Per padre e figlio le manette sono scattate in serata con l’accusa di furto aggravato.
Erano andati in trasferta a Caltanissetta, padre e figlio, per mettere in atto la “truffa dell’eredità” ingannando un anziano ed ignaro signore nisseno.
Manette ai polsi per Salvatore Di Napoli, 63 anni, e Felice, 43 anni, entrambi già volti noti alle Forze dell’Ordine. A beccarli sulla via del rientro sono stati i poliziotti della Polizia Stradale di Messina. Gli agenti hanno velocemente ricostruito la giornata dei due, iniziata nel centro siciliano nella primissima mattinata. Erano da poco passate le 8, infatti, quando padre e figlio, individuata la vittima, la avvicinavano chiedendo informazioni stradali. Ben vestito e fingendo di essere un medico, Felice Di Napoli ha così chiesto all’anziano signore dove si trovasse la farmacia e, se possibile, di accompagnarli lui stesso. La vittima è così salita in macchina. Durante il tragitto, Di Napoli padre ha raccontato allora di esser un reduce di guerra e di voler incontrare un vecchio amico a cui donare in beneficienza 250mila euro, custoditi in una valigetta sotto la ruota di scorta.
Guarda caso il fantomatico medico conosceva questo amico e così, dopo aver finto di contattare per telefono la propria segretaria, gli ha comunicato che quell’uomo era già morto. Cosa fare dei 250mila euro allora? Donarne cinquantamila a quell’anziano signore che si era mostrato tanto gentile ad aiutare tutti. Per redigere l’atto però bisognava trovare i soldi da dare al notaio: 23mila e mezzo.
Dopo un iniziale perplessità, l’anziano ha accettato di consegnare sua quota e, oramai in preda dei suoi aguzzini, si è atto accompagnare a casa dove ha prelevato i soldi. Ovviamente sono tutti finiti nelle mani dei truffatori e, cogliendo al volo l’occasione di mandare la vittima a comprare dei fogli di carta, padre e figlio sono poi scappati.
Da lì la denuncia, le indagini dei poliziotti, l’inseguimento della macchina lungo la A18 e, infine, l’intervento della Polstrada di Messina. Le manette sono scattate in serata con l’accusa di furto aggravato. (Veronica Crocitti)