Il Pd all’unisono: «Buzzanca, dimettiti da deputato regionale»

Il Pd all’unisono: «Buzzanca, dimettiti da deputato regionale»

Il Pd all’unisono: «Buzzanca, dimettiti da deputato regionale»

lunedì 03 Maggio 2010 - 10:39

Deputati e consiglieri comunali al fianco del leader Genovese e del segretario provinciale Gallo. Partirà una campagna di affissioni e di volantinaggio: «Messina merita un sindaco a tempo pieno»

«Buzzanca dimettiti da deputato regionale. Messina merita un sindaco a tempo pieno». Così recita il volantino caratterizzato dai “colori sociali” del Pd, bianco, verde e rosso, che presto la città vedrà in giro per le strade e affisso sotto forma di manifesto su muri e spazi appositi. E’ la campagna di comunicazione con la quale il Partito Democratico lancia il suo messaggio inequivocabile: il sindaco Giuseppe Buzzanca non può sottrarsi alla pronuncia della Corte Costituzionale che ha sancito l’incompatibilità tra il ruolo di deputato regionale e quello di sindaco di una città con più di 20 mila abitanti. E siccome il Pd per primo intende scongiurare l’ipotesi di un nuovo commissariamento di Palazzo Zanca, si chiede a Buzzanca di lasciare non la fascia tricolore ma la sua poltrona all’Ars. Tutti concetti espressi nel corso di una conferenza stampa svoltasi stamani nell’aula consiliare del Comune con un imponente dispiegamento di forze: il leader Francantonio Genovese, il segretario provinciale Francesco Gallo, i parlamentari regionali Franco Rinaldi, Filippo Panarello e Giuseppe Laccoto, l’ex vicesindaco Antonio Saitta e quasi tutti i consiglieri comunali del Pd.

«Il sindaco – ha introdotto Gallo – rimanga per dimostrare di fare meglio in 5 anni di quanto fatto dall’amministrazione Genovese in 21 mesi. Finora, a nostro parere, non è stato così». Secondo Genovese Buzzanca deve lasciare per almeno tre profili: «Uno morale: il cumulo di cariche così importanti è inaccettabile; politico, tant’è vero che lo statuto del nostro partito prevede l’incompatibilità assoluta, pena l’espulsione; e poi sotto il profilo amministrativo, la pronuncia della Corte è netta è deve essere applicata. La nostra presa di posizione si estenderà anche all’esterno dei confini della città, all’Ars e in Parlamento». Rinaldi sottolinea come l’Ars «imponga impegni costanti, come dimostrato dalla maratona per la finanziaria», mentre Panarello e Laccoto spiegano le loro diverse posizioni rispetto alla famosa “leggina” che rinvia ogni decisione al terzo grado di giudizio: il primo contrario e il secondo favorevole. In particolare Laccoto spiega che la sua decisione di votare favorevole derivò dalla sua posizione di componente della commissione Verifica poteri dell’Ars, che spesso si scontrava con le diverse interpretazioni dei giudici. Panarello, invece, sottolinea un altro aspetto: «La sentenza della Corte ha già indebolito la giunta con le dimissioni di due assessori di spicco, senza contare che mina l’autorevolezza del sindaco. Buzzanca non indebolisca ulteriormente la sua Amministrazione».

Raccoglie il filo del discorso il capogruppo del Pd Tani Isaja: «Il sindaco riferisca in aula sulla vicenda e riduca definitivamente la sua giunta da 15 a 12 componenti». E a proposito di giunta, Genovese dice la sua sui continui attacchi a distanza del senatore Udc Gianpiero D’Alia: «Buzzanca finora ha gestito tutto solo con la cerchia dei suoi più stretti collaboratori. La dignità di ognuno meriterebbe una reazione, e finora l’unico a parlare, essendo dotato di grande personalità politica, è stato D’Alia. Adesso dovrebbe andare oltre. Uscendo dalla giunta? Questo non posso dirlo».

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