Ricorso inammissibile e addebito delle spese legali
Il ricorso è “inammissibile” con “termini del tutto evanescenti e ipotetici”. Il Tribunale di Roma ha condannato i 104 ricorrenti, rappresentati dagli avvocati Aurora Notarianni e Giuseppe Vitarelli, al pagamento delle spese legali per 238mila euro, oltre oneri di legge (iva e cassa forense, che potrebbero ammontare ad altri 100mila euro). Sentenza contro la quale verrà proposto un nuovo ricorso.
La richiesta era “la cessazione immediata da parte della società Stretto di Messina… di ogni attività tendente all’approvazione del progetto definitivo ed esecutivo” del Ponte sullo Stretto.
Tra i nomi dei 104 ricorrenti ci sono quelli di attivisti di associazioni ambientaliste, comitati no ponte e rappresentanti politici: l’ex assessore Daniele Ialacqua, i 5 Stelle Valentina Zafarana, Pippo Fusco e Giuseppe Antoci, l’ex deputata del Pd Maria Flavia Timbro.
La Stretto di Messina era invece rappresentata dai professori Guido Alpa e Fabio Cintioli, mentre altri 139 cittadini (rappresentati dagli avvocati Fernando Rizzo, Andrea Vadalà e Gianni Toscano) erano intervenuti a sostegno della società.
Restano in piedi altri due ricorsi: uno presentato da Legambiente, Lipu e Wwf Italia, l’altro dal Comune di Villa San Giovanni e la Città Metropolitana di Reggio Calabria.
:Condannati ” sembra un termine un pò troppo forte.
Come giusto che sia dovranno pagarsi le spese legali per un azione prettamente ideologica, basata sul nulla e che sin dall’inizio non poteva che portare ad un epilogo simile.
Finché ci si opporrà al Ponte con Ideologia , propaganda e fake news,finché non si controbatterà con modelli alternativi , attuabili e concreti , beh fino ad allora non ci sarà nulla su cui dibattere.
Questo dimostra quanto tutti questi signori ricorrenti ,e quali partiti, sognino lo sviluppo di questo paese,fate tutto quello che volete,ma non nel mio orticello.
AH..AH..AH..FATEVENE UNA RAGIONE!!
la solita sentenza politica dettata dalle “toghe rosse”, ancora una volta un paio di giudici comunisti, cantando Bandiera Rossa in russo, cercano di sovvertire la volontà popolare!
Ma noi non ci faremo intimidire!
Con questo provvedimento
a questi incauti soggetti il
Ponte gli risulterà ancora più
indigesto
Gli sta bene, così la prossima volta prima di fare ricorsi a “muzzo” ci pensano due volte. Spero gli facciano pagare tutte le spese fino all’ultimo centesimo
Questa è una bellissima notizia, chissà se al pagamento delle spese processuali concorrera’ pure il tibetano, e la signora ambientalista con qualche esponente del PD.
Mi dispiace tanto sentire tutti questi commenti compiaciuti della sconfitta giudiziaria di queste persone. Al di là della correttezza o meno del ricorso sul piano tecnico-giuridico, questi sono cittadini che ci hanno messo la faccia, e sono pochissimi rispetto a tutti i nopontisti che conta la città di Messina. Ed adesso ci rimetteranno anche di tasca. Propongo a quei tanti, tantissimi che sostengono la causa di contribuire per alleggerire a queste persone il peso delle spese legali che dovranno affrontare. Un pò ciascuno non fa male a nessuno