Rao: «Non è più tempo di sprechi, basta con incarichi che non siano strettamente indispensabili»
La pacchia è finita. Quello dell’affidamento di incarichi e consulenze ad esterni è stato per anni un filone “d’oro” per gli enti pubblici. Non è un caso che siano ben dodici gli iscritti nel registro degli indagati, con l’ipotesi di reato di abuso d’ufficio, nell’inchiesta aperta dalla Procura proprio sugli incarichi esterni alla Provincia nel periodo compreso tra il 2003 e il 2005, in piena presidenza Leonardi. Inchiesta nella quale sono finiti nomi eccellenti della “intellighenzia” messinese, e che probabilmente è servita da monito per chi oggi si ritrova a gestire la cosa pubblica a Palazzo dei Leoni.
Non stupisce, dunque, che sia stato bipartisan l’appoggio agli emendamenti proposti dal Pd allorquando il consiglio provinciale ha deliberato i criteri generali per l’affidamento di incarichi esterni, ai quali la giunta Ricevuto dovrà attenersi. Gli emendamenti targati Pippo Rao, segretario provinciale del Pd e capogruppo a Palazzo dei Leoni, pongono dei paletti piuttosto restrittivi ai criteri di assegnazione delle consulenze esterne, prevedendo, tra l’altro, l’informazione sia preventiva che successiva al Consiglio sugli affidamenti stessi. Insomma, ogni decisione in tal senso dovrà passare dall’aula.
Il Consiglio, inoltre, su proposta dello stesso Rao e di Matteo Francilia dell’Udc, ha cassato la parte con cui si rimarcava il carattere prettamente fiduciario riservato al presidente della Provincia, fatto che assume una valenza più politica che normativa. «Il Pd – spiega Pippo Rao – ha voluto, con tutto il consiglio provinciale, stabilire il principio che questo non è più tempo di sprechi di risorse oramai indispensabili per le tante emergenze del territorio e delle comunità messinesi. Basta con incarichi che non siano strettamente indispensabili e solo eventualmente di grande documentata professionalità, e comunque solo se all’interno della Provincia queste competenze non ci siano. Non sarà più accettabile che “trombati” alle elezioni o uomini d’apparato siano a busta paga della pubblica amministrazione per motivazioni politiche o clientelari».