Nota urgente del consigliere del Pd: in merito alla valutazione d'impatto ambientale "illogica e contraddittoria" rilasciata dalla Commissione del Mase
MESSINA – “Il sindaco di Messina deve impugnare al Tar il parere Via Vas, Valutazione d’impatto ambientale e Valutazione ambientale strategica, sul progetto ponte sullo Stretto. Un parere illogico e contraddittorio in violazione degli obblighi di precauzione e prevenzione ambientale”. A chiederlo, con una nota urgente a Federico Basile, è il consigliere comunale del Partito democratico Alessandro Russo. “Occorre tempestivamente attivare un urgente procedura di impugnativa al competente Tribunale ammministrativo regionale nei confronti del parere della Commissione pubblicato il 19 novembre sulla base della sua illegittimità derivante da contradditorietà e illogicità delle prescrizioni rispetto alla tempistica. Parere che dovrebbe essere precedente al progetto definitivo e non a quello esecutivo, come invece emerge dai contenuti delle osservazioni pubblicate nel provvedimento”, sostiene Russo.
Scrive l’esponente del Pd: “Nelle 62 osservazioni da ottemperare, prima del passaggio alla fase esecutiva della progettazione, la Commissione tecnica del Mase, ministero del’Ambiente e della Sicurezza energetica, dà parere favorevole ma chiede d’attivare una lunga e importante serie di ulteriori studi e approfondimenti che investono aspetti centrali del progetto: da approfondimenti geologici e sismici ad approfondimenti relativi agli impatti ambientali sull’ecosistema protetto comunitariamente della Laguna di Capo Peloro e dei Monti Peloritani. Tutti passaggi, questi, che rendono tale parere assolutamente incoerente e contraddittorio dal punto di vista del procedimento amministrativo. La presenza di 62 “prescrizioni” e soprattutto la natura delle stesse rende il parere della Commissione del Mase illogico, contraddittorio, illegittimo, non valido e non efficace, in considerazione di elementari leggi scientifiche e tecniche del metodo sperimentale, che impongono le ricordate verifiche prima che si possa scientificamente affermare che un evento si possa realizzare in natura, conseguentemente prima che il “progetto definitivo” possa essere approvato, non certo nel progetto esecutivo”.
“Sul ponte la Commissione chiede un approfondimento sul campo di almeno un anno”
Nelle 62 prescrizioni della Commissione tecnica, “approfondimenti sugli impatti sul mare e le relative flora e fauna e approfondimenti circa gli effettivi flussi di traffico attesi. Ancora più sensibilmente, da tali osservazioni emerge come per molti degli impatti ambientali potenziali, la Commissione non possa esprimersi in termini di esclusione che possano avvenire e quindi rinvia allo studio e alle individuazioni di misure di protezione ambientale che non sono neanche accennate perché richiederebbero un approfondimento puntuale. Emerge come per diverse di queste osservazioni, la Commissione Via Vas dl Mase richieda espressamente che gli ulteriori studi e approfondimenti siano effettuati per un lasso di
tempo “non inferiore ad un anno” di osservazione sul campo. O come, ancora più preoccupante,
come le richieste che erano state fatte siano da ritenersi “ottemperate” solo allo stadio attuale della procedura ma debbano essere confermate in fase di successiva progettazione esecutiva”.
“Un parere sul ponte contraddittorio in violazione degli obblighi di prevenzione ambientale”
E ancora: “La mole di osservazioni effettuate e soprattutto la tipologia di molte di queste osservazioni
di fatto comporta come il provvedimento finale della Commissione, ossia il parere favorevole, sia da considerarsi contraddittorio. Risulta del tutto evidente come il parere finale sia da potersi esitare
soltanto dopo che le ulteriori e approfondite analisi richieste al progettista verranno effettuate e non
in una successiva fase, relativa alla progettazione esecutiva”.
Insiste Russo: “Lo stesso parere e tutti i provvedimenti successivi conseguenziali risulterebbero palesemente in violazione degli obblighi di precauzione e prevenzione, che costituiscono in materia ambientale principi fondanti dell’Unione europea e che soprattutto impongono alla pubblica amministrazione la disapplicazione di norme in contrasto e la non adozione di provvedimenti in contrasto con le richiamate norme di diritto comunitario”.
Da qui la richiesta al sindaco di rivolgersi al Tribunale amministrativo regionale “al fine di operare a tutela della comunità messinese, della sua sicurezza e della sua tutela”.