Stamattina l’assessore Scoglio ha invitato l’opposizione a ritirare gli oltre 300 emendamenti presentati. Domani confronto interno al centrosinistra, mercoledì Consiglio
La fase di stand-by in cui si trova il consiglio comunale rischia di prolungarsi. Lo stallo è provocato dal Piano triennale delle opere pubbliche, fermo al palo da luglio, “bloccato” da oltre 300 emendamenti presentati da alcuni consiglieri del Pd (la dose più massiccia è firmata Barbalace–Caprì). Stamattina si è riunita la conferenza dei capigruppo, alla quale ha preso parte l’assessore allo Sviluppo economico, Gianfranco Scoglio, “padre” della delibera del Triennale. Quest’ultimo ha chiesto un passo indietro all’opposizione, un “gesto di responsabilità” per evitare lungaggini che rischierebbero di far arrivare tardi Messina all’appuntamento con i fondi europei.
Una piccola apertura da parte di una frangia del Pd, e in particolare dal capogruppo Tani Isaja, sembra esserci stata, mentre un’altra fazione del partito, con i firmatari degli emendamenti in testa, vorrebbe proseguire col “muro contro muro”, almeno fino a quando non sarà il sindaco Buzzanca in persona ad instaurare un maggiore dialogo con l’opposizione. Un’eventualità che oggi ci permettiamo di ritenere non certo prossima. Ecco perché alla fine la fase di stallo potrebbe continuare, anche se domani si terrà una riunione del centrosinistra per decidere sul da farsi. Lapidario il commento di Bruno Cilento, capogruppo dell’Udc, che in un primo momento sembrava l’ostacolo più difficile da superare per la posizione contraria ai project financing: «A mio avviso quegli emendamenti dovrebbero ritirarli per la vergogna. Così come sono non hanno alcun significato».