Piano Sicilia 2030: nel Comitato solo 2 donne e 25 uomini. Un solo messinese

Piano Sicilia 2030: nel Comitato solo 2 donne e 25 uomini. Un solo messinese

Piano Sicilia 2030: nel Comitato solo 2 donne e 25 uomini. Un solo messinese

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lunedì 10 Dicembre 2018 - 14:05

La Regione nomina il Comitato che dovrà predisporre il Piano Sicilia 2030 contenente le strategie di sviluppo per i prossimi 20 anni. Tra economisti, professori, avvocati ed esperti il governo ha scelto solo 2 donne e ben 25 uomini. Il gruppo di lavoro ha un solo esponente dell'ateneo di Messina contro gli 11 di Palermo

Si è insediato nei giorni scorsi alla Regione il Comitato scientifico per l’elaborazione del Piano strategico Sicilia 2030. Il gruppo di lavoro, costituito con decreto dell’assessore all’Economia Gaetano Armao, dovrà redigere lo schema di Piano strategico pluriennale di sviluppo della Sicilia. Soddisfatti Musumeci e Armao perché, dichiarano “La politica deve recuperare il ruolo della programmazione e diventare protagonista dei nuovi scenari del prossimo ventennio rispetto alle svolte epocali dell’economia e dello sviluppo”.

Il Comitato sarà coordinato da Giancarlo Migliorisi, capo di gabinetto vicario dell’assessore regionale per l’Economia ed opererà a titolo gratuito. Sulla sua composizione effettiva ci sono alcuni disguidi perché i nomi resi noti tramite il comunicato stampa sono in parte diversi rispetto a quelli che risultano nel decreto di ottobre firmato da Armao che è stato poi integrato il 14 novembre con la nomina della seconda donna (su un totale di 26 uomini) e di un altro esperto in marketing.

Pubblichiamo quindi tutti i nomi contenuti sia nel decreto che nel comunicato, ritenendo che facciano tutti parte del Comitato.

I nomi del comunicato stampa: coordinatore Giancarlo Migliorisi, Carlo Amenta, Giuseppe Barbera, Ignazio Buttitta, Maurizio Carta, Paolo Inglese e Antonio Purpura, docenti dell’Università di Palermo; Maurizio Caserta, Rosario Faraci e Fabrizio Tigano dell’Università di Catania; Pietro Busetta, presidente della Fondazione Curella; Dario Corona, amministratore di società; Giovanbattista Dagnino dell’Università Lumsa di Palermo; Alessandro Morselli dell’Università di Roma Unitelma- Sapienza; Giovanni Tesoriere dell’Università degli studi Kore di Enna; Francesco Salinitro, urbanista; Giuseppe Nobile, dirigente dell’Ufficio statistica dell’assessorato all’Economia.

Stando al comunicato stampa nel Comitato, coordinato da Migliorisi, non risulterebbero né una donna né un rappresentante dell’Ateneo di Messina.

Nel decreto risultano anche altri nomi che aggiungiamo:

Carlo Bavetta, Alessandro Bellavista, Riccardo Ursi e Caterina Ventimiglia (Università di Palermo che così registra ben 10 professori all’interno del Comitato), gli economisti Luca Bianchi e Alessandro La Monica, il giurista Dario Immordino, e il professore dell’Ateneo di Messina Michele Limosani.

L’università di Messina è quindi rappresentata dal solo economista Michele Limosani (il cui nome peraltro era scomparso dal comunicato stampa ufficiale), contro gli 11 professori di Palermo e i 3 dell’ateneo di Catania.

Il 14 novembre l’assessore Armao ha integrato altri due componenti: Carmen Ciciriello, esperta in e-government e Angelo Arrigo, esperto in marketing management.

Senza voler fare campanilismi ci sembra leggermente squilibrata la composizione del Comitato che deve tracciare le linee strategiche per lo sviluppo della Sicilia entro i prossimi 12 anni. Vista l’importanza del Piano Sicilia 2030 a questo punto l’auspicio è che il Comune di Messina avvii una sinergia con il professore Limosani sulle tematiche che riguardano lo sviluppo del territorio.

Il professore Limosani, noto economista è stato scelto per le sue competenze e per la professionalità e approfondita conoscenza del territorio e delle dinamiche dello sviluppo ma il Comitato appare Palermocentrico e Cataniacentrico.

Quel che però indigna maggiormente è il totale sbilanciamento rispetto alla presenza delle donne, che, poiché non è obbligata per legge, ha visto registrarsi in modo totalmente inopportuno, una sola donna (la professoressa Ventimiglia) fino al 14 novembre e poi, con l’ingresso della Ciciriello, due sole donne rispetto a BEN 25 UOMINI.

Non vogliamo credere che nel mondo accademico, economico, imprenditoriale, del marketing e di qualsiasi altra illustre fondazione o istituzione non vi sia una donna in grado di avere uguali se non migliori competenze, professionalità e specializzazioni, rispetto a ben 25 uomini. E’ un’offesa alle siciliane far pensare che non vi sia una donna all’altezza di un tale compito.

Che criteri ha adottato il governo regionale nella scelta? Se ha adottato il criterio del merito ci rifiutiamo di credere che la percentuale tra docenti o economisti uomini sia così sfacciatamente superiore a quella delle economiste o professoresse o esperte.

Là dove la normativa “obbliga” i politici a inserire le donne il governo regionale si limita a eseguire il “compitino”, cioè in modo matematico, poiché costretto, inserisce la percentuale di genere. Là dove non ci sono obblighi normativi ecco che la politica torna ad essere azzurra.

Un siffatto Comitato è però MONCO. Quando Musumeci e Armao parlano di “svolte epocali e di Sicilia protagonista” come mai escludono le donne da questo processo?

C’è infine una postilla.

Il Piano Sicilia 2030 richiama quell’Agenda 2030 approvata nel settembre 2015 dall’Assemblea Generale dell’Onu e che definisce il programma per lo sviluppo sostenibile a livello mondiale individuando obiettivi che i Paesi dovranno provare a raggiungere. L’Agenda 2030 rappresenta un programma per le strategie di sviluppo che in questo momento tutti i Paesi si sono impegnati a realizzare, quindi anche l’Europa (ed i singoli Stati come l’Italia). A cascata anche le Regioni. Tra gli obiettivi individuati da Agenda 2030 al punto 5.5 c’è: raggiungere l’uguaglianza di genere e l’emancipazione delle ragazze e delle donne, garantire piena ed effettiva partecipazione femminile e pari opportunità di leadership ad ogni livello decisionale in ambito politico, economico e della vita pubblica.

Probabilmente nel predisporre il Piano Sicilia 2030 l’ obiettivo 5.5 fissato a livello mondiale dell’Agenda 2030 deve essere sfuggito…….

Un commento

  1. Vi erano allora 27 persone capaci, di cui 25 uomini e 2 donne; cara signorina Brancato, occorreva escludere qualche uomo ritenuto idoneo solo per necessariamente inserire qualche donna, a presindere che ve ne fossero capaci? Queste considerazioni vetero-femministe sono noiose, ripetitive ed antimeritocratiche

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