L'attacco del centrosinistra: «L'Ato3 è amministrata in modo pessimo, oggi si annunciano interventi senza nessun raccordo con i quartieri. Si garantisca la continuità lavorativa dei privati»
«Quale sarà il futuro del verde a Messina?». Questo è l’interrogativo di fondo che si pone il Partito Democratico, i cui esponenti oggi hanno lanciato un vero e proprio allarme nel corso di una conferenza stampa, rilanciando nuovamente la richiesta di dimissioni del presidente dell’Ato3, Antonio Ruggeri. Il problema principale, secondo il segretario comunale Giuseppe Grioli, l’ex assessore Liliana Modica e i diversi consiglieri comunali e circoscrizionali intervenuti oggi, è l’assenza di programmazione, la mancanza nell’amministrazione comunale di una politica dell’ambiente cittadino, che ha portato ad avviare solo a maggio lavori d’urgenza, senza peraltro alcun raccordo con i quartieri. «Solo a maggio inoltrato si annuncia l’imminente inizio degli interventi – viene sottolineato – senza alcuna programmazione. Il servizio entrerà a pieno regime solo in estate, senza una efficace riqualificazione del verde e dell’ambiente».
Tanta la carne messa al fuoco oggi, a partire dalla mancata attivazione di un Parco Progetti relativo alla fascia collinare o alle proprietà del Comune, pur avendo le aree Zps e Sic (nelle quali ricade il 70 per cento del territorio comunale) canali privilegiati di finanziamento. Inoltre, nonostante nei due anni precedenti fosse stato redatto un Piano organico delle potature, nessun intervento è stato fatto sulla vegetazione dei torrenti cittadini. «Abbiamo assistito – affermano Grioli e gli altri – all’abbattimento di 39 pini sulla circonvallazione, 13 querce sul Boccetta e diversi Bagolari in via La Farina: in meno di un anno sono state eliminate più piante di quanto fatto nei decenni precedenti, tutte in buono stato di vegetazione e che potevano essere salvate». Il tutto deciso da un agronomo nominato, insieme a ingegneri, architetti, botanici, vigili urbani e del fuoco, e al presidente dell’Ato3, in un -Comitato per la salvaguardia del verde urbano- istituito il marzo scorso. Mentre per quanto riguarda la scerbatura, «sembra sia stata affidata a Messinambiente, ma ancora oggi non si conoscono criteri e metodologie di intervento».
Sotto accusa finisce inevitabilmente il presidente dell’Ato3, Antonio Ruggeri: «L’Ato è al momento amministrata in modo pessimo, non ha più perseguito l’obiettivo principale del Piano d’Ambito di una maggiore raccolta differenziata. Siamo nell’imminente arrivo della stagione estiva e siamo dinnanzi ad un governo della città che non ha una politica di igiene ambientale». Uno delle cause principali di questo stato di cose, secondo il Pd, è la mancata approvazione del piano finanziario dell’Ato3, che prevedeva una spesa 47 milioni di euro, mentre il Comune ne riconosce solo 37. Piano, dunque, «bocciato dal Comune che come capo di gabinetto ha proprio Ruggeri». Grave è anche il fatto che «l’Ato3 non ha risposto a richieste di visione di documentazione pubblica avanzate da consiglieri comunali, partiti e privati cittadini, segno di grave deficit di trasparenza».
Ecco perché il Pd ribadisce «la richiesta di dimissioni del presidente dell’Ato3. La concentrazione in capo al dott. Ruggeri di diversi incarichi ha provocato grave imbarazzo alla città ma non al primo cittadino, e a questo si aggiunge la delicata posizione di Ruggeri nel contenzioso con il Comune che egli rappresenta come capo di gabinetto del sindaco». Tanto che c’è un esposto in Procura presentato da alcuni consiglieri della stessa maggioranza, i quali «dovrebbero chiedere ai loro partiti di riferimento di ritirare gli assessori dalla giunta per mancanza di fiducia nei confronti del sindaco».
Gli esponenti del Pd non dimenticano i precari dell’Ato3, e chiedono «di salvaguardare tutte le professionalità che si sono maturate negli anni, a maggior ragione se si tratta di persone socialmente svantaggiate, così come sottolineato dal Prefetto nella lettera inviata al sindaco e alla Regione, invece di dare incarico a una cooperativa che impiega nuove unità di lavoro». La proposta: riprendere una politica di incentivazione della raccolta differenziata, utilizzando a questo scopo i 170 operatori del servizio civile, «che ad oggi risultano non impiegati nella promozione della differenziata così come annunciato», e realizzare una programmazione annuale, «al fine di garantire un ordinario decoro ambientale in una città che deve puntare sempre più sul turismo e sull’accoglienza».