Risanamento, per Gioveni «la vera svolta è affidarsi ai privati»

Risanamento, per Gioveni «la vera svolta è affidarsi ai privati»

Risanamento, per Gioveni «la vera svolta è affidarsi ai privati»

giovedì 06 Maggio 2010 - 08:52

Il consigliere della III circoscrizione dopo lo sfogo di ieri di Rao. «Si persegua la strada del project financing»

L’unica vera svolta per il risanamento è l’apertura ai privati. A sostenerlo è Libero Gioveni, consigliere della III circoscrizione, che dopo lo sfogo di ieri dell’assessore al Risanamento Pippo Rao per i mancati stanziamenti di fondi da parte della Regione, oggi torna sull’argomento. «La bocciatura dell’emendamento “Buzzanca-Beninati” nella Finanziaria Regionale che avrebbe dovuto portare 25 milioni di euro nella città di Messina per il definitivo risanamento delle aree degradate – afferma – oltre a rappresentare un segnale politico molto indicativo su quella che ormai è la nuova e consolidata maggioranza all’Ars, spinge certamente a ricercare altre soluzioni che possano contribuire a ridare speranza ai tantissimi cittadini messinesi che vivono in condizioni di estremo disagio abitativo e sociale. Sulla scorta di queste considerazioni, mi preme riportare a galla la proposta che l’attuale amministrazione comunale avanzò all’inizio di questa legislatura per mettere definitivamente in moto l’inceppata macchina del Risanamento: aprire le porte ai privati che intendono investire nel nostro territorio».

Nel settembre 2008, ricorda Gioveni, giunse notizia che il Consorzio delle cooperative di Ravenna intendesse realizzare a Messina alloggi, servizi e infrastrutture. «Che fine ha fatto quel consorzio?». Secondo il consigliere «non ci sono alternative, bisogna spalancare le porte a chi è veramente in grado di mettere in campo risorse, professionalità, competenze, idee e strutture. Uno dei metodi che potrebbe, per esempio, essere adottato è senz’altro quello della permuta: un vero e proprio “project financing” che, senz’altro più di ogni altro pensato in città (vedi quelli falliti per la gestione degli stadi o dei cimiteri cittadini), si rivelerebbe più utile e proficuo per soddisfare le molteplici esigenze abitative».

Secondo Gioveni andrebbero considerati anche «i risvolti positivi che tale soluzione produrrebbe sul versante sociale. Oltre allo sviluppo occupazionale che questo nuovo percorso potrebbe generare, infatti, verrebbe fronteggiato in modo netto e deciso anche il sempre attuale problema dell’umiliante “ammassamento” delle famiglie baraccate in “casermoni” o “quartieri dormitorio” (il caso dei 189 alloggi di Bisconte è senz’altro quello più eclatante in città)». E poi, conclude Gioveni, «sarebbe anche un modo originale per dare uno “schiaffo politico” ad una importante istituzione come il Parlamento regionale che si è deliberatamente sottratto a delle precise responsabilità nei confronti della nostra città nel difficile ambito del risanamento delle aree degradate».

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