Il capogruppo Cifalà: "La proposta di default su cui il Consiglio è chiamato ad esprimersi, giunge inaspettata e a nostro parere avventata, ad ulteriore riprova di mancanza di coerenza politica e di visione prospettica dell’attuale Amministrazione. La strada del Piano di riequilibrio è ancora percorribile"
La minoranza consiliare al Comune di Scaletta Zanclea dice no alla dichiarazione di dissesto finanziario, la cui proposta di sindaco e Giunta passerà venerdì all’esame dell’aula. Lo fa attraverso il capogruppo, Domenico Cifalà, il quale sostiene che “la proposta di dichiarazione di dissesto su cui il Consiglio comunale è chiamato ad esprimersi, giunge in maniera inaspettata e a nostro parere avventata, ad ulteriore riprova di mancanza di coerenza politica e di visione prospettica che ha caratterizzato l’attuale Amministrazione, dal momento in cui ha ereditato una situazione finanziaria complicata”. Che, fa notare l’opposizione, è stata “acuita dalle conseguenze dell’evento alluvionale dell’1 ottobre 2009 ed è culminata con la dichiarazione commissariale di default.
Una situazione – chiosa Cifalà – che, peraltro, il sindaco conosceva meglio di tutti per aver ricoperto il ruolo di revisore dei conti fino a poco prima e che ha contribuito ad aggravare in questi due anni, una volta ottenuta la possibilità di un graduale risanamento attraverso la procedura del piano di riequilibrio decennale”. L’opposizione ritiene che “la strada del piano di riequilibrio sia ancora percorribile: utilizzeremo tutti gli strumenti a nostra disposizione – incalza il capogruppo – per opporci al dissesto, confidando nel senso di responsabilità degli altri consiglieri comunali”. La minoranza ritiene che ci sia stata una “gestione approssimativa dei servizi essenziali, specie per quanto riguarda quello idrico, con costi mai toccati in precedenza, impegni spesa assunti con disinvoltura sovente per servizi e forniture non strettamente indispensabili. Ed inoltre assunzioni di personale in ruoli dirigenziali che si sarebbero potute evitare vista la situazione finanziaria dell’Ente, incapacità nel fronteggiare e sterilizzare l’insorgere di contenziosi sempre più aspri e dispendiosi legati al pagamento residuale delle ditte che hanno operato a seguito dell’alluvione; la contrazione di un mutuo trentennale per l’estinzione dei debiti pregressi senza aver preso in dovuta considerazione i riflessi ad esso legati… Tutte cose – rimarca Cifalà – che hanno fatto saltare il banco fino all’irrevocabile decisione del dissesto”.
Il sindaco ha dichiarato che comunque non ci saranno conseguenze per i cittadini, considerato che le aliquote delle tasse erano già al massimo. “Non è vero – replica il capogruppo – altrimenti non si spiega perché si sia presentato ricorso avverso la dichiarazione del dissesto nel 2013 con tanto di spese legali annesse. Le facoltà di innalzamento dei tributi diventeranno obblighi: verrà introdotta la Tasi, sarà innalzata la Tosap, verranno sicuramente riviste le tariffe del servizio idrico, infliggendo un danno ulteriore a famiglie e attività commerciali, la continuità di servizi quale il trasporto scolastico sarà messa in dubbio”.
Carmelo Caspanello