Tappa reggina a margine della partecipazione a una traversata solidaristica Messina-Villa. Il ‘big’ di Noi moderati insiste su Ponte e supporto alle imprese
REGGIO CALABRIA – Luigi Brugnaro appare nel cuore di Reggio Calabria quasi fosse un ectoplasma, in una tappa reggina creata dal nulla a margine della staffetta solidaristica Taormina-Messina-Villa San Giovanni-Scilla cui ha preso parte in mattinata assistendo alla traversata fra le due sponde dello Stretto.
L’iniziativa a supporto della ricerca oncologica pediatrica
Partita in mattinata da Taormina, la staffetta Facciamo correre i campioni – dedicata al professor Luigi Zanesco, fondatore dell’Oncoematologia pediatrica di Padova – toccherà otto regioni d’Italia per giungere il 17 settembre a Padova.
Per ogni tappa (domani ci sarà il secondo e ultimo tratto calabrese, Tropea-Cosenza), atleti tra i quali vari campioni nazionali dell’Arma dei Carabinieri scortano provette che simboleggiano la ricerca oncologica pediatrica, oggetto della manifestazione di supporto promossa dalla fondazione Città della speranza. La tappa odierna è stata affrontata da otto podisti e, quanto all’attraversamento a nuoto dello Stretto “in solitaria”, da Silvia Ciccarella, campionessa italiana di nuoto in acque libere.
L’ultimo tratto, i 15 chilometri che separano Villa San Giovanni e Scilla, è stato percorso da un podista della Scuola allievi Carabinieri di Reggio Calabria.
Gazebo e briefing con la stampa
Tornando a questioni più strettamente politiche, il presidente nazionale di Coraggio Italia guida una delle quattro formazioni (le altre sono Italia al centro, Noi con l’Italia e Udc) accorpate nel listone centrista Noi moderati.
Con lui due candidati. Una è la nuova star di Coraggio Italia, Marina Semenzato, in predicato d’entrare a Montecitorio. Per la manager del gruppo Umana Brugnaro ha infatti “strappato” praticamente l’unico collegio uninominale considerato super-blindato per la sua forza, all’interno di quelli concessi dalla coalizione di centrodestra alla compagine di Noi moderati. L’altro è il capolista della formazione centrista per la Camera dei deputati in Calabria, l’ex deputato Nino Foti (estrazione Noi con l’Italia, è il realizzatore di larga parte del programma della lista).
Il briefing con la stampa, ideato al popolare lido ‘Piro piro’ sul lungomare Falcomatà, nella sua parte più significativa in realtà ha avuto luogo a pochi centimetri in linea d’aria, al gazebo allestito da Coraggio Italia in corrispondenza, lungo il livello superiore della “via Marina Bassa”.
Il Quirinale? Brugnaro “detronizza” Berlusconi. E quanto a Toti…
«Mediaticamente, troviamo sempre poco spazio: forse perché ci siamo sempre occupati degli interessi della Calabria, del Veneto…», lamenta.
Certo, da un imprenditore liberista, paladino (moderato) del centrodestra, può sembrare curioso sentir dire che per il Quirinale vede molto meglio Mario Draghi che Silvio Berlusconi… «Mah, sa, questo io l’ho sempre detto: mi considerano un po’ il “draghiano” del centrodestra e io ne vado fiero! – risponde d’acchito il sindaco di Venezia –. Io vado fiero delle persone che hanno un curriculum straordinario come Draghi: dopodiché Cinquestelle ha fatto cadere il Governo e si va a votare, e certo non bisogna aver paura del voto degli italiani. E la Calabria, se vuol contare qualcosa, deve continuare a essere coerente come ha fatto pochi mesi fa facendo stravincere Roberto Occhiuto. A Berlusconi dico che gli voglio bene, ma adesso ha 86 anni, gli anni di mio padre… noi dobbiamo far politica per i prossimi vent’anni e avere un disegno di lungo periodo. Vedrete, Coraggio Italia proseguirà a consolidarsi: anche qui in Calabria. Giovanni Toti e Italia al centro? Da qualche parte bisogna pur iniziare. Con qualcuno si fanno percorsi insieme, con altri ci si lascia… la politica è così».
La Calabria? Sarà la Silicon Valley italiana…
La ricetta giusta per la Calabria? Brugnaro lo ribadisce: può essere la Silicon Valley italiana. «Dobbiamo tenere i ragazzi qui, per riuscirci dobbiamo però infrastrutturare la Calabria, non limitarci a dire che “lo faremo”. Attenzione: ho detto e ribadisco la mia immensa stima per Draghi, ma a Palazzo Chigi c’è stato lui, domani potrà anche esserci Giorgia Meloni, che va benissimo e della quale conosco il valore e la serietà da oltre 15 anni.
E noi siamo nella sua stessa coalizione: però noi non stiamo nello stesso partito. Ecco, occorre un grande consenso a favore di Noi moderati proprio per ‘blindare’ la scelta europeista. Giusto che ci sia un ampio caleidoscopio di proposte, io però dico: dateci fiducia, ci pensiamo noi a far ripartire il Paese».
Ponte sullo Stretto, spending review e defiscalizzazione
E la traversata solidale di oggi? Solo per supportare la ricerca oncologica pediatrica, o dietro …c’è la nostalgia del Ponte che non c’è? «Io il Ponte lo farei. Sì, per risolvere l’isolamento della Sicilia dal resto del Paese, ma soprattutto come simbolo plastico del fatto che l’Italia “ce la sta facendo”».
A fronte dell’atavica fame d’infrastrutture e di lavoro, il patron della Reyer fa presente che «è un dovere razionalizzare lo Stato. Su un bilancio da mille miliardi di euro, davvero pensate che non se ne possano tagliare 50? Invece, anche in questa campagna elettorale, assistiamo a partiti che promettono di regalare tutto, persino le dentiere…».
L’idea-forza è invece di sostenere chi il lavoro realmente lo crea, ovvero le imprese. «Mai pensato d’eliminare il Reddito di cittadinanza; ma certamente va modificato. Maurizio Lupi l’ha detto chiaramente: il Rdc ci costa 10 miliardi di euro, noi ne lasciamo 3 per le persone che non riescono a trovare lavoro o sono impossibilitati a lavorare, per esempio per motivi fisici. Gli altri 7 miliardi di euro dovremmo però darli alle imprese per creare lavoro, eliminando gli oneri sociali: per tutti gli under 30, sarà lo Stato a pagare i contributi “figurativi”. Questo significa investire su chi lavora, non su chi sta a casa. E poi, come si fa a non capire che siamo davanti a un chiaro voto di scambio? Come si fa a vivere con 500, 600 euro al mese? È una vergogna, Cinquestelle sta operando un chiaro voto di scambio», afferma uno scatenato Brugnaro, che aggiunge: «Dalle opere al lavoro, la vera garanzia per il Paese siamo noi e gli italiani l’hanno già capito. Per questo hanno paura di noi: tutti, anche i nostri alleati nel centrodestra…».