Pd, il “carteggio” telematico tra Fragale e Gallo sulla vicenda del doppio incarico: «Messina ha anche bisogno di un’opposizione a tempo pieno»

Pd, il “carteggio” telematico tra Fragale e Gallo sulla vicenda del doppio incarico: «Messina ha anche bisogno di un’opposizione a tempo pieno»

Pd, il “carteggio” telematico tra Fragale e Gallo sulla vicenda del doppio incarico: «Messina ha anche bisogno di un’opposizione a tempo pieno»

mercoledì 05 Maggio 2010 - 08:09

Lo scambio di battute via e-mail diffuso a macchia d’olio sul web. L’ex city manager (oggi presidente dell’Asm di Taormina) punge sull’incoerenza di alcuni deputati, sul supporto dato nel 2009 da Picciolo e Laccoto alla “leggina” pro – Buzzanca e sul doppio incarico dello stesso Laccoto (deputato – assessore di Brolo). E Gallo: «Strumentale chi non perde occasione di “picconare” la ditta»

La posizione del Pd sul doppio incarico di Giuseppe Buzzanca. La coerenza di chi nel 2009 votò e sostenne la leggina praticamente “ad personam” cucita addosso al sindaco di Messina. E di chi, tutt’oggi, mantiene a sua volta il doppio incarico, seppur come amministratore di un Comune di circa 5 mila abitanti (Giuseppe Laccoto a Brolo). Questo è altro è oggetto del “carteggio” telematico tra Emilio Fragale, ex city manager ai tempi della sindacatura Genovese e oggi presidente del consiglio d’amministrazione dell’Asm di Taormina, e Francesco Gallo, neo segretario provinciale del Pd. Un botta e risposta via e-mail che imprudentemente è stato diffuso a macchia d’olio sul web, finendo nelle caselle di posta elettronica di tanti, forse troppi. Ma al di là del più becero “voyerismo”, le comunicazioni tra i due sono interessanti perché sintomatiche di alcuni rapporti interni al partito e di come funzionino determinate cose dentro un Pd ancora alla ricerca di una vera identità.

La prima nota Fragale la invia il 29 aprile 2010 a Gallo: «Il recente intervento della Consulta, pone sul tavolo della discussione alcune questioni che mi permetto di sottoporvi con la stessa “leggerezza” che registro nel sentire, nel consentire, nell’assentire. 1) Il rispetto delle leggi e delle sentenze dovrebbe vincolare tutti. (…). 2) La pronunzia della Corte Costituzionale in materia non è una novità. Piuttosto, l’assemblea regionale già nel 2007 doveva porsi il problema. Posto che non lo ha fatto, il rimedio non era barare né “struzzare” (cioè porre la testa sotto la sabbia come lo struzzo) con la leggina (…). 3) La memoria corta fa brutti scherzi (…). 4) Residua il problema della coerenza interna al Partito. Ri-invitiamo gli organismi competenti a sollecitare tutti coloro che versano in condizioni di conflitto a rimuovere gli impedimenti che ostano al puntuale rispetto delle norme statutarie, attivando in caso contrario le consequenziali procedure sanzionatorie!? Ah. Il nostro statuto non pone neppure il limite dei comuni superiori a ventimila abitanti». Fragale torna alla carica la sera del 1. maggio, quando è nota la decisione di convocare la conferenza stampa che si sarebbe tenuta il lunedì dopo per discutere del caso Buzzanca, in sintonia con la sua nota di qualche giorno prima. L’ex city manager scrive a Gallo di accogliere «con favore» la decisione e comunica al tempo stesso di non poter essere presente in quanto a Taormina nella qualità di presidente dell’Asm. «Spero di onorare (ben operando) – scrive a questo proposito – il mandato conferitomi su indicazione del Pd».

Fragale poi aggiunge: «Non sfuggirà a nessuno che la vicenda presenta aspetti delicati perchè come partito non abbiamo certo brillato per coerenza, serietà, lungimiranza. Pertanto, si corre il rischio di non essere credibili e di essere accusati di -strumentalizzazione-». Il rimedio, secondo l’ex city manager del Comune, è far «emergere alcuni passaggi doverosi»: riconoscere che «diversi dirigenti, l’anno scorso, avevano sollevato il problema allertando tutta la deputazione all’Ars rimasta con poche eccezioni del tutto indifferente», attestare che «nel 2007 come centro-sinistra si peccò almeno in insensibilità giuridica e che nel 2009 come Pd si sbagliò almeno per dabbenaggine politica», impegnarsi a «sollevare il problema nelle sedi istituzionali e di partito», auspicare «ad un lavoro onesto intellettualmente dei nostri parlamentari componenti della commissione regionale verifica poteri», coinvolgere i consiglieri comunali, chiedere «a tutti coloro (in particolare del Pd) che si trovano in situazione di contrasto con la sentenza di rimuovere spontaneamente le condizioni che ostano alla ottemperanza», diffidando in particolare «ai nostri deputati di non violare la norma statutaria sulle incompatibilità tra deputato e amministratore locale».

Fragale non si esime dal fare nomi e cognomi: «La butto lì: se in conferenza stampa l’on. Laccoto annunciasse l’intenzione di dimettersi da assessore del comune di Brolo, che per dimensione demografica dovrebbe essere appena superiore ai cinquemila abitanti (e quindi non appare obbligato), faremmo una discreta figura e rassicureremmo l’opinione pubbliche dal retro-pensiero di pratiche collaborazioniste a difesa di logiche di casta che non attribuiscono l’autorevolezza necessaria a costruire alternative di governo nella visione, nel metodo, nello stile. Ma probabilmente, l’on. Laccoto, a cui non sfugge la lettura del momento, ti ha già offerto questa disponibilità». La domenica, il 2 maggio, arriva la risposta di Gallo: «L’iniziativa che presentiamo domani – scrive – nasce da un’intesa con la deputazione nazionale e regionale a prescindere, senza offesa, dalla tua nota sull’argomento; oggetto dell’iniziativa è la posizione di Buzzanca e non quella di Laccoto o di altri: la sentenza della Corte Costituzionale è chiara al riguardo come lo è, fino ad un certo punto, la tua nota; oggetto dell’iniziativa è la città di Messina, i suoi problemi, la necessità di avere un sindaco a tempo pieno; oggetto dell’iniziativa è il rispetto della legge e delle sentenze della Consulta; da domani sarà più facile evitare equivoci sulle scelte fatte all’Ars dai nostri deputati in relazione ai provvedimenti di legge sulla incompatibilità tra i vari incarichi; non mi risulta, e non risulta anche a te, che la Corte Costituzionale si riferisca ai comuni con meno di 20 mila abitanti; la vera strumentalizzazione potrebbe sembrare quella di chi, per dirla con le parole di Bersani, non perde occasione per picconare la ditta». Che sarebbe il partito.

L’ultima missiva di Fragale è evidentemente una risposta stizzita alle precisazioni di Gallo: «Caro Francesco, senza offesa…» è l’incipit di tutti i periodi della mail. «Caro Francesco, senza offesa, se ritieni che la legittimazione del pensiero e dell’azione è offerta dalla intesa tra segretario provinciale e deputazione, ti stai sbagliando. Caro Francesco, senza offesa, la prima occasione di svalutazione degli organismi eletti a Milazzo, è già stata offerta. Caro Francesco, senza offesa, la mia nota è chiara in tutti i passaggi. Caro Francesco, senza offesa, non vi era bisogno di attendere la Corte Costituzionale per sviluppare una riflessione seria sul doppio incarico. Caro Francesco, senza offesa, mi sono permesso di rammentare a me stesso e a molti altri che l’anno scorso il problema era stato sollevato (e rimosso). Caro Francesco, senza offesa, l’incoerenza del Pd è difficilmente rimediabile senza una ammissione di errori».

E ancora: «Caro Francesco, senza offesa, la leggina del 3 marzo 2009 era stata ritagliata su misura (ad personam) per Buzzanca. Caro Francesco, senza offesa tra i sarti ricamatori si è sono distinti con emendamenti e voti gli onorevoli Laccoto e Picciolo e diversi altri parlamentari del Pd. Caro Francesco, senza offesa nei giornali e in città Buzzanca, Ardizzone e Romano passano per vittime. Caro Francesco, senza offesa, mi attendo che quanto sarà espresso domani riceva consequenzialità in commissione regionale verifica poteri in cui sono presenti tra i messinesi, se non sbaglio, gli onorevoli Panarello (che ha votato contro la leggina del 3 marzo) e l’onorevole Laccoto (-che ha votato come ha votato-). Caro Francesco, senza offesa, sui problemi di Messina, sul governo della città e della provincia, sulle dinamiche di partito da ben due anni sollecito, inascoltato, iniziative. Caro Francesco, senza offesa, Messina ha anche bisogno di una opposizione a tempo pieno. Caro Francesco, senza offesa, ho sempre offerto un contributo generoso per costruire e vincere -insieme-. Caro Francesco, senza offesa, questa -ditta-, continuando così, non sarà -premiata-. Caro Francesco, senza offesa, lo so che si può prescindere da me e dalle mie note». E in conclusione: «Caro Francesco, senza offesa, vedi di fare abitudine a miei interventi (da ora in poi, soprattutto pubblici) perchè lo 0% che, sinora, rappresento nel partito -delle intese con i deputati- può darsi che esprima qualche valore aggiunto nella comunità. Caro Francesco, senza offesa, riferisci a chi ti ha chiamato, disturbato, dalla parola osata nonostante l’incarico, che a me il bavaglio non lo mette nessuno. Senza offesa. Emilio».

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