Piano regolatore, emergono nuovi errori. Caso Agriverde: così il Comune intende “autotutelarsi”

Piano regolatore, emergono nuovi errori. Caso Agriverde: così il Comune intende “autotutelarsi”

Piano regolatore, emergono nuovi errori. Caso Agriverde: così il Comune intende “autotutelarsi”

martedì 31 Marzo 2009 - 15:30

In commissione urbanistica arriva un faldone di inesattezze materiali. Sulla vicenda di contrada Ortoloco i legali affermano: non c’era la volontà degli uffici di cambiare la destinazione dell’area. Intanto la delibera su Bordonaro-Sivirga torna al dipartimento

Un errore materiale. Così è stata definita dal dipartimento Urbanistica la trasformazione di una piccola area in contrada Ortoloco, sulle colline di Pace, da agricola a edificabile, caso che abbiamo trattato nei giorni scorsi e di cui torneremo a parlare. Un errore, ma non l’unico. Oggi sul tavolo della seconda commissione consiliare (Politiche del territorio) è infatti arrivato un nuovo faldone con diversi “errori materiali” presenti nel Piano regolatore e simili a quello di Pace. Tutte “sviste” già passate in giudicato e che arricchiscono una delibera che, dopo l’esame della commissione, arriverà in consiglio comunale.

Ma torniamo al caso di contrada Ortoloco. Ricordiamo, in breve, che quell’area, di destinazione agricola, per uno di questi famosi errori materiali è stata riportata sulle tavole come edificabile (zona B4d). La ditta proprietaria del terreno, la Agriverde s.r.l. ha dunque chiesto la concessione edilizia per realizzare un complesso di quattro-cinque palazzi per un totale di una novantina di appartamenti. Nel giugno 2005, però, in un periodo evidentemente poco fortunato per la Agriverde (circa un mese prima venivano arrestati, con ordinanza poi annullata dal tribunale della libertà, due dei soci, Santino Pagano e Salvatore Siracusano, coinvolti nell’inchiesta “Gioco d’azzardo”) a Palazzo Zanca si accorgono dell’errore, e tramite una nota del dirigente di allora (e di oggi), l’arch. Manlio Minutoli, viene chiesto al consiglio comunale di rimediare con una variante al Prg che ritrasformi l’area da edificabile ad agricola.

Il consiglio esegue ma la Regione stoppa tutto, con il Consiglio Regionale per l’Urbanistica che, nel luglio scorso, esprime parere contrario alla variante stessa. Ecco perché: «Non può ritenersi sufficiente la giustificazione che rimanda all’emendamento adottato con l’originale atto deliberativo di adozione del Prg – si legge nelle motivazioni – (…), il Prg, adottato e pubblicato, è stato comunque approvato da questo assessorato con la previsione che oggi si intende modificare, senza che sulla stessa sia stato avanzato alcun rilievo». Inoltre, secondo Palermo, «in termini giuridici il Prg ha già prodotto effetti che, nella fattispecie, si sono concretizzati nella richiesta di concessione edilizia (quella effettuata dalla Agriverde, ndr), a cui oggi non può che darsi corso in relazione alla sua conformità al Prg vigente». Notazione importante, quest’ultima, alla luce del ricorso al Tar proposto dalla Agriverde nei confronti dello stesso Comune.

Comune che, a sua volta, ha anch’esso presentato ricorso, ma nei confronti dell’assessorato regionale all’Urbanistica. Il procedimento è stato affidato al componente del collegio di difesa di Palazzo Zanca, l’avv. Aldo Tigano, su mandato del sindaco Buzzanca. In sostanza, secondo il legale, «è incontrovertibile che il vulnus de quo dipenda solo da un mero errore materiale, non riconducibile quindi ad alcuna volontà dell’organo deliberante». Insomma, il Comune ha sbagliato ma non intendeva farlo, per questo quell’area, «in autotutela», deve tornare ad essere agricola, con buona pace dell’Agriverde. E’ evidente che quel terreno, per quanto di piccole dimensioni sia, scotta (e alla società in questione piace parecchio, visto che la stessa Agriverde ha proposto il progetto numero 14 del Prusst, relativo ad un complesso agri-mare-turistico da realizzare sempre a contrada Ortoloco). Una vicenda che tra tribunali e uffici comunali avrà un seguito.

Ultima nota: la commissione consiliare ha rispedito agli uffici del dipartimento Urbanistica la delibera su Bordonaro-Sivirga (il piano di zona del quale parte della cubatura edificabile era stata trasferita alla Stu): si attenderà il parere del geologo, Carmelo Gioè, ormai pronto, e soprattutto uno studio di fattibilità sulla viabilità dell’area.

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