali e compensative – si legge in un comunicato -. Per queste il Cipe ha previsto l’utilizzo di 1,3 miliardi di euro che dovranno essere stanziati, a detta del ministro stesso, di finanziaria in finanziaria. Questi sono soldi pubblici e non si capisce per quale motivo non potrebbero essere utilizzati per una grande opera davvero utile per l’area dello Stretto come la messa in sicurezza del territorio e degli abitanti. Se una casa non ha servizi e non ha il tetto, si pensa per prima cosa a comprare un bel biliardo o forse sarebbe meglio pensare ai servizi ed al tetto?-.
-Si tratta solo di una scelta politica – continua Daniele Ialacqua. Il ministro ha anche detto che se le opere propedeutiche al Ponte previste, se fossero state già realizzate, avrebbero mitigato i danni subiti a causa delle recenti frane. Lo ha confermato anche il sottosegretario Urso, che ha addirittura dichiarato che il Ponte sullo Stretto è importante anche per la sicurezza del territorio. E per quale motivo nuove strade, nuovi viadotti, chilometri e chilometri di gallerie in pieno centro cittadino, una nuova stazione ferroviaria in una delle zone più abitate, enormi quantità di materiali di scavo da collocare in discariche dovrebbero ridurre e non aggravare il rischio idrogeologico? Ma sui soldi dei privati il ministro farebbe bene ad essere più chiaro. Dovrebbe dire, piuttosto, che sarebbero le banche a raccogliere il capitale da investire. Ma visto che il Ponte non sarebbe profittevole, perché anche gli scenari più pessimistici proposti dagli advisor sarebbero oggi paradiso (e, infatti, i transiti nello Stretto sono in calo)? Chi pagherebbe il crack finanziario?Sarà lo Stato, cioè i contribuenti, a pagare (come sempre) o saranno i risparmiatori che avranno acquistato titoli collegati al Ponte?-
Critico, ovviamente, anche il Pd. Il segretario nazionale Dario Franceschini: -Anche in questo caso siamo di fronte a degli annunci – ha detto – io trovo che dopo la tragedia di Messina, dopo avere visto lo stato drammatico di sicurezza del territorio in cui stanno molte città italiane e molte città del Sud, sia incomprensibile partire da un’opera faraonica mentre le persone, le città, le imprese, i centri storici, le periferie urbane hanno decine di problemi-. (correlati altri articoli sull’argomento).
Emanuele Rigano