Buzzanca e Dalmazio annunciano azioni repressive a tappeto. 103 i focolai certificati, più di mille gli interventi dall'inizio dell'anno. Il presidente di Messinambiente: la nostra programmazione passa dalla discarica di Pace e dall'inceneritore
«Sporcando la città si sporca la propria casa». Il sindaco Giuseppe Buzzanca dichiara la tolleranza zero su una delle piaghe più vergognose di questa città, le discariche abusive. Sono 103 quelle individuate da Messinambiente, che dall’inizio dell’anno al 16 settembre ha effettuato ben 1082 interventi in quasi 200 siti. Numeri sconfortanti, per quella che ama definirsi una città turistica. Ecco perché è stata costituita una task force con a capo il sindaco e della quale fanno parte Messinambiente e la Polizia municipale. Un’azione repressiva a tappeto, che prevede la presenza di agenti in borghese. Secondo Buzzanca «solo con una politica oculata abbiamo evitato, finora, una emergenza rifiuti». Il sindaco torna anche sulla riforma degli Ato, sottolineando polemicamente che «ancora non sono in possesso della forma definitiva, nonostante sia un componente della commissione Rifiuti dell’Ars e un membro dell’Anci. Non sappiamo se si può sciogliere una Spa con una legge, non sappiamo dove reperire il miliardo che serve per ripianare i debiti prodotti in questi anni, non sappiamo come arginare un sistema che ci fa perdere 1 milione e 300 mila euro al giorno».
Tornando alle discariche abusive, ci vuole la repressione per educare. Perché l’inciviltà, «anche di soggetti al di sopra di ogni sospetto» afferma il presidente di Messinambiente Nino Dalmazio, è imperante. L’ultimo, eclatante sequestro è avvenuto nello -storico- sito di Maregrosso. Eppure, sottolinea Buzzanca, «basta una semplice telefonata ed entro dodici ore Messinambiente interviene». La repressione porterà a procedimenti penali per chi scaricherà abusivamente, con l’accusa che può arrivare anche all’inquinamento ambientale. Oltre a una denuncia civile di Messinambiente, perché, spiega Dalmazio, «le discariche abusive ci costano circa 1 milione di euro l’anno».
Capitolo futuro. Dalmazio parla di «grossi sforzi per la programmazione, che passa dall’inceneritore e dalla discarica di Pace». E a proposito della discarica di Pace, l’ultimo ostacolo è stato superato: proprio oggi la Regione ha riconosciuto ufficialmente la pubblica utilità, mettendo riparo ad una clamorosa dimenticanza del primo decreto. «Se siamo fortunati – annuncia il presidente di Messinambiente – nei primissimi giorni di ottobre cominciamo coi saggi».