Messina, il Ponte e la sinistra. La risposta di Pippo Rao

Messina, il Ponte e la sinistra. La risposta di Pippo Rao

Messina, il Ponte e la sinistra. La risposta di Pippo Rao

lunedì 02 Marzo 2009 - 14:40

Il segretario provinciale del Pd replica alla lettera di una nostra -lettrice- pubblicata venerdì scorso

Riportiamo integralmente la lettera del segretario provinciale del Partito Democratico, Pippo Rao, in risposta alla lettera di una nostra -lettrice-, la signora Giovanna, pubblicata sul nostro sito venerdì scorso, 27 marzo (in basso correlata).

Cara signora Giovanna,

grazie per la lettera che mi ha inviato.

Intendo risponderle anche se credo poco alla autenticità della nota.

Ovviamente, spero di poter essere smentito, perché mi farebbe un immenso piacere incontrarla.

Cara signora,

coltivo passione politica da oltre venticinque anni. Ho iniziato a 15 anni, crescendo a Giostra, dove mio papà era segretario della sezione della Democrazia Cristiana di Villa Lina, un quartiere molto simile al suo Villaggio Aldisio, e tanto tempo fa forse peggiore, dove tra una giocata a pallone tra i liquami della fogna del torrente (allora ancora non coperto) ed i maiali che passeggiavano, e la frequenza all’oratorio della Parrocchia di S.Matteo, si inframezzava l’inizio di una militanza fatta di incontri con la gente tra i vicoletti delle baracche, il volantinaggio, ed i racconti di vita dei vecchietti che venivano a giocare a carte in sezione. E’ lì che ho iniziato, conoscendo cose belle e cose brutte di quella realtà, persone buone, ma anche quelle che erano meno buone, queste a volte anche infastidite dalla presenza, e dalla attività politica che si faceva, ma sempre rispettose, perché sapevano che eravamo lì per passione, per aiutare ad affrontare i problemi che c’erano, e non per interesse. Le ragioni dell’impegno sono rimaste immutate: la difesa dei diritti delle fasce più deboli, la solidarietà, e la valorizzazione della nostra terra, la ricerca di giustizia ed equità sociale. Queste ragioni hanno motivato il mio cammino – dall’Azione Cattolica e dal movimento giovanile e studentesco della sinistra della Democrazia Cristiana al Partito Democratico, passando per tante battaglie politiche e sociali, fatte anche pagando un caro prezzo – accanto a chi era spinto dagli stessi valori intendendosi giornalmente spendere con e per la nostra gente. In questo senso, più di un qualche prurito, avverto ogni qual volta sul disagio sociale o sul ruolo della sinistra (come da lei rappresentato) ci si esercita demagogicamente o intellettualmente o opportunisticamente, magari disquisendo all’interno di salotti ovattati, accanto a cattedratici od intellettuali radical schick.

Oggi, si vuole sostenere che la costruzione del Ponte può alleviare le difficoltà delle famiglie e delle imprese messinesi. Ne dubito.

Di una cosa ho certezza. La chimera del Ponte ha imprigionato ogni prospettiva identitaria della città. Aspettando il Ponte, una classe dirigente miope non si è interrogata e non si dotata di un modello di sviluppo sostenibile.

Affermare che altre sono le priorità non significa opporre uno sterile e demagogico e ideologico “no”. Piuttosto, si vuole responsabilmente orientare le scelte (da attuare non con promesse ma con strumenti normativi e impegni di spesa) verso la soluzione di annosi problemi di emarginazione logistica, arretratezza tecnologica, degrado urbano e disparità nelle opportunità che ci impediscono di essere competitivi.

Cara signora Giovanna,

chieda e pretenda dal nostro partito di schierarsi con coloro che rivendicano opportunità, giustizia, legalità, cultura, sicurezza, accoglienza;

chieda al nostro partito di battersi per la casa e il lavoro;

chieda al nostro partito di misurasi sulle riforme del sistema formativo, sanitario, pensionistico;

chieda al nostro partito di continuare a credere nell’idea di città e di comunità che Messina aveva sposato nel 2005;

chieda al nostro partito di esprimere le energie migliori per opporsi a questo insulso modo di governare;

chieda al nostro partito di denunciare il non-fatto e il mis-fatto;

chieda al nostro partito di non avvitarsi su beghe interne;

ma non mi chieda di applaudire ai proclami e neppure alle pose della prima pietra.

Non sono segretario della sinistra, altri sicuramente la rappresenterebbero meglio di me, ma di un partito che ha nel suo progetto di vita i migliori ideali della sinistra, quella riformista, ma anche e soprattutto dei valori di quel cattolicesimo democratico che per me sono riferimenti nella vita. Il Ponte non so se sia di destra o di sinistra, penso né l’uno né l’altro, gli argomenti a cui facevo riferimento prima sicuramente sono le cose per cui vorrei battermi, anche con lei e le perone come lei, signora Giovanna. Con umiltà, come mi hanno insegnato. Senza supponenza, ma con tanta passione ed un pò di rabbia in corpo. Interrogandomi ogni giorno in questo difficile cammino. Mi aiuti, signora Giovanna a trovare le risposte, vedrà che saranno probabilmente le stesse sue. Cordialmente.

Pippo Rao

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