Il primo firmatario della legge per il Polo di riabilitazione non risparmia strali nei confronti di quanto sta accadendo al Piemonte e che sembra sempre più allontanare la concretizzazione di quanto annunciato
La vicenda Ircs-Piemonte continua ad essere una tela di Penelope, ogni volta che sembra essere arrivato il traguardo spuntano nuovi ritardi, nuovi ostacoli.
A lanciare l’ennesimo allarme, nei giorni scorsi, ancora una volta la UilFpl e l’Anaao Assomed dopo la sospensione dei ricoveri a Medicina e chirurgia d’urgenza al Piemonte, in seguito ad un provvedimento del direttore generale del Papardo Michele Vullo. In precedenza avevano segnalato anche i ritardi nella pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale del decreto attuativo nonché i rischi per la mancata copertura finanziaria.
Sulla sospensione dei ricoveri dopo il deputato regionale Nino Germanà è intervenuto anche Santi Formica, Forza Italia: “Assistiamo attoniti e increduli ad un gioco al massacro sulla pelle dei messinesi da parte di chi, istituzioni sanitarie e governo regionale in primis, devono semplicemente applicare una legge della regione siciliana, per di più confermata dal governo nazionale e invece continuano imperterriti a tentare con tutti i mezzi di impedirne la realizzazione. L'azienda PAPARDO sospende i ricoveri al Piemonte prima ancora del definitivo trasloco del Piemonte stesso all'Irccs come se non ci fosse una legge che dice esattamente il contrario. Il governo regionale è non pervenuto come se l'esecuzione della norma non fosse di sua obbligata e specifica competenza. Infine i dirigenti si permettono bellamente di fare il bello è il cattivo tempo come se fossero a casa loro . È giunto il momento di dire basta a questo disastro, tolgano il disturbo e liberino finalmente i messinesi e i siciliani da un supplizio che dura ormai da quattro anni” .
Caro Formica, il destino della sanità (cioè soldi pubblici e indotto) a Messina, è stato già deciso. Per curarsi non resterà che andare a….Catania (per chi non potrà andare al nord).
Caro Formica, il destino della sanità (cioè soldi pubblici e indotto) a Messina, è stato già deciso. Per curarsi non resterà che andare a….Catania (per chi non potrà andare al nord).