Si persevera in una sciocca concezione del primato della politica che fa perdere milioni alla nostra città

Si persevera in una sciocca concezione del primato della politica che fa perdere milioni alla nostra città

Si persevera in una sciocca concezione del primato della politica che fa perdere milioni alla nostra città

martedì 12 Gennaio 2010 - 13:39

Palazzo di Giustizia, stazione marittima, piattaforma logistica e il senso del ridicolo

Cosa ne direste se vi vedeste recapitare l’invito a tenere una relazione ad un Convegno di Cardiochirurgia?

A meno di non essere uno dei pochissimi cardiochirurghi che vivono in questa provincia, pensereste a un errore o a uno scherzo di cattivo gusto. Certamente non vi sognereste nemmeno di improvvisare un intervento sul tema, magari dopo aver dato una rapida scorsa al Volume I di Anatomia appartenuto al nonno medico.

Non pare questo, invece, il modo nel quale si comportano i nostri prodi amministratori, pronti a discettare su tutto senza preoccuparsi del fatto che, così facendo, emerge soltanto l’inadeguatezza della loro cultura politica.

Consiglieri e Commissioni comunali non sono stati eletti per perdere tempo a esaminare proposte fantasiose sull’ubicazione di Palazzi di Giustizia, Stazioni ferroviarie, Piattaforme logistiche, Svincoli autostradali, Porticcioli turistici, Aeroporti, Reparti ospedalieri d’Eccellenza e chi più ne ha più ne metta, ma per avviare concretamente progetti economicamente e tecnicamente realizzabili.

Qualche giorno fa abbiamo riportato alcuni esempi di iniziative cervellotiche, credevamo che fosse stato toccato il fondo, ma in questi ultimi giorni, si sono aggiunte altre perle.

L’Area Logistica Integrata dei Trasporti.

Riportiamo le parole dell’ing. Mallandrino, docente di Ingegneria – così come citate da Sebastiano Caspanello su Tempostretto -: Il trasporto non porterà sviluppo a questa città. Dalla Sicilia partono 30 milioni di tonnellate l’anno, quanto da solo muove il porto di Genova. E’ oggettivamente poca roba. Le Ferrovie non hanno interessi né ai collegamenti per le merci né a quelli per le persone. E poi: perché un polo intermodale deve per forza crearsi nei pressi dell’agglomerato urbano e non, ad esempio, a Giammoro?.

E quelle dell’ing. Massimiliano Maccarone, dell’Autorità Portuale di Messina: Le Ferrovie, con le quali abbiamo spesso a che fare, sono sorde ai problemi del trasporto. E senza Ponte abbiamo già aree sufficienti per l’intermodalità, soprattutto nella zona di Milazzo.

Cosa vogliono dire le parole di questi due autorevoli esperti?

Che è inutile perdere tempo e soldi immaginando pseudo piattaforme logistiche integrate all’interno del territorio comunale di Messina.

L’unico posto adatto è Giammoro, basterebbe andare a vedere per capirlo.

Sembrava assodato già negli anni ’90 e invece continuiamo a parlarne.

In nome del PIAU (Programma Innovativo in Ambito Urbano) – che ha come obiettivo attrarre investimenti e interessi, che siano condivisi e sostenibili – si propone la creazione di un’area logistica integrata dei trasporti, le cui dimensioni possono variare da un minimo di 5 ettari ad un massimo di 35 nel caso in cui si realizzasse il Ponte e dunque (?) si verrebbe a creare quell’indotto trasportistico tale da giustificare un’area così grande (sic!).

Si afferma che l’indotto trasportistico senza Ponte crescerà proprio quando la CISL denunzia l’intenzione di Trenitalia di sopprimere lo scalo merci di Messina.

O sono pazzi a Trenitalia, in quanto dismettono un’attività che potrebbe avere un futuro ricco di lauti guadagni o il PIAU è il libro delle illusioni.

Inoltre, prescindendo dal fatto che le piattaforme logistiche integrate, per essere economicamente interessanti, devono avere superfici di centinaia di ettari; preso atto che, dal punto di vista trasportistico, Messina non interessa a nessuno – a cominciare dalle Ferrovie senza le quali non ha senso parlare di trasporti -, viene da chiedersi perché ci si ostina a definire -area logistica integrata- un (pur utile) parcheggio di TIR a servizio del traghettamento sullo Stretto?

Senza alcuna speranza di attrarre investimenti e interessi condivisi e sostenibili.

Passiamo alla Stazione marittima.

Torna alla ribalta questa costosissima infrastruttura, già oggi, in via di abbandono, pur senza Ponte.

Delle due l’una: o il Ponte non si fa, e allora resta tutto com’è, con la Stazione marittima dov’è oggi.

O il Ponte si fa e non ci sarà più bisogno di una Stazione marittima.

Quante merci potrebbero mai passare da treno su nave e viceversa se gli Interporti siciliani sono previsti a Catania e Termini Imerese? E se ci fosse qualche tonnellata di merci l’anno, molto meglio Giammoro.

Su questo punto l’arroganza e l’incompetenza della politica superano ogni fantasia più sfrenata: come si fa a dire che il tecnico non deve condividere con il politico una proposta di emendamento. Al contrario, è il politico che ha il dovere di avanzare proposte che abbiano una fattibilità tecnica (ed economica), sennò le sue proposte sono prive di senso.

I nostri amministratori hanno idea della difficoltà tecniche, degli enormi spazi e dei costi di una Stazione marittima a Contesse?

Se non vogliono credere all’ing. Caminiti chiedano a qualcun altro di competenza almeno uguale. Che però non voglia solo compiacerli per assicurarsi una parcella.

E poi, forse qualcuno pensa seriamente che la nostra città – che non riesce ad ottenere dallo Stato qualche decina di milioni per una tragedia terribile come quella di Giampilieri – possa farsi dare le tante centinaia di milioni necessari per liberare l’affaccio al mare anche senza il Ponte?

Compreso l’interramento dei binari e la creazione di una nuova Stazione, marittima o meno?

Se vogliamo credere alle favole continuiamo così.

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