Le indagini della Squadra Mobile erano scattate subito, la stessa mattina del 10 luglio. Nonostante tanti elementi potessero far supporre un incidente, tra cui anche la stessa testimonianza della vittima, troppe cose non quadravano.
Si erano incontrati per caso un caldo pomeriggio d’estate, a Piazza Cairoli. Lui, la vittima, un pensionato di 62 anni con un signorile appartamento nella zona. L’altro, invece, un 28enne ben conosciuto negli ambienti delle Forze dell’Ordine per i suoi trascorsi burrascosi tra furti e furtarelli. Avevano iniziato a parlare di Chiesa e preghiera e poi, su invito dell’anziano signore, entrambi si erano avviati verso la casa del pensionato proprio con l’intento di pregare insieme. Era il 9 luglio. Quel pomeriggio, in quella casa, il giovane 28enne approfitta della situazione, tenta di rubare l’anziano, viene scoperto mentre rovista in dei mobili, aggredisce la sua vittima, non ci vede più, prende un sopramobile e colpisce il pensionato in testa, più e più volte, riducendolo quasi in fin di vita. E poi scappa.
E’ accusato di omicidio aggravato e rapina aggravata Gesualdo Castorina, 28 anni, messinese, volto ben noto alle Forze di Polizia, che adesso si trova rinchiuso nel carcere di Gazzi su ordinanza emessa dal Gip Salvatore Mastroeni. Una storia particolare, la cui ricostruzione, attimo dopo attimo, è stata non poco difficoltosa per gli agenti della Squadra Mobile di Messina che, nel giro di pochi mesi, sono comunque riusciti a chiudere il cerchio e dare un nome ed un volto all’assassino.
Quando la mattina del 10 luglio, il giorno dopo l’aggressione, i medici del 118 e i poliziotti delle Volanti intervennero in quella casa, infatti, molti elementi lasciavano supporre che potesse anche non trattarsi di un omicidio. A chiamare il 113 era stato il fratello della vittima. Era preoccupato dal fatto che non avesse sue notizie da una giornata e, così, era andato nell’appartamento per controllare. La vittima era in bagno, col volto tumefatto e sanguinante, il corpo pieno di lividi e ferite, in uno stato di semicoscienza. Interrogato nell’immediato, dichiarò di esser caduto accidentalmente dalla sedia. Poi fu portato d’urgenza al Policlinico dove i medici lo sottoposero ad un delicato intervento chirurgico nel tentativo di arginare i danni provocati dalla grossa frattura pluriframmentaria sulla corteccia celebrare. Un’agonia, la sua, durata due mesi. Il 9 settembre, in un lettino del Centro Neurolesi, il cuore del pensionato smise di battere.
Le indagini della Squadra Mobile, coordinate dai dirigenti Giuseppe Anzalone, Rosalba Stramandino e Francesco Oliveri, scattarono subito, la stessa mattina del 10 luglio. Nonostante tanti elementi potessero far supporre l'ipotesi di un incidente, tra cui anche la stessa testimonianza della vittima, troppe cose non quadravano. Innanzitutto le tracce di sangue ritrovate ovunque, dalla cucina alla sala da pranzo, perfino nel salotto. Poi quel mozzicone di sigaretta scoperto a terra. Strano, considerando che né la vittima né i familiari fumavano. Determinanti, in tal senso, le analisi effettuate dai carabinieri del Ris di Messina, guidati dal comandante Sergio Schiavone, che si sono principalmente concentrate sulle tracce ematiche. Dalla loro dimensione e dalla loro angolazione, i militari hanno scoperto che, quel pomeriggio, la vittima era stata colpita con violenza, più e più volte, in diversi punti della casa.
E mentre i militari effettuavano le analisi, i poliziotti indagavano ed acquisivano altre informazioni preziose. Nel giro di poco, il loro cerchio si chiuse su un nome ed un cognome: Gesualdo Castorina. Fu poi lui stesso a confessare agli inquirenti tutta la versione dei fatti, anche se con qualche modifica. Castorina dichiarò di aver conosciuto la vittima quel pomeriggio e di averla seguita a casa, su suo invito, proprio con l’intento di derubarla. A suo dire, avrebbe poi approfittato di un attimo in cui era rimasto solo in soggiorno per iniziare a rovistare tra i mobili. Sorpreso dal proprietario, aveva allora reagito spingendolo e causandone una brutta caduta. Allarmato dal volto insanguinato dell’uomo, era poi scappato in preda al panico portandosi via un vassoietto d’argento che, sempre a suo dire, sarebbe servito se qualcuno avesse fermato la sua fuga.
In realtà, le analisi del RIS smentirono poi gran parte della sua testimonianza. Secondo gli accertamenti e lo studio delle tracce di sangue, emerse come Castorina avesse aggredito ripetutamente la sua vittima, colpendola con violenza alla testa, anche mentre era a terra. Tutti i riscontri hanno così spinto il Sostituto Procuratore Federica Rende a richiedere l’ordinanza di custodia cautelare per il ragazzo con la pesante accusa di omicidio aggravato e rapina aggravata. (Veronica Crocitti)