Ecco dove. La nota di No Ponte Capo Peloro. Con qualche sorpresa
MESSINA – Nuovo intervento di No ponte Capo Peloro. Ecco la nota: “Ponte sullo Stretto: un’ulteriore pagina inquietante, per di più poco conosciuta, del devastante progetto definitivo è quella riguardante la subsidenza e i danni che potrebbe causare. Chi rischia di perdere la propria casa/terreno viene chiamato espropriando, chi abita nei pressi dei cantieri viene denominato frontista. E coloro che rischiano danni lievi o strutturali alle proprie abitazioni a causa dei lavori del tunnel ferroviario sotto la città come si chiamano? Li potremmo chiamare “subsidenti” in quanto le loro case rischiano di avere danni a causa della “subsidenza”, ovvero dello sprofondamento del terreno dovuto allo scavo dei tunnel”.
Gli edifici più a rischio tra il viale Europa e via Tommaso Cannizzaro
E ancora: “Ma quanti edifici saranno interessati e con quale intensità di danno? ono 944 gli edifici analizzati in sede di progetto definitivo di cui 198 in zona “Faro”, 26 in zona “Le Fosse”, 75 in zona galleria “S. Agata” e 645 in zona galleria “S. Cecilia”. Sono circa una trentina le tavole che evidenziano gli edifici sensibili da nord a sud di Messina. Quelli più a rischio si trovano nel tratto della circonvallazione compreso tra viale Europa e via T. Cannizzaro, con un preoccupante numero di edifici a massimo rischio proprio in via Tommaso Cannizzaro alto, all’altezza dell’Orto botanico”.
Scrive No ponte Capo Peloro: “Sulla base dei danni che potrebbero subire, gli edifici vengono classificati secondo classi di danno:
- 0 (crepa sottile) Fessure capillari
- 1 (danni molto lievi) Il danno è limitato agli intonaci delle pareti interne.
- 2 (danni lievi) Fessure anche visibili all’esterno
- 3 (danni moderati) Possibile blocco di porte e finestre. Rottura di tubazioni
- 4 (danni severi) I telai di porte e finestre si distorcono; percepibile pendenza di pavimenti.
- 5 (danni molto severi) Le travi perdono l’appoggio, i muri si inclinano fortemente. Pericolo di instabilità”.
Conclude il comitato: “Il tema della subsidenza evidenzia l’ennesimo e insostenibile danno “collaterale” che la città subirebbe a causa della costruzione del ponte, che si aggiunge agli innumerevoli danni documentati con le osservazioni presentate dalle associazioni ambientaliste e dai comitati noponte. Le informazioni alla base di quanto sopra scritto sono tratte dai documenti del progetto definitivo del ponte in visione sul sito del ministero dell’Ambiente, nelle tavole con le sigle SS0277-F0 e SF0133-F0″.
Mi pare che i problemi cominciano a manifestarsi e siamo solo all’inizio.
Chi, come me ha una certa età ricorderà come,negli anni Settanta, nel corso della costruzione della galleria Boccetta sulla Messina -Palermo alcuni fabbricati ebbero forti problemi di stabilità dovuti al “vuoto ” causato dai lavori. Ed era una piccola insignificante galleria. Se tanto mi dà tanto…..
Continuando così si arriverà a dire che se non pioverà sarà colpa del ponte. Si comincia a perdere credibilità dato che ogni giorno vengono date le (probabili) conseguenze della costruzione del ponte. Ovviamente tutto verrà smentito da chi il ponte lo sostiene o lo costruisce. La gente ha il diritto di sapere la pura verità e non essere coinvolta in diterologie politiche.
È il motivo per cui a Messina non si è mai costruita la metropolitana, per esempio. State preparando lo scempio con questo ponte inutile.
A Roma la metropolitana è stata fatta, a Roma dove ogni scavo riporta in luce la Storia della civiltà, eppure la metropolitana è stata fatta. A Messina per un tunnel gridiamo alla catastrofe. Stiamo comprendendo perché questa città è ferma da 50 anni.
Peggio del terremoto del 1908. Purtroppo chi è fissato per la costruzione del ponte si vede ed è logico che di proprio non ci mette niente. Voglio assicurare una cosa, dove abito io non ha niente da vedere con i lavori del ponte, però sono per il NO PONTE.
I nuovi mezzi di perforazione delle colline, delle montagne, sotto gli edifici e i grattacieli , dei letti dei fiumi delle più grandi metropoli, dette talpe dal diametro del disco rotante di dieci metri, sono in grado oltre a perforare a trasportare all’esterno il materiale scavato e nel contempo sono in grado di rivestire le pareti della galleria con centine idonee a sostenere la pressione della terra sovrastante.. Spargere informazioni errate e terroristiche alla popolazione interessata dai lavori è quanto disdicevole e pericoloso. Una semplice riflessione: in tutte le più grandi metropoli del mondo e delle grandi città si sono realizzate milioni di km di gallerie
metropolitane, non si sono vericati importanti fenomeni non risolvibili.
Salvini e Webuild peggio del terremoto. Fermateli ora.