Terreni in concessione alla Rai, ma ci sono mezzi anche di Vodafone e Tim
Ha radici “antiche- l’interrogazione odierna che i consiglieri comunali del Gruppo Misto Francesco Curcio e Pippo Capurro hanno presentato al sindaco di Messina, riguardante i ripetitori di telefonia mobile presenti a Monte Piselli.
Radici antiche perché Curcio e Capurro partono dall’ottobre 1946, allorquando il Comune di Messina concesse alla Rai l’utilizzo di quei terreni per la costruzione di un ripetitore della potenza di 5 kw. La concessione aveva la durata di 9 anni, e alla scadenza (31 agosto 1955) sarebbe scattata la riconferma di due anni in due anni, in assenza di un’eventuale disdetta. L’impegno che allora la Rai prese con il Comune era quello di utilizzare esclusivamente proprie apparecchiature radiotrasmittenti per la radiodiffusione, a restituire, al termine del contratto, il terreno con relativi fabbricati, e a pagare un canone annuo di 1000 lire. Nel novembre 1968 una delibera del Consiglio comunale prorogò la concessione per altri 9 anni: sempre con la tacita rinnovazione, sempre con un canone annuo, stavolta di 500.000 lire.
Oggi, quei terreni risultano, tuttora, in concessione a Rai Way S.p.a.: 25.000 mq per un irrisorio canone annuo di 258,23 euro, ma presentano dei ripetitori di telefonia cellulare Vodafone e Tim. Curcio e Capurro fanno due conti: il Comune ha sborsato oltre 35 milioni di lire (del 1960, dunque una bella somma) per l’espropriazione di quei terreni poi concessi alla Rai, e la Rai, divenuta poi Rai Way, ha pagato 23.000 lire dal ’46 al ’69 e 19 milioni dal ’69 a oggi. E la Rai ha ritenuto legittimo sub affittare ai gestori di telefonia mobile (presumibilmente, sostengono i due consiglieri, con relativo canone annuo) porzioni di terreno per l’installazione di ripetitori, pur non risultando nulla agli atti dell’ufficio patrimonio.
Il punto è: l’Arpa, Agenzia Regionale Protezione Ambiente, tramite misurazioni ha accertato che vengono superati i limiti previsti dalla legislazione vigente relativamente all’emissione di campi elettrici ad alta frequenza, per la sommatoria di emissioni prodotte da più sorgenti. Dunque, Curcio e Capurro chiedono al sindaco se l’installazione dei ripetitori di telefonia mobile sia stata autorizzata dal Comune, se questa autorizzazione sia invece giunta da Rai Way con pagamento di somme da parte di Vodafone e Tim, e se l’utilizzo del ripetitore Rai Way corrisponde a quanto previsto dalla convenzione, che si limita a radiotrasmissioni, o se invece risponde anche a fini televisivi.
Al sindaco Genovese, e di conseguenza all’assessore al Patrimonio, Antonio Saitta, viene chiesto di accertare questa situazione, ed eventualmente di individuare altri siti, tenendo conto «degli insediamenti abitativi a tutela della salvaguardia della pubblica incolumità».