Il rappresentante di Risorgimento Messinese nel denunciare il degrado cittadino, scrive al sindaco Buzzanca chiedendo chiarezza sulle competenze e sulle modalità di affidamento degli appalti alle cooperative
Che risposta dare ad un comune cittadino che vedendo abbandonati sacchi neri lungo i bordi dei marciapiedi o delle scalinate, domanda: Ma perché questi non sono stati raccolti? Interrogativo apparentemente semplice a cui però lo sfortunato interrogato farebbe fatica a dare una risposta. Perché, ad esempio, se la pulizia è stata eseguita dal personale dell’Ato3, la raccolta dei materiali spetta a Messinambiente. E guai se i ruoli non vengono rispettati, nel bene e nel male. Questa l’ “immagine” che utilizziamo per descrivere la giungla delle competenze tra Messinambiente, Ato3 a e arredo urbano da cui è difficile trovare una via d’uscita, anche per chi, lo confessiamo, si trova a doverne scrivere. Tra bandi di gare, affidamenti esterne, differenze tra aiuole e spazi a verde, scerbatura o spazzamento, venirne a capo non è semplice. Con l’unico risultato che la vera vittima della strada, anzi delle strade, è la città.
Sulla questione interviene oggi il consigliere comunale Nino Carreri che definisce inaccettabile lo stato di degrado di Messina “a causa di amministratori spesso incapaci”. Il rappresentante del civico consesso punta l’attenzione sulla situazione di Messinambiente, società di raccolta rifiuti il cui ruolo risulta confuso, avvilito e schiacciato dai rapporti esistenti soprattutto con la società d’ambito, l’Ato3, in via di liquidazione: «E’ urgente – scrive Carreri – chiarire quali siano le competenze dei vari attori della vicenda e soprattutto spiegare alla città come si fanno ad affidare appalti attraverso bandi incompleti, sbagliati che potrebbero sembrare addirittura costruiti in malafede. Facile assegnare appalti a cooperative che, per esempio, tagliano l’erba ma non sono obbligate a portare i rifiuti in discarica facendo leva sulla struttura di Messinambiente! Qualcuno lo vuole spiegare pubblicamente perché la società di via Dogali dovrebbe continuare ad accollarsi lavori per i quali non percepisce un euro mentre chi vince le gare di appalto si defila lasciando sul ciglio della strada, dentro le villette o dentro al cimitero sacchetti ricolmi di materiale?».
Il rappresentante di Risorgimento messinese scrive quindi un’interrogazione al sindaco Buzzanca in cui chiede che venga chiarita la diatriba esistente tra Messinambiente e Ato3, che a detta dello stesso sarebbe già dovuta finire molto tempo addietro in virtù della riforma degli ambiti ottimali. «Come nel caso dell’Atm – conclude la nota – non si può pensare di “giocare” col destino di numerosi dipendenti e relative famiglie magari ipotizzando uno smembramento funzionale solo ad un probabile “all’assalto alla diligenza».
Rimanendo sempre in tema di rifiuti, il presidente della II circoscrizione Giovanni Di Blasi, in una nota, evidenzia i problemi legati al mancato svuotamento dei cassonetti nella zona di Contesse e specificatamente, in via del Carmine, al Complesso Peloritano ed in vico Bottego (accanto bar “Bellinghieri”) che continua a creare profondi disagi alla popolazione. «Sin dal mese di marzo – si legge nel documento – periodo nel quale ha avuto inizio l’emergenza rifiuti a Contesse, nessun responsabile della società ha saputo fornire giustificazioni plausibili al riguardo». Di Blasi sollecita dunque l’intervento dell’Amministratore Unico di Messinambiente «cominciando, magari, con la movimentazione del personale che si occupa del servizio di svuotamento dei cassonetti, in modo da porre fine alle continue emergenze, evidentemente, determinate da gravi responsabilità che rendono vani tutti gli sforzi che si stanno compiendo, attraverso altri servizi della società per rendere migliore il nostro territorio e dare le giuste risposte ai cittadini». (EDP)
sanno sulo comu manciare e i fissa vaddunu e mancu protestunu