Ponte Stretto, Mario Tozzi: "C'è un'altra VIA"

Ponte Stretto, Mario Tozzi: “C’è un’altra VIA”

Alessandra Serio

Ponte Stretto, Mario Tozzi: “C’è un’altra VIA”

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sabato 01 Aprile 2023 - 18:30

Il geologo del Cnr e divulgatore televisivo interviene sull'opera: "Inutile, dannosa, non sicura", ecco perché

MESSINA – Era intervenuto sul tema già in passato, a più riprese, e torna a farlo con maggiore frequenza e anche sui suoi canali social in queste settimane. Mario Tozzi, studioso del Cnr e volto noto della divulgazione scientifica televisiva, su i suoi profili social dice la sua sul Ponte di Messina, esprimendo tutte le sue perplessità. Da buon divulgatore, il geologo risponde puntualmente, commento dopo commento, ai tanti follower e “contestatori”, siciliani e non, animando e alzando il livello del dibattito sull’opera.

La sostenibilità ambientale dell’infrastruttura ma soprattutto la fragilità del territorio dello Stretto di Messina sono al centro degli interventi di Tozzi, che non nasconde perplessità anche sulla economicità del Ponte e la sua utilità reale, come tanto decantato “volano di sviluppo” per l’isola.

A chi serve il ponte?

“Una realistica VIA (Valutazione di impatto ambientale ndr) andrebbe fatta considerando l’alternativa della risistemazione degli imbarchi, compresa la rete stradale e ferroviaria di prossimità, e una nuova flotta ecologica di traghetti. A un costo nemmeno paragonabile al ponte. E il fatto che è sempre meglio mandare le merci via mare, per esempio, fra Palermo e Genova: 1 cavallo vapore marino trasporta 4000 kg, uno terrestre su camion 150, in treno forse 450.”, scrive il ricercatore in uno dei suoi post più recenti.

L’impatto ambientale

“Il ponte riporta persone e merci su gomma, specie se la ferrovia non si farà – ribadisce – Poi c’è la questione naturalistica e paesaggistica. L’area dello stretto è parco letterario, luogo di suggestioni mitologiche e di grande bellezza. Inoltre l’area è ricompresa in due importantissime Zone di Protezione Speciale – ZPS (sul lato calabrese la ZPS della Costa Viola e su quello siciliano dalla ZPS dei Monti Peloritani, Dorsale Curcuraci, Antenna a Mare e area marina dello Stretto) e da un sistema di ben 11 ZSC (Zone Speciali di Conservazione), ai sensi della Direttiva comunitaria Habitat, che tutelano un ambiente unico che va dalla fragile costa calabrese, alla importante zona umida della Laguna di Capo Peloro, al prezioso ecosistema botanico dei Monti Peloritani. La Commissione VIA del Ministero diede nel 2013 un parere negativo di valutazione di incidenza sul progetto definitivo del ponte ad unica campata del 2010 proprio a tutela dello Stretto di Messina, importantissimo luogo di transito per l’avifauna e per i mammiferi marini, una delle più alte concentrazioni di biodiversità al mondo.

Il rischio sismico

“È solo una questione di quando, non di se, e di magnitudo, se maggiore o attorno a 7,1 Richter (come stimato per il 1908), ma questa è la zona a maggior rischio sismico del Mediterraneo (Ingv). Il ponte potrebbe reggere, ma Reggio Calabria e Messina certamente collasserebbero. La domanda è: non sarà meglio adeguare antisismicamente lo Stretto, prima di farci passare sopra 150.000 tonnellate di acciaio e cemento? Quale giustizia intergenerazionale ci manderebbe assolti, quando arriverà il prossimo terremoto?”

22 commenti

  1. Non bastavano i vari comitati, adesso pure i conduttori televisivi esprimono il loro parere. L’opera non verrà mai fatta perché non c’è una reale volontà politica a fare il ponte. E, al di là delle appartenenze politiche ed ecologiste, non si è ancora capito a quale versione credere visto che ci sono studi che sostengono la piena fattibilità costruttiva, strutturale ed economica e chi sostiene l’esatto contrario.

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    1. Mario Tozzi è un geologo. Divulgatore scientifico, saggista e autore. Il suo è un parere qualificato, scambiarlo solo per conduttore televisivo rende inutile qualsasi commento.

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  2. La convenienza economica certamente non c’è, non vi è un solo privato che ci abbia messo un euro. Se si farà si farà solo con i soldi di aziende di stato come RFI e quindi con i soldi degli Italiani che pagano le tasse. Ai politici tutto questo non interessa perchè il Ponte porta voti e altro.

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  3. Pasquale Pescatore 1 Aprile 2023 21:02

    Buonasera a tutti. Ma si puó fare un appalto senza un progetto esecutivo vero, che sia aperto a tutti. Ovvero che ne non si proceda per tentativi una volta iniziati i lavori, con varianti tecniche e comiche all’infinito, variazioni dei costi che ancora oggi, pur essendoci un progetto definitivo, non si conoscono con certezza. Chi parla di 8 miliardi euro, chi di 11/12, dimenticando che il quadro di spesa dei lavori del progetto definitivo non può essere diverso dal quadro del progetto definitivo a base di gara, ovviamente aggiornato alla data di affidamento gara. Gara con procedura anomala per i lavori pubblici italiani e europei, che non prevede di affidare i lavori alla stessa impresa dopo dieci anni, con la scusante di accelerare i tempi di esecuzione e non disperdere la conoscenze tecniche acquisite. Potrei conoscere le dimensioni degli scatolari della linea ferroviaria e linea autoveicoli leggeri e pesanti alla luce delle frecce massime, che secondo le norme e le esperienza sul campo possono variare da 1/150 a 1/350 circa della luce? Con tutte le incertezze progettuali che si legge in rete, oltre i tempi di esproprio, tempi appuntamento cantieri, tempi di fornitura materiali , come si può fare un cronoprogramma certo e non variabile? Come si può pensare di fare un lavoro di tale complessità in tempi brevi che si leggono in rete?
    Senza parlare di impatto ambientale in un’area densamente urbanizzata e di interesse paesaggistico a livello europeo. Quante case dovremo demolire per fare posto, se rispondono al vero, a un plinto fondazione delle due torri portanti di 400m, ovvero di 180 m di lunghezza e 80 m di larghezza, con palificate da 50 m di diametro (notizie ricavate di massima da varie pubblicazioni tecniche in rete a firma qualificata)? Sulla certezza della sicurezza statica e sismica, dobbiamo affidarci ai nostri tecnici , ultima la CNI che ha espresso parere favorevole sulla fattibilità dell’opera. Grazie
    Questi i dubbi di un cittadino italiano, che vorrebbe vedere realizzata un’opera già pensata dal grande Impero Romano, e ripresa nei tempi moderni.

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  4. Andrea Santangelo 1 Aprile 2023 21:12

    I geologi facciano il loro mestiere. E se si vogliono avventurare in campi a loro incogniti che usino almeno una proprietà di linguaggio coerente con quello che asseriscono….”adeguare sismicamente lo stretto” è una castroneria degna di un numero di Topolino.
    Grazie!
    PS sono Ingegnere civile che si è laureato in Italia e mi sono specializzato in progettazione antisismica in California – lavoro in questo campo dal 1996

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    1. Lucilio Cogato 2 Aprile 2023 18:36

      L’espressione “adeguare sismicamente lo stretto” è decisamente impropria. A volte quando si cerca di semplificare i concetti per farsi capire si rischia di essere imprecisi. Tuttavia dal contesto è perfettamente chiaro cosa Tozzi intendesse dire: è prioritario spendere per l’adeguamento sismico del patrimonio edilizio e infrastrutturale di tutti i territori a cavallo dello Stretto piuttosto che per un’unica grande opera che, stando agli studi fatti per il ponte, in caso di sisma paragonabile a quello dei primi ‘900, rimarrebbe da sola in piedi in mezzo a un deserto di macerie per decine di Km.
      Quindi quello che dice Tozzi può essere discusso ma ha senso. Ciò che invece non ha davvero senso è la sua pretesa di ridurre l’impatto ecosistemico e paesaggistico ad una mera questione estetica “soggettiva”. A parte il fatto che l’estetica non è così soggettiva come dice il luogo comune ed è comunque una cosa molto seria, il paesaggio e gli ecosistemi sono qualcosa di più e di diverso. E così come si rispetta il parere degli esperti di ingegneria sismica va rispettato anche quello degli ingegneri ambientali, degli esperti di paesaggio e di ecosistemi oltre che, sì, degli storici dell’arte e degli esperti di l’estetica”. Poi c’è, naturalmente, anche l’economia. E, a questo proposito, quali studi avrebbe lei fatto per stabilire che la Sicilia senza Ponte è condannata al sottosviluppo? Con il Ponte la Sicilia diventerebbe una penisola, cioé nella stessa situazione in cui da sempre si trova la Calabria. Eppure, guarda caso, la Sicilia è sempre stata, fin dal tempo della Siracusa di Archimede, almeno un po’ più ricca della Calabria, nonostante a quest’ultima il collegamento stabile con il continente l’avesse fornito madre Natura. E, più recentemente, fu a Palermo che i baroni Florio da Bagnara Calabria andarono a fare la loro immensa fortuna. Allo stesso modo il sud dell’Inghilterra è sempre stato più ricco della Normandia e della Bretagna, prima durante e dopo la costruzione del Tunnel sotto la Manica. L’insularità, quindi, non vuol dire necessariamente isolamento e potrebbe addirittura essere un vantaggio sotto il profilo economico. Questo perché se sei un’isola sei comunque al centro di qualcosa che, magari, devi inventarti o riscoprire. E la centralità per l’ economia di un territorio paga sempre. La Sicilia è al centro del Mediterraneo e dovrebbe puntare, economicamente su questo piuttosto che aspettarsi miracoli economici da un collegamento stabile con la punta della punta dello stivale, cioé con l’estrema periferia di una penisola. Detto questo, comunque, da Palermo a Milano o anche solo a Roma e Napoli sarà sempre più conveniente, in termine di tempo, l’aereo o la nave rispetto all’auto o al treno. E questo perché seguire via terra la curva del collo del piede dello Stivale è molto lungo rispetto al percorso in linea d’aria o d’acqua. Infine, il tempo di traghettamento dei treni tra Messina e Villa S. Giovanni può essere ridotto da due ore a 45 minuti e tra Reggio e Salerno si può guadagnare un’ora anche senza nuovi interventi infrastrutturali. E sarebbe importante, poi, sempre per l’isolamento siciliano, che è soprattutto isolamento “interno”, tra provincie sicule e sicane, completare il potenziamento della ferrovia Messina-Palermo, i cui lavori vanno a singhiozzo da 40 anni e il cui progetto nel frattempo è invecchiato sotto molti profili. Così come è nata vecchia la cosiddetta AV/AC Palermo-Catania attualmente in fase di flemmatica costruzione, il cui obiettivo finale è, pensi un po’, collegare le due città (200 Km) “in due ore” alla media di 100 Km/. Queste prestazioni tra Roma e Napoli erano state già raggiunte 100 anni fa con la nuova ferrovia Direttissima progettata e finanziata ai tempi di Giolitti (e negli stessi anni del terremoto-tsunami di Messina). Con una vera linea AV Palermo e Catania sarebbero collegate in un’ora e il sistema ferroviario siciliano potrebbe, a questo punto, davvero svoltare. Perché questo vorrebbe dire andare in due ore da Palermo a Siracusa o da Catania a Trapani e con il ponte. E allora sì che i siciliani lascerebbero a casa l’auto. E allora sì che servirebbe magari anche il ponte per andare in due ore da Palermo a Reggio e in tre a Catanzaro e Cosenza. Invece, in questo quadro desolante il ponte servirebbe solo ai messinesi per andare in auto al centro commerciale a Reggio e viceversa.

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  5. stefano scolaro 1 Aprile 2023 21:28

    Mi fa pensare come il Cnr abbia con sé persone che esprimono un parere di questo tipo: lui sa che a noi non serve, parla di risistemazione traghetti.. Ma che è un cassetto che si risistema? Purtroppo l’invidia di quello che potrebbe diventare il bacino Messina Reggio inizia a farsi sentire.

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  6. siete messinesi non c’è niente da fare

    buddaci

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  7. Opposizione della solita Italietta da proloco o di condominio, concentrata unicamente su problemi del proprio ristretto panorama di quartiere.
    Il valore solo simbolico dell’opera supera di gran lunga qualsiasi altra valutazione economica, paesaggistica, faunistica e dei rischi, se minimamente si spera ancora che il sud abbia una prospettiva di ripresa e crescita.
    Con tutti questi dubbi e riserve, nel 1836 non sarebbe stata costruita la ferrovia Napoli- Portici e nel 1964 l’autostrada del sole.
    Questa sarebbe l’ottava realtà economica a livello mondiale? Una realtà che è ferma allo zero virgola nella sua crescita da almeno due decenni e i miliardi preferisce dissiparli in sussidi e bonus piuttosto che in infrastrutture che creano lavoro e futuro.

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  8. giuliano masola 2 Aprile 2023 09:42

    Come ha detto qualcuno, i ponti si vedono e i tunnel no, Nella mia città c’è un costoso ponte inutilizzato, che ha comportato anche danni, restringendo l’alveo del fiume incrementando il rischio esondazioni. Oltre a ciò, conosco bene lo Stretto, visto che ci vado in vacanza da decenni. Il fatto è che questi governanti vogliono lasciare il segno, fregandosene, con nel ventennio, di tutto e di tutti (ad eccezione dei loro “clientes”. Prima di pensare al ponte sarebbe bene pensare alle ferrovie, che sia in Calabria che in Sicilia hanno bisogno di interventi strutturali, Attraversare il ponte, ci si metterebbe poco, ma per il resto tempi biblici. Una domanda di fondo: chi si beccherebbe la “percentuale”?

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  9. Il Sig. Tozzi non è iscritto all’Albo dei Geologi e sa che nessuno lo sanzionerà. Nella sua ultima sparata rasenta quanto meno il procurato allarme. Infine, i maggiori studi di ingegneria mondiale hanno certificato il Ponte e gli esperti in questione hanno sicuramente più competenza del sig. Tozzi e anche del sottoscritto.

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  10. Il ponte serve alle imprese e ai politici, entrambe le categorie vogliono dividere la torta.
    Tutto il resto è fuffa.

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  11. Intervento demenziale. Cosa significa adeguare antisismicamente lo stretto? Vuole spostare la faglia un po’ più in là? Un ponte non si fa perché c’è qualche insetto che vive là e lo distribuiamo? E gli uccelli poverini non possono più vedere lo stesso panorama e ne sarebbero turbati? Andiamo avanti! Unica osservazione, se non passa anche la ferrovia e se non si risistemano le ferrovie di Calabria e Sicilia, il ponte serve a poco. Farsi in auto tutta l’Italia non è una cosa da poco, l’ho fatto una volta e non lo rifarei.

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    1. Lucilio Cogato 2 Aprile 2023 18:40

      Intendeva dire adeguare il patrimonio edilizio esistente nei territori a cavallo dello stretto. Suvvia, vediamo di fare a capirci.

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      1. Certo è bene capirsi. Adesso ho capito, prima no, ma non ero il solo: dai commenti ho visto che nessuno era in grado di capire quella frase, perché era priva di senso. Concordo sull’edilizia. Mi pare importantissimo anche il passaggio della ferrovia altrimenti il ponte perde il 60-70% della sua utilità. Lasciamo perdere uccelli, invertebrati, pesci e molluschi, altrimenti trasformiamo un tema serio in una barzelletta per bambini ritardati: suppongo che in quelle zone gli scarichi di fogne e rifiuti a mare diano molto più fastidio alla fauna marina di quanto possa dare l’ombra di un ponte, e gli uccelli che fanno centinaia di chilometri non avranno problemi a spostarsi di qualche centinaio di metri per volare sotto, sopra o di fianco al ponte. Per gli uccelli particolarmente scemi, che secondo qualcuno andrebbero a sbattere sul ponte, attaccheremo al ponte aquiloni a forma di falchi, come si fa con le coltivazioni: ti va bene questa geniale invenzione? Credo che l’impatto di un ponte sul territorio sia una cosa ridicola rispetto a quello di un’autostrada o di una ferrovia: qualcuno si è strappato i capelli e ha detto tutte queste scemenze quando hanno fatto nella stessa zona ferrovia e autostrada? In altre parole chi parla al pubblico dovrebbe cercare di non rendersi ridicolo: se sa dice cose serie, se non sa sta zitto. Certo che se uno ha la casa al mare dove sorgerà il ponte racconterà un sacco di balle pur di non farsela espropriare. E’ questo il vero problema?

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  12. Ognuno ha diritto di dire la sua, ma io continuo a non comprendere perchè il ” Rischio Sismico ” , con il Ponte che resiste a scossa del 7,1 della scala Richter ( paragonabile a quello che distrusse Messina e Reggio Calabria nel 1908), valga appunto solo per il Ponte e non lo si considera per i centri abitati, oggi ancora più affollati, delle due coste. Che esistano scosse sismiche che scelgono cosa distruggere? Se mai, e speriamo proprio mai, ci dovesse essere una nuova scossa di quel livello io mi preoccuperei esclusivamente delle persone che vivono lungo le due coste.

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  13. Il dottor Tozzi, se è laureato in geologia, non dovrebbe dare giudizi su questioni di natura ingegneristica sulle quali non ha alcuna competenza.
    Per quanto riguarda gli aspetti estetici il suo parere vale quanto quello di chiunque altro. Un collegamento stabile tra la Sicilia ed il continente consentirebbe di togliere la Sicilia dall’attuale isolamento che non contribuisce certo al suo sviluppo economico.
    Adeguare antisismicamente lo stretto è un’affermazione priva di senso comune, in quanto la sismicità di un’area non può essere corretta da interventi umani.
    Non capisco come possa far parte del Cnr.

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  14. Adeguare antisismicamente lo stretto…che?

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  15. Salve, cari signori ognuno ha diritto di dire la sua, ma io credo che, stando alla storia, hanno ragione i geologi del Cnr. Poi se ci guardiamo indietro andiamo a scoprire quanto danno abbiamo creato viaggiando su gomma, e con il cemento, secondo me meglio lasciare stare quello Dio creò, e fare come abbiamo fatto ad oggi, tutto il resto è per far fare soldi sempre ai soliti a spese della comunità e del creato,,.. ascoltate uno che ama vivere e fare vivere, grazie grazie, mi potete insultare.

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  16. Ma tu geologo che ne sai di ingegneria e di politica economica, vai a fare i documentari sui vulcani che sei bravo lì.

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  17. Mario Tozzi è contrario al ponte come contrari al ponte sono gli imprenditori che col traghettamento privato si sono arricchiti facendo pagare ai messinesi cifre esorbitanti senza tener conto della residenza di tali cittadini. Quindi un filo comune che lega Mario Tozzi e l’imprenditoria privata. Secondo me Mario Tozzi si doveva astenere da ogni giudizio considerato divisivo visto anche che la maggioranza silenziosa dei messinesi è favorevole al ponte e che i maggiori tecnici nazionali e internazionali sono favorevoli alla costruzione. Perché Mario Tozzi ha avuto la premura di infilarsi in questa diatriba contemporaneamente al gruppo no ponte, anche esso in linea con l’imprenditoria privata che fa affari d’oro?

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  18. vinc ricciardi 3 Aprile 2023 14:16

    può aver usato qualche termine impreciso, ma nel merito ha assolutamente ragione

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