Ponte, "la condanna a pagare? Un'ingiustizia ma non ci fermiamo"

Ponte, “la condanna a pagare? Un’ingiustizia ma non ci fermiamo”

Redazione

Ponte, “la condanna a pagare? Un’ingiustizia ma non ci fermiamo”

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domenica 12 Gennaio 2025 - 18:10

Daniele Ialacqua è uno dei 104 ricorrenti e commenta così la sentenza del Tribunale di Roma

MESSINA – “Ponte sullo Stretto. Sono uno dei 104 firmatari dell’azione inibitoria presentata al Tribunale del lavoro di Roma con cui si chiedeva di sospendere l’iter del progetto. E si poneva la questione di costituzionalità. Leggo che c’è chi manifesta la propria soddisfazione per la sentenza, come i difensori dei 139 sì ponte. Ma il loro intervento non è stato dichiarato inammissibile? O come il ministro Salvini e il senatore Germanà che leggono la sentenza come un sì al ponte. Ma l’hanno letta?”. L’ex assessore Daniele Ialacqua, esponente del comitato No ponte Capo Peloro, commenta così la decisione del Tribunale di Roma che ha condannato i 104 ricorrenti al pagamento delle spese legali per 238mila euro, oltre oneri di legge (iva e cassa forense, che potrebbero ammontare ad altri 100mila euro). Sentenza contro la quale verrà proposto un nuovo ricorso.

Continua Ialacqua: “Dall’altro c’è chi come il Wwf parla di pagina nera del diritto “per una condanna priva di alcuna giustificazione e pericolosa perché vengono colpiti semplici cittadini che hanno scelto di esercitare il proprio diritto di accesso alla giustizia”. Condivido la posizione del Wwf perché non è tanto o solo il merito della sentenza che colpisce e preoccupa (avevamo messo in conto di poter perdere il giudizio). E ovviamente la sentenza è per molti versi contraddittoria e criticabile. Ma ciò che deve preoccupare tutti, e non solo noi, è la liquidazione delle spese a carico integrale dei 104 ricorrenti per un importo pari a circa 340mila euro. Una somma esorbitante, di cui non c’è alcuna spiegazione. Un macigno per chi vive di stipendio o pensione e che avrà sicuramente difficoltà a pagare. E dopo questa sentenza secondo voi chi intraprenderà azioni legali contro imprese e/o potentati economici, con il rischio di dover pagare spese ingenti fuori da ogni logica?”.

“Si indebolisce uno strumento a difesa della democrazia”

Insiste l’esponente storico di Legambiente: “Un brutto segnale che indebolisce uno strumento come quello dell’azione inibitoria collettiva che, come la class action, doveva servire ai cittadini per potersi difendere davanti ai poteri forti. Difendere rivendicando la tutela di diritti costituzionalmente protetti, come in questo caso il diritto all’ambiente e alla salute. E ora? Chi gioisce per gli esiti della sentenza di Roma, pensando che servirà a tacitare una volta per tutte i no ponte, non ha capito con chi ha a che fare. Chi vede messa a rischio la propria casa, la propria attività produttiva, il suo territorio, la sua stessa vita, non si fermerà certo per una sentenza che consideriamo ingiusta. Né si avvilirà per il pagamento di spese legali palesemente esorbitanti. Avrete presto nostre notizie. Gli strumenti di lotta sono tanti, non ci arrendiamo. Fatevene una ragione, lo Stretto di Messina non si tocca”.

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3 commenti

  1. Mantineo Rosaria 12 Gennaio 2025 18:58

    Assessore Ialacqua, condivido in pieno il Suo commento e anch’io non mi aspettavo una così ingiusta sentenza ,né tantomeno le esorbitanti spese legali ,certamente per farci desistere dal tutelare la nostra città che ,a mio giudizio , dovrebbe essere un ” diritto –dovere “e amore Inoltre , i cosiddetti ” Autorevoli esperti “del ministro
    Salvini ( a detta dì Matteo Renzi incapace ministro delle infrastrutture ), come non possano tenere in considerazione le tante motivazioni di Grave Impatto ambientale in senso lato, perché riguarda sia il territorio ,sia la salute umana. Inoltre tali Autorevoli esperti, dovrebbero possedere conoscenze adeguate della morfologia
    tettonica e grave criticità sismica dello STRETTO ,che non consentono la fattibilità del maledetto Ponte .Pertanto non ci fermeranno!! ! Continueremmo la nostra battaglia NO PONTE

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  2. Mannaggia

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  3. Anzi,io vi avrei fatto pagare ancora di più. Le spiagge sono una discarica, la fogna arriva in mare da 6 mesi in via circuito e non vedo nessun ambientalista di questi che se occupa. Vorrei chiedere a questi signori che oggi si riempiono la bocca con questa parola negli ultimi 50 anni cosa hanno fatto per preservare l’ambiente? Ma per favore andate a zappare (sempre se ne siete capaci)

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