Il ritorno della Destra storica e l’appello del Pmli all'astensione

Il ritorno della Destra storica e l’appello del Pmli all’astensione

Il ritorno della Destra storica e l’appello del Pmli all’astensione

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mercoledì 16 Gennaio 2013 - 09:45

La Destra ha rinnovato il direttivo dei dirigenti ed è pronta al gran ritorno in Parlamento e alle amministrative di Messina e provincia. Il Pmli si scaglia contro tutti i partiti e invita la classe operaia ad astenersi come primo passo, per poi avanzare verso la lotta di classe contro il capitalismo

Conferme e nuovi apporti per il direttivo de La Destra messinese, con il rinnovo degli organismi dirigenti avvenuto giovedì 10 gennaio nella sede di via Aurelio Saffi. Il segretario provinciale Silvano Arbuse sarà coadiuvato da Giuseppe Micali e Giorgio Fleres. Individuati poi i responsabili delle varie aree di lavoro, sempre all’interno del coordinamento: Rosario Trischitta, coordinatore provincia jonica; Gigi Vasi e Maurizio Catanzaro coordinatori provincia tirrenica. Luciana Verdiglione, coordinatrice Messina città; Giuseppe Saya per gli Enti Locali, Antonio Celeste per l’organizzazione, Roberto Scalzo per trasporti e le infrastrutture, Giuseppe Salvo per la cultura, Enza Pernice per la Scuola e i rapporti parlamentari.

“Il nostro è un partito in continua crescita perché la coerenza e la determinazione nel tempo vengono sempre riconosciute”, spiega Arbuse . Il coordinamento ha approvato la composizione delle liste per la Camera, Sicilia orientale ed il Senato e l’organizzazione della campagna elettorale per le prossime politiche. “Politiche che vedranno tornare in parlamento il partito della Destra storica italiana e per le prossime amministrative che si terranno a Messina e provincia, per le quali contiamo ovviamente su un contributo della Lista Musumeci”, conclude Arbuse.

L’invito del Pmli è invece quello di astenersi. “Le chiacchiere non fanno farina, recita un antico proverbio popolare. E’ il caso delle chiacchiere propagandistiche dei partiti che hanno presentato le liste per le elezioni del 24 e 25 febbraio promettendo che “cambieranno l’Italia”. Balle! Non sono credibili e affidabili! Potevano benissimo farlo quando sono stati al potere, ma non l’hanno fatto. Perché? Per la semplice ragione che sono sottomessi al sistema economico capitalistico che, dall’Unità d’Italia a oggi, e sono passati 150 anni, impone a loro quello che devono o non devono fare per consentire alla classe dominante borghese di arricchirsi sempre più succhiando il sangue dei lavoratori e delle masse popolari”.

Il PMLI – Partito Marxista Leninista Italiano si distacca da tutti i programmi elettorali di destra, sinistra e centro, perché “in essi non vi sono delle differenze sostanziali – afferma -. Nessuno infatti mette in discussione il capitalismo italiano e la sua integrazione europea”.

“Il punto politico e strategico di fondo per i marxisti-leninisti italiani è invece quello di non accettare l’esistenza del capitalismo, qualunque sia il suo tutore (Berlusconi, Monti, Bersani o altri), e combatterlo, anche con l’astensionismo tattico elettorale, per abbatterlo – e poi ancora -. Facciamo pertanto appello alla classe operaia, ai giovani a tutti gli anticapitalisti e fautori del socialismo a non votare i partiti borghesi e del regime capitalista, compresi quelli falsi comunisti, “Rivoluzione civile” arancione e il Movimento 5 stelle, ad abbandonare ogni illusione elettorale, parlamentare, governativa, riformista, costituzionale e pacifista, ad astenersi (disertando le urne, annullando la scheda o lasciandola in bianco) considerandolo come un voto dato al socialismo e al PMLI”.

Per il Pmli l’astensione è solo il primo passo verso “la lotta di classe nelle fabbriche, nelle scuole, nelle università, nelle piazze anzitutto per il lavoro, i salari e pensioni più alti, la sanità e l’istruzione pubbliche e gratuite, il blocco e la riduzione delle tariffe, lo sviluppo industriale del Mezzogiorno, la difesa dello sciopero e del contratto nazionale del lavoro, la difesa dell’ambiente e della salute, la parità donna e uomo, i diritti e il matrimonio lgbt, i diritti degli immigrati”.

Il tutto all’interno di organizzazioni come le assemblee popolari: “Ogni Assemblea popolare di quartiere elegge il suo Comitato popolare e l’Assemblea dei Comitati elegge, sempre attraverso la democrazia diretta, il Comitato popolare cittadino. E così via fino all’elezione dei Comitati popolari provinciali, regionali e del Comitato popolare nazionale”.

“Solo il socialismo può cambiare l’Italia, abbattere il capitalismo e la dittatura borghese e dare il potere al proletariato – conclude la nota”.

Un commento

  1. ARBUSE…..Scusi ma Buzzanca e Nania erano del Movimento Sociale Italiano Destra Nazionale o facevano parte del Partito Comunista? Nel senso le Destre sono state al Governo o era tutto uno scherzo?

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