Chiesto con forza il ritorno a elezioni «libere e democratiche». Le priorità locali? Lavoro, supporto anti-crisi energetica e costruire presto il Ponte
REGGIO CALABRIA –Alcune decine di militanti e simpatizzanti accolgono il leader della Lega Matteo Salvini in un noto locale di Reggio Calabria per l’ultima tappa del suo ‘giro’ calabrese, giusto prima di spostarsi in Sicilia.
Il Ponte sullo Stretto è dunque sempre un tema ‘caldo’…
Ponte sùbito, e non a tre campate «o si discuterà fino al 2050…»
«La proposta del ministro Enrico Giovannini di considerare il progetto per il ponte a tre campate? Se stiamo ancora qui a discutere di campate, arriva il 2050 e staremo ancora discutendo… – ironizza il leader del Carroccio –. Io oggi sono a Reggio Calabria, e francamente spero sia l’ultima volta che per andare a Messina debbo prendere il traghetto. C’è un progetto di ponte a campata unica: costruendo il Ponte ripuliremmo lo Stretto dai carburanti che oggi ne inquinano le acque e faremmo risparmiare due ore di tempo a cittadini e imprenditori. Non collegheremmo solo la Sicilia alla Calabria, ma l’Italia all’Europa… Ordini degli ingegneri, Politecnici e Comitati interministeriali hanno dato l’ok al progetto, per una volta c’è l’Europa che ci pagherebbe oltre metà dei costi dell’infrastruttura: dire “no” al Ponte è una follia. Significa essere ignoranti, altrimenti… si va in canoa: ditelo agli imprenditori calabresi e siciliani, però».
La proposta: 30 miliardi contro il caro-bollette
«La priorità per la Lega è aiutare famiglie e imprese a pagare le bollette della luce e del gas: tutto il resto sono chiacchiere – fa presente senza mezzi termini Salvini –. La proposta della Lega è copiata dalla Francia, dove ormai gli aumenti mensili non superano il 4% del mese precedente perché il resto lo mette lo Stato: io vorrei sapere cosa ne pensano Letta, Conte, Di Maio…
Durante la pandemia, abbiamo giustamente trovato 165 miliardi di euro per far fronte ai problemi economici legati alle restrizioni: adesso servono 30 miliardi di euro per fare come la Francia e fare fronte a queste bollette “di guerra”. Anziché il 4 vogliamo ipotizzare un ‘tetto’ del 10, del 15% d’aumento? Non è possibile, però, che ci sia il 300% d’aumento come oggi: rischieremmo una strage. Non di morti, ma di posti di lavoro sì. Se tutta la politica dà prova d’unità, si può fare. Certo però va fatto subito, e ovviamente con uno scostamento di bilancio perché i soldi non crescono sugli alberi. Io dico: sono disponibile a far riaprire il Parlamento oggi stesso, a far riunire il Governo oggi stesso. Riparlarne a ottobre? Chi dice questo, dimostra di non capire un fico secco: qui ci sono migliaia d’imprese che potrebbero non riaprire a settembre. Peraltro, il Senato torna a riunirsi il 6 settembre per deliberare sugli aiuti ‘vecchi’: qui servono aiuti ‘nuovi’».
“Sì” al rigassificatore di Gioia Tauro
Resta il tema dell’indipendenza energetica. E l’ex vicepremier difende a spada tratta l’idea d’appigliarsi a qualsiasi àncora di salvezza, pur di sfangarla. «Non possiamo rinunciare al gas. E neanche al nucleare, che – mette le mani avanti Matteo Salvini – in prospettiva è la nostra unica possibilità per non dipendere energeticamente da altri Paesi. Il “no” referendario? Non vale più, è passato qualche annetto… e tutto il resto del mondo sta andando in quella direzione. Il rigassificatore di Gioia Tauro? Ma certo. A rigassificatori, termovalorizzatori, fotovoltaico, idroelettrico io dico “sì”: ovunque ci sia spazio, possibilità, volontà locale di produrre energia, sviluppare ricchezza, creare lavoro è fondamentale farlo».
E le censure del ministro alle Infrastrutture Enrico Giovannini sull’effettiva strategicità del porto di Gioia Tauro per il sistema-Paese? «Il porto di Gioia ha un problema solo: finora, è stato troppo poco valorizzato e sviluppato. Può diventare un porto leader in chiave continentale, invece… Fortunatamente Giovannini fra due mesi non sarà più ministro: e se quel posto sarà ricoperto da un esponente della Lega, vedrete, sarà sùbito chiaro che il porto gioiese all’Italia è utilissimo».
Il ‘Capitano’: a Reggio nuove elezioni, pronta una ‘squadra’ all’altezza
Non manca un flash sulle elezioni: «Al nostro prossimo incontro, parleremo del futuro sindaco di Reggio Calabria…», promette il leader leghista ai suoi sostenitori. Poco prima, ai cronisti, aveva sottolineato: «Io spero che si torni a votare in modo libero, democratico, trasparente a Reggio, dopo i brogli che ci sono stati, così come negli altri luoghi segnati da brogli elettorali. Reggio merita di più: come Lega però facciamo autocritica, negli ultimi anni probabilmente non le abbiamo tributato tutta l’attenzione necessaria… Però, sbagliando s’impara: se si votasse a Reggio domattina, noi avremmo una squadra di donne e uomini all’altezza. Certo però è fondamentale che il voto sia trasparente e democratico: non sempre è stato così, spero che la Giustizia faccia rapidamente il suo corso».
Durante l’incontro coi militanti, preceduto da una breve introduzione da parte del deputato uscente (e ricandidato) e coordinatore per le Politiche in Calabria Domenico Furgiuele, presenti vari candidati locali, dal coordinatore regionale del partito Gianfranco Saccomanno all’assessore regionale al Welfare Tilde Minasi. Ma anche il non vedente Mario Barbuto, candidato al collegio uninominale di Palermo per Palazzo Madama.
«Basta sbarchi. I medici cubani? Mai più ‘numero chiuso’ a Medicina»
E anche davanti ai supporter, il ‘Capitano’ ribadisce i tre cardini del programma della Lega: azzeramento della legge Fornero, flat tax e “rottamazione” delle cartelle di Equitalia.
E gli sbarchi, che anche in queste ore stanno tartassando centri come Roccella Jonica? «Credo d’aver dimostrato, pagando sulla mia pelle, che agire in modo diverso e responsabile si può. Mi chiedo se l’attuale ministro dell’Interno Luciana Lamorgese sia stata avvistata in vacanza in qualche isola deserta… so solo che da Lampedusa mi arrivano immagini impressionanti e drammatiche, con l’approdo di duemila persone in poche ore. Ma vedrete, il voto spazzerà via certi errori del passato recente.
Le proposte per la Calabria? Lavoro, lavoro, lavoro e infrastrutture, due cose che peraltro stanno insieme. Infrastrutture che vogliono dire Alta velocità e strade statali degne di questo nome».
A proposito di cose ‘degne del nome’, anche per la Sanità occorre una “cura da cavallo” più che medici cubani – come in Calabria – o albanesi, secondo l’ex vicepremier, che mercoledì prossimo sarà in sit-in davanti alla Facoltà di Medicina all’Università statale di Milano, per presentare ufficialmente la proposta della Lega d’abolire il ‘numero chiuso’ nelle facoltà universitarie di Medicina.