Buzzanca e i presidenti di Messinambiente e Ato3, Dalmazio e Ruggeri, presentano i risultati di «una nuova sinergia». Motivo di “vanto”: essere l’unica città a non avere avuto emergenze. Ma siamo maglia nera nella differenziata: presto partiranno i nuovi centri di raccolta e si attendono finanziamenti per il “porta a porta”. Sulla riforma è duro il sindaco: «Così com’è produrrà solo peggioramenti»
Nuove sinergie tra Ato3, Messinambiente e Comune, nuove programmazioni, discreti risultati e titubante attesa per una riforma, quella degli Ato, che presto entrerà in vigore con tutto ciò che ne conseguirà. Quello dipinto dal sindaco Giuseppe Buzzanca, dal presidente di Messinambiente Nino Dalmazio e dal direttore tecnico Armando Di Maria, dal presidente dell’Ato3 Antonio Ruggeri e dall’assessore all’Ambiente Elvira Amata, è un quadro probabilmente più roseo di quello “percepito” dalla cittadinanza, ma parte da un assunto che sa tanto di consolazione, più che di motivo di vanto vero e proprio: Messina non ha dovuto affrontare le emergenze a cui sono andate incontro tutte le altre città della Sicilia. Quello della pulizia e dell’efficiente gestione dei rifiuti «è un compito – ha detto Buzzanca nella conferenza stampa di stamani – in cui l’istituzione ha un ruolo fondamentale, in quanto qualunque tipo di raccolta richiede la massima efficienza della pubblica amministrazione, ma una notevolissima parte la affidiamo al buon senso di tutti i cittadini, nei quali va esaltato il senso civico». Sono giorni importanti, questi, in quanto è adesso che entra nel vivo l’iter che dovrebbe portare a brevissima scadenza alla riforma degli Ato, approvata giovedì scorso in commissione all’Ars e che adesso approderà in aula.
Riforma che a Buzzanca, inutile nasconderlo, così com’è non piace: «Spero venga accolta la mia proposta di istituire tre Ato per le tre città metropolitane, altrimenti la riforma renderà la situazione peggiore di com’è. E’ previsto, infatti, un voto ogni 10 mila abitanti, dunque a Messina ne spetterebbero 25, ma in ogni caso ogni comune deve esprimere almeno un voto, dunque anche una Roccafiorita, con tutto il rispetto per questo bellissimo centro, esprimerà un voto per i suoi 300 abitanti. Con questo meccanismo Messina peserà per il 18 per cento nell’intera provincia, e questo è inaccettabile. Propongo meccanismi di pesatura diversi o, in alternativa che gli Ato passino alle Province, così com’era fino al 2004. Quando non c’erano questi deficit: quanto dice l’assessore Pier Carmelo Russo, ovvero che gli Ato in Sicilia sono virtuosi, è una sonora bugia: si sono creati forti appesantimenti, con assunzioni dissennate come quelle effettuate qui a Messina tre anni fa: risultato, un debito totale, in Sicilia, di 1 miliardo e 70 milioni di euro».
Che ci sia una nuova sinergia tra Ato3 e Messinambiente è un fatto nuovo nel panorama della gestione dei rifiuti, nel quale si sono susseguiti scontri istituzionali, negli anni, che ne hanno senza dubbio frenato l’azione. Sinergia sottolineata tanto da Ruggeri («ci confrontiamo tutti i giorni con Messinambiente») quanto da Dalmazio («grazie al Comune si rema tutti dalla stessa parte, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti»). Secondo quest’ultimo Messina va considerata addirittura «un’isola fortunata rispetto al resto della Sicilia. Non abbiamo vissuto emergenze e abbiamo una nostra programmazione. Abbiamo tutte le autorizzazioni per la discarica di Pace, che però potrà partire solo in contemporanea con l’impianto di bio-stabilizzazione, che servirà a discernere il secco dall’umido, con quest’ultima tipologia di rifiuto che dovrà diventare una risorsa per la produzione di energia». Sul futuro di Messinambiente Buzzanca apre ai privati: «Questa società per noi è un valore, non un peso: la metteremo sul mercato, sempre secondo procedure estremamente trasparenti e aperte». Fondamentale il ruolo dei cittadini, per il cui senso civico, che va detto spesso latita, diventa centrale l’azione di controllo. Che grazie ad uno schema di convenzione, spiega l’assessore Amata, oltre ai sorveglianti dell’Ato3 che già “perlustrano” i vari quartieri, «si avvarrà dell’opera dei Rangers Italia, che terranno sotto controllo le zone più delicate, in sinergia con la Polizia municipale. Qualcuno potrà anche elevare multe, altri si limiteranno a fotografare e a segnalare». Messinambiente ha mostrato anche una documentazione fotografica con i vari interventi attuati recentemente: attività che si è concentrata per lo più sui torrenti e sulle scalinate, «fiore all’occhiello – dice Dalmazio – della nostra azione». La città però pullula di discariche abusive: «Noi interveniamo – confessa Di Maria – ma dopo tre giorni siamo punto e a capo. Per questo, senza un sensibilizzazione forte della cittadinanza, possiamo fare poco».
Intanto a breve partiranno i nuovi centri di raccolta differenziata, campo nel quale, manco a dirlo, Messina continua ad essere maglia nera. Martedì 2 marzo verrà inaugurato il primo centro a Spartà, che insieme a quello di Pistunina (che aprirà prossimamente) è anche il più grande. A seguire partiranno Giampilieri Marina e Tremonti. Aree, ha spiegato Ruggeri, «attrezzate per il conferimento diretto da parte dei cittadini dei rifiuti differenziati. Si tratta di luoghi sicuri e non inquinanti, non è previsto alcun trattamento e non sono discariche. Abbiamo altri progetti per la raccolta differenziata: in particolare una richiesta di finanziamento per il piano sull’avvio del sistema “porta a porta” che riguarda la fornitura di mezzi e attrezzature (per circa 4 milioni di euro) e il finanziamento di 1 milione e 96 mila euro già approvato per lo sviluppo della raccolta dell’umido». La novità è che i centri di raccolta verranno gestiti non più dall’Ato3 ma da Messinambiente.