Il governatore ha chiesto e ottenuto di essere ascoltato dai magistrati del capoluogo siciliano. «Con Liga, in quanto esponente dell’Mcl, ho avuto rapporti solo di natura politica e sociale. Se ho denunciato minacce? Sono cose riservate»

Non solo Catania. Anche la Procura di Palermo, dopo le dichiarazioni spontanee rese ai magistrati etnei, ascolterà il presidente della Regione Raffaele Lombardo, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa anche se, come detto ieri all’Ars, «non ho ricevuto ancora nessun avviso di garanzia». Lombardo aveva depositato una richiesta di audizione al procuratore del capoluogo regionale, Francesco Messineo e oggi gli uffici della procura palermitana hanno dato l’ok . Il governatore siciliano ha ribadito che intende chiarire la vicenda, emersa nell’ambito dell’indagine sfociata nell’arresto dell’architetto Giuseppe Liga, dell’incontro con lo stesso presunto esponente mafioso, ritenuto successore dei boss Lo Piccolo. Liga era infatti presidente regionale del Movimento cristiano lavoratori e Lombardo lo ricevette in questa qualità il 2 giugno dell’anno scorso, durante la campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento europeo, nella quale il presidente della Regione era impegnato direttamente quale candidato.

Ma secondo quanto si apprende, la procura di Palermo non si concentrerà solo sui rapporti con Liga. L’interrogatorio, infatti, potrebbe essere esteso ad altri temi, tra cui le vicende degli appalti dei termovalorizzatori e delle concessioni, per quanto di competenza della Dda di Palermo. Lo stesso governatore nei giorni scorsi ha fatto sapere che la giunta ha consegnato alla procura del capoluogo siciliano un dossier su mafia e termovalorizzatori. La data dell’audizione non è stata ancora fissata, ma Lombardo sarà sentito come persona informata dei fatti.

«Farò le mie dichiarazioni su Liga – ha detto Lombardo – che ho conosciuto, come tanti altri esponenti, nel Movimento cristiani lavoratori, con il quale ho avuto rapporti solo sul piano politico e sociale: nient’altro. Non voglio anticipare nulla. Sulla persona di Liga – ha aggiunto – ha fatto chiarezza, tra l’altro, nei giorni scorsi, il presidente nazionale del movimento, il mio amico senatore Costalli, dicendo qual era la natura dei miei rapporti tutta svolta sul piano sociale piuttosto che politico e nient’altro che questo». Lombardo ha chiarito che l’interrogatorio avverrà «solo perché richiesto da me, come a Catania. Ieri non ho parlato di Liga – ha precisato in merito all’intervento fatto all’Ars, l’assemblea regionale siciliana – per correttezza nei confronti della procura di Palermo. Avevo parlato di altri argomenti a Catania e quindi ho potuto render conto all’assemblea dopo averne parlato di Procura».

E a proposito del discorso di ieri all’Ars (vedi articolo correlato), sul presunto “piano” ordito nei suoi confronti e dunque su eventuali minacce, Lombardo chiarisce: «Forse sono stato frainteso Io ho detto che se uno trova sotto casa un passerotto morto magari intirizzito dal freddo, strombazza ai quattro venti la minaccia di morte. Io non lo faccio. Quindi non ho nulla da dire su questo. Eventualmente, se si vuole, ci si informi presso le questure. Se io fossi stato minacciato, non potevo che presentare delle denunce, ovviamente». Ma alla domanda se le abbia presentate o meno, risponde: «Queste cose sono riservate».