Gli interventi dell'ammiraglio Martello e della professoressa Ingratoci, del tavolo tecnico mimisteriale, nella Commissione presideduta da Trischitta
MESSINA – Ponte e navigazione. Come cambierà lo scenario dello Stretto durante e dopo i lavori? Ieri sul tema nuovo appuntamento della Commissione ponte, presieduta da Pippo Trischitta. In audizione l’ammiraglio Nunzio Martello, coordinatore del tavolo tecnico ministeriale per la sicurezza della navigazione nello Stretto di Messina, voluto dal ministro Salvini. Tavolo tecnico che vede la partecipazione delle Direzioni generali ministeriali competenti, del Comando generale del Corpo delle capitanerie di porto, delle Direzioni marittime di Reggio Calabria e Catania, nonché dei comandanti dei porti di Messina, Gioia Tauro e Milazzo, oltre che di esperti.
Ed è intervenuta infatti, nell’aula consiliare a Palazzo Zanca, anche Cinzia Ingratoci, professoressa ordinaria di Diritto della navigazione al Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Messina. Ha evidenziato l’ammiraglio Martello: “Si parla tanto di area integrata dello Stretto ma manca un documento normativo. Il tavolo, di cui pure ho il coordinamento e che si occupa di collegamento dinamico sullo Stretto di Messina, ha presentato delle proposte al ministro Salvini per iniziare un percorso a favore di quest’obiettivo. Un’area integrata dello Stretto che investe le Città metropolitane di Messina e Reggio. Ed è inserita anche Villa San Giovanni”.
“Un’autorità dovrà gestire tutto il traffico nello Stretto”
Ha continuato il coordinatore del tavolo tecnico ministeriale: “Con la realizzazione del collegamento stabile, tutta l’area dello Stretto deve avere una visione completamente diversa. Ci sarà un’autorità che gestirà l’area integrata e porterà alla concretizzazione di attività sociali, normative e legislative per favorire l’integrazione. Il ruolo del tavolo tecnico in relazione all’opera? Ho più volte espresso la necessità che la gran parte dei lavori sia fatta sfruttando la parte marittima. Sia durante i lavori, sia durante la realizzazione vera e propria del ponte, ci sarà un intralcio sui collegamenti marittimi. Di conseguenza, c’è bisogno di un’autorità. A Messina, unico assieme alla Maddalena, c’è il Vts (Vessel traffic service, n.d.r.), che dà le informazioni alle navi che arrivano sullo Stretto. E dovrà essere rafforzato. Sarà questa struttura a gestire tutti i collegamenti durante la realizzazione. Ma soprattutto dopo, quando un unico soggetto dovrà gestire tutto il traffico. Tutte le attività devono essere preparate e programmate nella fase iniziale”.
“Come cambierà la navigazione dello Stretto durante i lavori e quando il ponte ci sarà”
A sua volta, ha osservato la professoressa Ingratoci, che fa parte del tavolo tecnico per la sicurezza della navigazione dello Stretto di Messina sulla base di una nomina ministeriale: “Al di là della messa in esercizio del ponte, programmata a otto anni dall’avvio dei lavori, c’è tutto un periodo transitorio da gestire, più problematico dal punto di vista della sicurezza della navigazione. La società (Stretto di Messina, n.d.r.) ha detto chiaramente, durante le riunioni che abbiamo avuto, che la gran parte delle attività, dai materiali alla gestione dei residui, dovrà sfruttare la modalità marittima. Questo determinerà un traffico aggiuntivo rispetto ai dati di congestione, già alquanto sostenuti, all’interno dello Stretto”.
“Va potenziata la continuità territoriale tra Messina e Reggio”
La docente di Diritto della navigazione ha ricordato i lavori della prima commissione, voluta dall’allora ministro Giovannini, sul collegamento dinamico. Lavori che s’intersecano con quelli del nuovo tavolo tecnico riattivato dal ministro Salvini. E ha aggiunto: “Il tavolo tecnico ha tenuto tre riunioni, due a Roma e una a Messina. I primi contatti con la società Stretto di Messina sono stati finalizzati a chiarire che tutte le attività di progettazione, dalle fasi di rifornimento allo smaltimento verso il cantiere, devono essere presentate prima in sede al tavolo. Perché? Perché determinano una variazione del rischio della navigazione nell’area dello Stretto. Navigazione che ovviamente non può interrompersi durante la realizzazione della grande opera, in primis per esigenze di continuità territoriale. Ci vorrà un maggiore coordinamento di un traffico che sarà più variegato. La mobilità di cantiere avrà dei picchi da gestire in maniera tempestiva”.
A questo si aggiunge, ha rilevato la professoressa Ingratoci, “il problema generale della navigazione internazionale. C’è una chiara esigenza e ferma intenzione, da parte delle autorità di governo, di conservare e aumentare questo di tipo di traffici che rappresentano una ricchezza per l’economia mondiale. Il trasporto di merci si fonda sulle navi. A ponte costruito, invece, non ci saranno particolari problemi legati ai flussi di navigazione. Sarà poi una scelta politica governativa quella relativa al coordinamento di tutti i traffici. E verrà realizzato un sistema davvero integrato dei trasporti. Ci saranno la modalità marittima, quella ferroviaria e il trasporto privato su strada. Da qui la necessità di un coordinamento dell’area sia di tipo metropolitano, come il pendolarismo, sia della lunga percorrenza ferroviaria”.
“Servirà un’autorità di bacino per la gestione dello Stretto”
E ancora: “Come tavolo tecnico, immaginiamo la gestione di un’Autorità di bacino, con varie possibilità per l’attuazione. Abbiamo presentato la proposta al ministro e intanto, sulla base della relazione d’aggiornamento del progetto ponte, stiamo ragionando in termini di documentazione da presentare all’Imo, International Maritime Organization. Si trattà dell’autorità competente in relazione agli affari ma soprattutto alla sicurezza della navigazione”.
Si è poi sviluppato il dibattito, con interventi e domande dei consiglieri Gioveni, Russo, Schepis, Papa, Rinaldo e il presidente Trischitta.
Considerazione di grande rilievo e di importanza fondamentale, specie quelle della Prof.ssa Ingratoci, che devono assolutamente trovare riscontro e approfondimento da parte dei politici e amministratori locali nell’interesse della comunità messinese.
l’articolo non dice nulla su come sarà gestito il traffico a ponte realizzato visto che il corridoio navigabile sarà di 650 metri e quali indicazioni verranno date alle navi in merito alla limitazione dell’altezza del ponte. Questi dati sono già noti per cui ci si aspettava una indicazione dettagliata su come sarà gestito il traffico navale e se questo comporterà dei rallentamenti o problemi con il porto di Gioia Tauro.