Provincia. -Questione dirigenti-: Ricevuto rinvia il caso a gennaio, tanti i dubbi da chiarire

Provincia. -Questione dirigenti-: Ricevuto rinvia il caso a gennaio, tanti i dubbi da chiarire

Provincia. -Questione dirigenti-: Ricevuto rinvia il caso a gennaio, tanti i dubbi da chiarire

giovedì 17 Dicembre 2009 - 01:10

Dalle premialità “attuali” agli arretrati, passando dall’assegnazione degli interim alla “contestata” poca trasparenza nel Nucleo di Valutazione: composizione e parametri di giudizio. Il presidente prende tempo per studiare la vicenda nella sua complessività

Ieri mattina in consiglio provinciale si è tornato a parlare delle premialità dei dirigenti, questione sollevata la scorsa settimana da GdL, Mpa e dall’opposizione. Per affrontare l’argomento è stata prelevata una delibera ferma ai -box- da marzo a firma del capogruppo autonomista Roberto Cerreti, attraverso la quale si chiedevano chiarimenti sui criteri utilizzati negli anni passati per i premi produzione, incentivi e benefici elargiti ai dirigenti. Come accordato in sede di riunione dei capigruppo, alla seduta ha partecipato il presidente dell’Ente Nanni Ricevuto. Intervento “lampo” del numero uno di palazzo dei Leoni, che ha ribadito: «i dirigenti rispondono alla politica e quindi anche la politica che deve dare risposte». Un concetto già espresso lo scorso giugno, quando la questione verteva sull’eccessiva macchinosità dell’attività dirigenziale e Ricevuto era arrivato perfino a proporre dei “mandati a tempo” (vedi articolo correlato in basso). Oggi il presidente ha voluto “prendere tempo” per studiare le carte ed avere un confronto con i soggetti preposti, passaggi orientati ad avere prontezza completa delle dinamiche passate e della situazione corrente legata alle premialità assegnate che vanno a sommarsi all’importante somma rappresentata dagli arretrati dovuti. Chiesta dunque la sospensione e il rinvio della trattazione al prossimo 15 gennaio.

Richiesta non “accettata” da Francesco Andaloro che ha abbandonato l’aula, mentre non hanno lasciato i banchi Pd ed Mpa, apprezzando la presa di responsabilità di Ricevuto. Cerreti nel suo intervento ha però puntato l’indice sui tanti aspetta ancora da chiarire: «Se pur convinti della necessità di maggiori approfondimenti per verificare la validità dell’operato del Nucleo di valutazione dell’Ente sull’attività svolta dei dirigenti e sulla legittimità degli affidamenti dei vari interim, non possiamo nascondere la nostra profonda delusione nel non aver avuto ancora oggi risposta all’interrogazione». Per questo sono state chieste -relazioni poltiche” prima che “tecniche”. Rao ha invece anticipato: «Abbiamo acquisito i verbali delle sedute del Nucleo e stiamo -studiando- la base sulla quale sono stati giudicati i dirigenti». Mentre è allineata la posizione del capogruppo del PdL, Angelo Passaniti: «Vogliamo un Nucleo di valutazione serio, che non faccia sconti a nessuno e sia obiettivo sulle premialità. Giusto approfondire prima di dare giudizi».

Dunque trattazione rinviata, ma capitolo che rimane assolutamente aperto. Già rese note le cifre che i dirigenti percepiranno(vedi articoli correlati in basso), ci concentriamo nuovamente proprio sul Nucleo di valutazione, partendo da un interrogativo. Al di là degli aspetti giuridici e finanziari, è “strutturalmente” corretto che cinque soggetti giudichino l’operato di dieci? Dieci? Ecco il ragionamento. Al momento i componenti del nucleo di valutazione sono cinque: il Segretario generale, il dirigente coordinatore del secondo Dipartimento “ Finanze, bilancio e patrimonio”, quali membri di diritto e tre elementi esterni all’Ente, esperti in tecniche di valutazione e gestione del personale, nominati con determinazione del Presidente della Provincia. Dodici sono invece complessivamente i dirigenti dell’Ente, ma di questi, come visto, due fanno parte dello stesso Nucleo di valutazione che giudica.

LA POSIZIONE “PARTICOLARE” DEL SEGRETARIO GENERALE. Il segretario è uno dei due soggetti che giudica e deve essere giudicato. L’articolo 42 del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro in vigore, regola l’attribuzione dell’indennità di risultato correlata al raggiungimento degli obiettivi e, con esclusione dell’eventuale incarico di funzione di direttore generale, fissa a decorrere dall’anno 1998 un’idennità pari ad un importo non superiore al 10% del monte salari riferito al Segretario e per ciascun anno di servizio prestato. Per quanto riguarda le funzioni soggette a valutazione, secondo l’ultima determina presidenziale sull’attribuzione di risultato firmata da Ricevuto, (n.77) datata 30 aprile 2009 (piccola curiosità, il testo è esattamente uguale a quella precedente a firma di Leonardi – n.94, 16 giugno 2008), e facente riferimento all’art.97 del D.Lgs. 267/2000, sono: funzione di collaborazione e di assistenza giuridico-amministrativa nei confronti degli Organi dell’Ente in ordine alla conformità dell’azione giuridico-amministrativa alle leggi, allo Statuto ed ai regolamenti; la partecipazione con funzioni consultive, referenti e di assistenza alle riunioni del Consiglio e della Giunta, curandone la verbalizzazione; il rogito di tutti i contratti nei quali I’Ente è parte; il coordinamento e sovrintendenza dei responsabili dei Servizi; l’esercizio di ogni altra funzione attribuitagli dallo Statuto e/o dai Regolamenti o conferitagli dal Presidente.

Queste funzioni con che risultati sono state esercitate? Lo ha stabilito anche il Segretario.

Parere 1. Il tal senso è interessante il parere espresso su Sole 24 ore dall’esperto Sergio Albenga, consulente dell’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e già segretario comunale presso vari centri della provincia di Novara: «Qualunque siano gli obiettivi predeterminati e la quantificazione della retribuzione di risultato entro i limiti imposti dal contratto, anche i segretari sono sottoposti a una valutazione del proprio operato. Ciò comporta l’insorgere di una incompatibilità della eventuale presenza quali componenti del Nucleo di valutazione del proprio ente, configurandosi nella fattispecie la non accettabile coincidenza tra valutatante e valutato. Né si reputa ammissibile ed eticamente corretta, per gli inevitabili condizionamenti, la previsione di meccanismi di sostituzione temporanea del membro incompatibile, in quanto il Nucleo deve in prima battuta determinare i criteri di valutazione da applicare, alla cui definizione non potrebbe certamente partecipare un soggetto che a tali criteri dovrà poi a sua volta sottostare. Comuni e Province, qualora nei rispettivi regolamenti contemplino la figura del segretario quale facente parte del Nucleo, dovranno quindi ripensare la composizione dell’organismo e approvare le necessarie modifiche. È auspicabile che tale occasione si traduca nella scelta, particolarmente nel caso di piccole realtà, di prevederne la costituzione in forma c associata. Sarà possibile in tal modo ottenere il duplice risultato di un sensibile contenimento dei costi e di un’applicazione di criteri di valutazione omogenei in un determinato ambito territoriale, riducendo il rischio sempre reale di sperequazioni e disparità di trattamento. Quale aspetto di non secondaria importanza, inoltre, il Nucleo di valutazione vedrà valorizzati gli elementi di indipendenza di giudizio e di imparzialità che devono essere alla base del sistema premiante introdotto dalle nuove discipline contrattuali per renderlo effettivamente credibile».

ITER DELLA COMPOSIZIONE E COMPENSO. La prima “versione” del nucleo prevedeva solo tre componenti: Direttore o Segretario generale più due esterni. La delibera della Giunta Provinciale n.165 del 29 maggio 2002 modifica l’art.61 del Regolamento degli Uffici e dei servizi, prevedendo l’inserimento del dirigente dell’Area Finanziaria (Ragioniere generale) e del dirigente del Controllo di Gestione. Ma è con la determina presidenziale n.308 del 9 settembre 2002 che viene riadattata la composizione del nucleo di valutazione con l’inserimento dei dirigenti DAnna e Antoci, che andavano ad aggiungersi al segretario generale Giuseppe Spadaro e agli esterni Eliseo Fonte e Giacomo Alario. Passano dieci giorni e arriva la delibera di Giunta n.319, che determina il compenso dei componenti pareggiandolo a quello dei Revisori dei Conti.

L’importo riportato nella disposizione dirigenziale del 23 novembre 2009, sulla liquidazione del compenso ai componenti del Nucleo di valutazione dello stesso mese (1.11-30.11) è di 1.807,60 euro, escluse trattenute.

Parere 2. Tornando al segretario generale, è possibile attribuirgli uno specifico compenso anche come componente del nucleo di valutazione interno dell’ente?. Una parere arriva dall’Aran (Agenzia per la Rappresentazione negoziale delle Pubbliche Amministrazioni), che in data 11/08/2003 si è espressa affermando la necessità di valutare se le prestazioni correlate all’incarico attribuito rientrano o meno nelle ordinarie competenze del dipendente interessato: «In una prima ipotesi, esse rientrano nei normali obblighi di lavoro (sono svolte -ratione officii-), vengono svolte durante l’orario di lavoro e sono retribuite unicamente con il trattamento economico fondamentale e accessorio previsto dal CCNL (v. art.41, comma 6 del CCNL del 16.5.2001, secondo il quale “la retribuzione di posizione … assorbe ogni altra forma di compenso connessa alle prestazioni di lavoro…”) – si legge -. Se, invece, dette prestazioni si collocano al di fuori delle competenze ordinarie, e quindi non sono svolte -ratione officii-, esse possono essere svolte solo su incarico (o preventiva autorizzazione) dell’ente, ai sensi dell’art.53 del D.Lgs.165/2001, devono essere svolte al di fuori e non a carico dell’orario di lavoro e solo in tal caso possono essere percepiti eventuali compensi o gettoni ulteriori rispetto al trattamento economico fondamentale e accessorio previsto dai contratti collettivi». Atti, verbali e altra documentazione diranno se possiamo parlare regolarmente del primo caso oppure no.

GLI ESTERNI. Per quanto riguarda i componenti esterni, tra il presidente Antonino Sajia, Giuseppe Santalco (-termometro- del presidente Ricevuto nel Nucleo) e Nicola D’Anna, è proprio quest’ultimo ad essere finito nell’occhio del ciclone. Lo stesso ex dirigente di palazzo dei Leoni ha infatti rivendicato qualche settimana fa alcuni arretrati di -indennità di risultato- facenti riferimento alla sua attività di ex ragioniere generale dell’Ente: era dunque componente del Nucleo allora (da interno, quindi -giudicandosi-) e lo è adesso da esterno. Anche se il presidente Nanni Ricevuto lo ha praticamente fatto fuori in virtù dell’ -autoconflitto- creatosi.

IL NODO CRUCIALE DEI PARAMETRI. Tutti i piani portano al tetto, rappresentato dai parametri stabiliti dal Nucleo per valutare il lavoro dei dirigenti. Su questo si concentrano maggiormente i “dubbi” dei consiglieri provinciali. Le somme relative alle indennità di risultato, quantificabili nella misura massima del 15% della retribuzione di posizione dell’ufficio dirigenziale di cui un dirigente è titolare, vengono infatti determinate a seguito di una valutazione annuale da parte del Nucleo, secondo gli schemi che vengono predisposti dallo stesso Nucleo e rapportata alla percentuale del risultato raggiunto. Oggi non si conoscono ancora le cifre spettanti al singolo dirigente, né soprattutto a quali obiettivi gli incentivi economici sono stati associati, a quali verifiche e controlli sono stati sottoposti gli stessi, oltre a come questi controlli sono stati fatti.

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