Messina, la città dei rischi: storia di una centrale del gas, a 200 metri da case e ospedali

Messina, la città dei rischi: storia di una centrale del gas, a 200 metri da case e ospedali

Messina, la città dei rischi: storia di una centrale del gas, a 200 metri da case e ospedali

lunedì 21 Dicembre 2009 - 09:12

Il consigliere dell’Udc Muscolino accende i riflettori sullo stabilimento della Snam a Faro Superiore: «In quell’area si è continuato a costruire a pochi passi da una situazione di alto pericolo, senza che si predisponessero opere compensative e adeguati sistemi di monitoraggio e di allarme»

Esiste una situazione di pericolo, nella nostra città, che ha le sembianze di una centrale di compressione e pompaggio di gas che occupa circa 65 ettari di terreno, distante in linea d’aria circa 200 metri dall’abitato di Faro Superiore e dall’ospedale Papardo. E’ la centrale della Snam Spa, installata nei primi anni ’80, che preoccupa i cittadini del luogo e sulla quale accende i riflettori il consigliere comunale dell’Udc Giorgio Muscolino. «L’area in questione – afferma in un’interrogazione inviata al sindaco – è a grandissimo rischio e i fatti recenti della nostra città ci dovrebbero aver fatto comprendere come importante sia un’attenta prevenzione del territorio». Il consigliere entra nel dettaglio, sottolineando che «in altri impianti similari, per accidentale fuga di gas delle condutture, (si pensi all’impianto di Bruxelles dove il 30 Luglio 2004 vi furono 15 morti 120 feriti gravi) si sono verificati gravi incidenti mortali dovuti all’esplosione del gas fuoriuscito, che ha interessato un’area di 500 m. e che tale esplosione è stata paragonata a “livello 3” delle catastrofi dalla Protezione Civile». La stessa centrale di Faro Superiore ha subito negli anni precedenti una fuga di gas, con conseguente esplosione di emissione di fiamme alte centinaia di metri, che ha determinato il panico in tutta la zona. Nel febbraio 2006, ricorda Muscolino, la VI circoscrizione inviava una nota alla Protezione civile, con la quale «si segnalava la situazione di pericolo e vulnerabilità del territorio di Faro Superiore. I funzionari della stessa Protezione civile effettuavano degli accertamenti evidenziando il fragile equilibrio idrogeologico dell’area, la carente regimentazione dei corsi d’acqua, l’assenza di un’adeguata via di fuga, l’elevata densità abitativa e, non da ultima, la presenza della stazione di pompaggio del metanodotto». La Protezione civile, dunque, invitava il Comune a programmare gli interventi necessari.

«A tutt’oggi – segnala però Muscolino – non è presente un valido sistema di allarme visivo (in caso di incidente notturno) mentre risulta carente quello sonoro al fine di avvertire gli abitanti del luogo in caso di grave fuga di gas o di incidente grave e nonostante le segnalazioni fatte, non sono state previste ad oggi spazi o aree sicure da adibire a raccolta della popolazione, e utilizzabili dalla protezione civile, in caso di incidente grave al fine di tutelare la gente ed organizzare eventuali procedure di evacuazione dalla zona degli abitanti». E ancora: «Non esistono o sono insufficienti le centraline di monitoraggio dell’area circostante alla Snam funzionanti 24/h su 24/h e spesso nella’area si diffondono cattivi odori derivanti dal gas trattato». A ciò si aggiunge che «tutti i giorni, in particolare nelle ore notturne si odono fastidiosi rumori dovuti al pompaggio delle turbine generando un forte inquinamento acustico».

Il contesto, poi, non aiuta affatto. Muscolino sottolinea pure che «negli ultimi venti anni l’edilizia e la violenza del cemento sono cresciute in modo esponenziale nell’area di Faro Superiore, nonostante la già realizzata centrale di pompaggio e nonostante la revisione dello strumento urbanistico che non ha tenuto in debita considerazione la criticità del luogo e la presenza della stessa centrale. Altri insediamenti si stanno sviluppando nell’area e altri attendono il via libera, oltre ad un Piano Particolareggiato di vaste dimensioni (1200 alloggi) che dovrà essere realizzato». Ovviamente da tempo alcune associazioni di cittadini del luogo chiedono la messa in sicurezza degli impianti, dei sistemi di allarme e di adeguati programmi di informazione e di evacuazione, ma risposte non ne arrivano.

L’esponente dell’Udc porta un esempio che sarebbe da seguire: «In altre zone d’Italia, dove medesimi interventi sono stati effettuati o sono in fase di realizzazione, si pensi a Poggio Renatico in provincia di Ferrara, sono state stipulate delle convenzioni tra i comuni del luogo e la Snam di notevole importanza, che garantiranno la realizzazione di parchi, la sostituzione degli impianti termici pubblici con sistemi di basso impatto ambientale e la sostituzione di impianti privati di produzione calore obsoleti con dispositivi di nuova concezione, mentre il Comune di Messina ha ottenuto come opere compensative solo la realizzazione di una strada, tra le atre cose dovuta in quanto la precedente è stata inglobata all’interno della centrale, e la realizzazione di un campetto di calcio». Non proprio la stessa cosa.

Muscolino a questo punto pone al sindaco e all’Amministrazione una serie di quesiti. Prima di tutto chiede di adoperarsi presso gli organi competenti «per la messa in opera ed il monitoraggio dell’area in questione» e che «venga migliorato il sistema di allarme e vigilanza». Poi: «Le vie di fuga, le aree di raccolta e soccorso sono sufficienti per il territorio in questione?». Ma soprattutto: «Come è stato possibile che in sede di elaborazione dell’ultimo Piano Regolatore Generale, non si sia tenuto conto della già esistente centrale, autorizzando e prevedendo gli insediamenti abitativi realizzati negli ultimi anni?». Secondo Muscolino si dovrebbe avviare «una reciproca collaborazione di informazione e divulgazione (stato dei lavori, monitoraggio dell’area, misure di controllo e di emergenza adottate) tra la Snam e gli abitanti di Faro Superiore», procedendo da una parte «ad una seria rivisitazione delle opere compensative a favore della comunità locale per ripagare il territorio in modo adeguato» e dall’altra, «nell’ottica della tanto auspicata rivisitazione del Piano Regolatore Generale, ad un’attenta verifica degli insediamenti abitativi realizzati e da realizzare nell’area di Faro Superiore, una delle colline più belle della città, consegnate al cemento e occupata da una centrale di pompaggio per il gas». Muscolino chiede infine la programmazione di una seduta di consiglio comunale aperta, «in modo da dibattere con tutti gli organi preposti della problematica in oggetto e dare le risposte che i cittadini ed il territorio aspettano».

S.C.

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