Ponte sullo Stretto, Basile: "Messina deve essere ascoltata"

Ponte sullo Stretto, Basile: “Messina deve essere ascoltata”

Marco Olivieri

Ponte sullo Stretto, Basile: “Messina deve essere ascoltata”

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giovedì 29 Agosto 2024 - 19:40

Nella relazione del secondo anno d'attività, il sindaco esprime perplessità sull'operazione:"Farò sentire la voce dei messinesi"

MESSINA – “Le scelte strategiche del ponte sullo Stretto non vedono un coinvolgimento della città di Messina. E tutto questo è inaccettabile. Io ho il dovere istituzionale di alzare la voce dei messinesi che non possono essere lasciati soli. La città non subirà una riprogettazione della vita sociale ed economica fatta in funzione di un’opera che, per quanto utile, sarà cosi invasiva in fase di cantieristica, specialmente, da mutarne totalmente gli equilibri”. Tutti i dubbi del sindaco di Messina Federico Basile sul ponte sullo Stretto. Riserve messe nero su bianco nella relazione del secondo anno d’attività amministrativa ora oggetto di confronto in Consiglio comunale.

Il ponte e il silenzio su Messina

Il primo cittadino mette in rilievo i tanti punti interrogativi che investono gli espropriandi e poi scrive: “Nonostante, dopo l’approvazione della legge di bilancio statale, il ministero abbia chiesto l’indicazione di un tecnico per la costituzione di un tavolo permanente con le regioni e lo stesso ministero, nulla più ci è dato sapere su scelte strategiche importantissime per il Comune di Messina. Questo non può essere accettato. Si è trattato dell’unico momento in cui sembrava che Messina potesse avere un ruolo, poi il silenzio. Ringrazio la società Stretto di Messina per la disponibilità ma la città non si sente sicura di essere ascoltata”.

“Ecco su cosa coinvolgere la comunità di Messina in relazione al ponte”

Sottolinea il sindaco: “Sulla realizzabilità del ponte si deve eseguire un esercizio di razionale analisi sulle competenze di chi lo progetterà. Se il ponte sia fattibile o meno lo decideranno i tecnici che lo progetteranno e che esamineranno gli aspetti sismici e tecnici in generale. Invece, i temi sui quali è necessario coinvolgere il Comune di Messina, e la sua comunità, sono i seguenti:

  1. I tempi di progettazione e realizzazione. Ancorché ci si voglia fidare dai tempi dettati dal ministro Salvini, Messina è a dir poco scottata dal passato recente, e poco recente, della storia del ponte. Attendere che il ponte si realizzi, nella indeterminatezza della reale pianificazione di contorno, non può bloccare Messina per altri 20 anni. Questo non accadrà perché Messina si farà sentire.
    2 Gli espropri. Già con la legge di bilancio si sono riapposti i vincoli preordinati agli espropri, ma senza specificare su quale progetto e su quali aree. Quindi il Comune di Messina ha dovuto, da
    una parte, riopporre dei vincoli sulle vecchie aree di progetto e, dall’altra, non poteva non autorizzare opere su aree che, alla data odierna e senza un nuovo progetto, non possono essere vincolate. Non è da escludere che si siano, nel frattempo, autorizzate opere e manufatti su aree che, tra qualche anno saranno espropriate dal nuovo progetto del ponte. Il Comune di Messina ha chiesto ufficialmente se le aree sulle quale riapporre i vincoli siano quelle del vecchio progetto ma non ha avuto risposta dal ministero. I tempi degli espropri (lo scorso luglio l‘aggiornamento degli elenchi, n.d.r.) non risultano essere certi né a conoscenza delle persone che dovranno trovare altre abitazioni. E che, ad oggi, non dispongono di risorse per l’acquisto (ci sarà una corsa alla casa), avendo in molti casi un mutuo da pagare. Chi verrà espropriato per primo, chi dopo e quando?
    3 Le opere a terra. Da una prima disamina di atti tecnico-amministrativi e dalle risultanze del tavolo tecnico permanente costituito da tutti gli stakeholder operanti in città (ordini professionali, associazioni di categoria, sindacati, ecc.), si rilevano molte lacune soprattutto per quelle che sono le cosiddette “opere a terra”. Non è assolutamente pensabile una “non pianificazione” generale di quanto sarà fatto a Messina. È evidente che l’opera stravolgerà completamente l’assetto generale e che pertanto necessita di un’attenta valutazione pianificatoria e di un totale coinvolgimento della città. Messina deve necessariamente essere coinvolta nella scelta delle opere a terra perché la nostra pianificazione non può attendere che quella del ponte si rediga e si attui mentre Messina deve bloccare la propria scelta di futuro. Scelta sulla quale sta scommettendo in tema di turismo, ambiente, sviluppo commerciale e viario. La propria scelta sulla mobilità, anche sostenibile e dolce, deve poter essere perfettamente compatibile con le scelte che il ponte farà per le proprie opere di raccordo con autostrade e ferrovie.
    4 Le opere compensative complementari. Messina deve decidere quali opere complementari
    compensative il ponte prevedrà con le relative risorse. Nessuno oltre Messina può decidere per
    Messina. Un territorio depredato da decenni, che oggi vede ettari ed ettari da bonificare dopo
    che chiunque vi abbia installato reti ed impianti. Messina oggi deve poter decidere come rivitalizzare il proprio territorio in relazione alle aree naturali protette, quelle commercialmente produttive, quelle turistiche e quelle residenziali.
    Insomma, Messina deve decidere per Messina. Messina non può più attendere il ponte per pianificare e realizzare il proprio futuro. Non può sospendere il progetto Messina, che certamente si realizzerà, per il progetto del ponte. Progetto per il quale si prospettano tempi non coerenti con quanto Messina ha pianificato, e sta realizzando, con la moltitudine di fondi extrabilancio che è riuscita a ottenere.
    5 La linea di costa, Capo Peloro. Come verrà modificata la linea di costa della spiaggià definita tra
    le più belle d’italia? Ogni planimetria mostra una semplice sovrapposizione delle opere (ponte compreso) sull’attuale conformazione. Sappiamo tutti che non è possibile, sappiamo tutti che Capo Peloro è un cordone litoraneo e che i laghi vivono in un equlibrio molto precario. Come si modificherà la linea di costa dopo 5 o 10 anni dalla realizzazione del pilone e delle opere a protezione della costa? Come muterà una costa che cambia a ogni mareggiata? I fondali, lo Stretto, come si modificheranno? Il progetto non lo dice ancora.
    6 L’impatto ambientale. Il progetto dovrà essere sottoposto ad una nuova procedura di verifica sugli impatti. Ma quale progetto? Chiedo di sapere come verranno fatte le verifiche di ottemperanza alle prescrizioni dato che non ci sarà un unico progetto ma tanti progetti per ogni cantiere. Chi li seguirà e con che strutture? Su questo il sindaco di Messina, anzi la città di Messina, non può avere alcun preconcetto ma vuole, e dovrà, essere attore principe nella scelta delle opere mitigatrici e di quelle compensatrici, delle fasi di cantieristica e di tutti quegli aspetti che riguardano il proprio territorio. Le opere più importanti sul lato siciliano del ponte riguardano un territorio troppo importante da un punto di vista ambientale per non avere preoccupazioni sugli impatti e sulle incidenze che, comunque, si avranno dalla realizzazione e dalla gestione del ponte sullo stretto. Messina chiede una cabina di regia per il monitoraggio costante, già da oggi, che possa registrare le esigenze sociali e ambientali del territorio in relazione alla realizzazione del ponte. Fiducioso che tutti gli aspetti verranno affrontati per avere impatti, comunque significativi, ma certamente compatibili con il territorio, chiedo che Messina possa dire la propria e che si comunichi con i messinesi su quanto accadrà nel territorio. La riserva di Capo Peloro, le aree Zps (Zone a protezione speciale), con tutto quello che comprendono, dovranno convivere con impatti certamente rilevanti. Si faccia in modo che il prezzo da pagare abbia ricadute ambientali ben pianificate e compatibili con lo sviluppo delle aree e questo può accadere solo se Messina potrà avere la possibilità di far sentire la propria voce.
    Chiedo espressamente che sia valutato l’impatto non solo nelle aree di cantiere ma quello complessivo sulla città, con effetto cumulo per ogni cantiere e nella somma dei cantieri. E che si calcoli analiticamente fin dove arrivano gli impatti e le incidenze al di la delle singole aree di cantiere. In definitiva, serve una valutazione ambientale strategica per Messina città.
    7 La ricaduta occupazionale. Messina pagherà un prezzo per la realizzazione del ponte che deve essere compensato dalle certe ricadute occupazionali. E, per tali motivazioni, deve essere attrice nella fase decisiva delle politiche occupazionali che deriveranno dalla realizzazione, e gestione, del ponte.
    8 Lo sviluppo diretto e indiretto. Il ponte muterà il concetto di trasporto marittimo, gommato e ferroviario del territorio messinese. Di conseguenza, Messina non può non proporre le proprie necessità per compensare gli squilibri che il ponte genererà sia in fase realizzativa, sia in fase gestionale, sia in termini occupazionali e di logistica.
    9 La governance. Messina non risulta essere inserita nella governance della società che gestirà la progettazione e la realizzazione del ponte. Ma, per monitorare i primi quattro punti di questo elenco, non può non essere inserita, anche come socio di minoranza, come uditore dei Cda o con qualsiasi forma di rappresentanza politica e tecnica, nei vari comitati tecnico-scientifici che si stanno predisponendo.
    10 Il cantiere. Risulta necessario avere la massima chiarezza su come si svilupperà l’attività per evitare di paralizzare il sistema della mobilità già in sofferenza. E soprattutto sarà necessario
    garantire un “normale” funzionamento della città (scuole, uffici, ospedali, ecc.).
    Per tutto questo, e per quanto ci si riservi di approfondire, Messina non può, e non deve, essere esclusa dalla governance del Ponte per ogni fase, già da adesso, e sino alle fasi gestionali.
    Questo è quello che chiede il Comune di Messina e questo verrà perseguito in ogni sede Istituzionale che rappresentati fasi pianificatorie e realizzative del Ponte sullo Stretto dI… Messina”.

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4 commenti

  1. Non ascolteranno nessuno. Messina non avrà alcuna voce in capitolo. Tutto calerà dall’alto, come molti credono che il ponte calerà dall’alto, posandosi senza alcuna devastazione. Sarà uno scempio cui assisteremo passivamente per venti anni e più mormorando da bravi buddaci “calati juncu Ca passa la china”

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  2. Belle parole!!

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  3. Cittadino sconvolto 30 Agosto 2024 08:56

    ….il prezzo che pagheremo tutti e’ che questa amministrazione (a sua volta figlia della precedente che ha mandato ” a quel Paese…..” l’ex ministro dell’ interno)… e’, completamente, scollegata e “ghettizzata” dalla politica nazionale e regionale ( vedasi il caso degli ultimi fondi assegnati a Messina e la destinazione degli stessi 1,6 mld di cui 1,1 mld eur per le opere propedeutiche al ponte….). L’ arroganza mostrata da qualche esponente Maximo verso la classe politica nazionale e regionale ha creato questo “Danno”….. Il dialogo sarebbe stato più costruttivo… questo problema lo hanno ben inteso tutti coloro che, una volta eletti in un certo movimento politico locale,sia a livello nazionale che regionale ( ma anche locale)…si sono “accasati politicamente” altrove.. in attesa dell’ “apocalisse politica”…..La cosa triste è il prezzo che dovrà pagare,nel frattempo,il. ” Messinese”…. pazienza

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  4. Lo dico da già Consigliere Comunale e da ex componente commissione ponte. Le scelte strategiche, in merito al ponte sullo Stretto, vanno concertante e devono coinvolgere il Sindaco della città di Messina Federico Basile, ne ha il diritto e dovere istituzionale. Cordialità

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