DALLA SPAZZATURA ENERGIA PULITA. Le nuove tecnologie al servizio delle politiche per l’ambiente. Convocato stamattina nel salone delle Bandiere a Palazzo Zanca dall’assessore alle Politiche dell’Energia, del Verde ambientale e dell’Ecologia Francesco Squadrito il Forum dell’Ambiente, un tavolo di studio sul ruolo della nuove tecnologie nella gestione integrata dei rifiuti. Intervenuti, in rappresentanza del CNR di Roma, il professor Paolo Plescia, ricercatore presso l’Istituto per lo studio dei materiali nanostrutturali e il dottor Sesto Viticoli, direttore del Dipartimento Progettazione molecolare, per l’Agenzia regionale dei rifiuti e delle acque il dottor Salvo Ventura.
Al centro dell’incontro il confronto sull’impianto meccanochimico THOR, per la trasformazione di rifiuti solidi urbani in combustibile solido. L’assessore Squadrito, confortato dal parere dell’amministratore delegato dell’Ato3 Salvatore Lamacchia, è convinto che sia questo il futuro della gestione dei rifiuti. «Attualmente Messina produce 130.000 tonnellate di rifiuti l’anno, – ha spiegato l’assessore – che devono essere inviati al termovalorizzatore, come previsto dal Piano regionale dei rifiuti, per essere trasformati in energia. Il costo di questa operazione per il Comune è di 120 euro la tonnellata». Il procedimento, per giunta, non massimalizza la risorsa, ma ne recupera solo una piccola parte del potenziale energetico.
La nuova tecnologia presentata oggi a Messina promette di ridurre il costo dello smaltimento dei rifiuti da 120 a 40 euro la tonnellata, attraverso un migliore sistema di valorizzazione, che permette di trarre dalla spazzatura una serie di materie prime ed energie. Sempre Squadrito ha specificato: «Dobbiamo superare la fase del compostaggio come destinazione della valorizzazione, puntando sui combustibili da trasformare in energia elettrica e biodiesel, e sulla trasformazione del compost in biogas. Così possiamo avere un ritorno economico dallo sfruttamento di questa risorsa».
Sulla stessa linea l’amministratore Lamacchia, che ha aggiunto nel suo intervento un aspetto tutto messinese della vicenda: «Dobbiamo sfruttare il ritardo della città di Messina nel settore, trasformandolo in risorsa. Oggi abbiamo la possibilità di giovarci delle esperienze già fatte in altre realtà per evitare di fare gli stessi errori. Ad esempio abbiamo visto che il compost non è la soluzione migliore per la valorizzazione dei rifiuti, perché non ha mercato e presenta effetti collaterali per l’ambiente. Noi, che siamo in ritardo sulle tecnologie di compostaggio dobbiamo abbandonare questa strada e puntare su altro».
Apprezzamento per le linee di indirizzo dell’Ato e del Comune anche da Daniele Ialacqua, ex presidene di Legambiente Messina e attuale segretario cittadino del Prc, con un solo distinguo: «i rifiuti non devono essere considerati una risorsa inesauribile, come sostenuto dall’assessore Squadrito, ma al contrario uno scompenso del sistema industriale. L’obiettivo finale di una politica ambientale deve essere non quello di distruggere i rifiuti per ricavarne energia o calore, ma limitare fino a annullare la produzione di rifiuti». Insomma si dovrebbe mirare a cancellare il concetto stesso di rifiuto. Una prospettiva affascinante con cui ogni nuova tecnologia dovrebbe confrontarsi.