Il sindaco, nella relazione annuale, chiede il coinvolgimento della città e chiarezza su tempi, impatto ambientale, occupazione e opere compensative
MESSINA – Il sindaco Federico Basile lo ribadisce: “Attendere che il ponte sullo Stretto si realizzi nella indeterminatezza della reale pianificazione di contorno non può bloccare Messina per altri 20 anni. Questo non accadrà perché Messina si farà sentire”. Il ponte è un’opera che non va subita dalla città, ribadisce il primo cittadino nella sua prima relazione annuale luglio 2002-giugno 2023, deliberata dalla Giunta il 29 agosto. Per Basile, “Messina non può, e non deve, essere esclusa dalla governance del Ponte per ogni fase, già da adesso, e sino alle fasi gestionali. Questo è quello che chiede il Comune e che verrà perseguito in ogni sede istituzionale”.
A Basile, “che personalmente si è sempre manifestato favorevole a un collegamento stabile sullo stretto di Messina, preme rappresentare alcuni aspetti che, sono sicuro, il governo provvederà a inserire nella legge di conversione del decreto legge 35/2023”. Di conseguenza, “al netto delle polemiche sulle coperture finanziarie ancora da reperire, e il diffuso scetticismo che avvolge il ponte per i decenni sui quali si sono spesi fiumi di atti documentali e diversi milioni in progettazioni”, Messina deve essere “padrona del proprio destino”.
Spiega Basile nella relazione: “Nonostante, dopo l’approvazione della legge di bilancio statale, il ministero abbia chiesto l’indicazione di un tecnico per la costituzione di un tavolo permanente con le regioni e lo stesso ministero, nulla più ci è dato sapere su scelte strategiche importantissime per il Comune di Messina; questo non può essere accettato. Sulla realizzabilità del ponte si deve eseguire un esercizio di razionale analisi sulle competenze di chi lo progetterà. Se il ponte sia fattibile o meno, lo decideranno i tecnici che lo progetteranno e che esamineranno gli aspetti sismici e tecnici”.
Ecco quali sono i temi sui quali “è necessario coinvolgere il Comune di Messina, e la sua comunità”: prima di tutto “i tempi di progettazione e gli espropri. Già con la legge di bilancio si sono riapposti i vincoli preordinati agli espropri, ma senza specificare su quale progetto e su quali aree. Quindi il Comune di Messina ha dovuto, da una parte, riapporre dei vincoli sulle vecchie aree di progetto e, dall’altra, non poteva non autorizzare opere su aree che, alla data odierna e senza un nuovo progetto, non possono essere vincolate. Non è da escludere che si siano, nel frattempo, autorizzate opere e manufatti su aree che, tra qualche anno, saranno espropriate dal nuovo progetto del ponte. Il Comune di Messina ha chiesto ufficialmente se le aree sulle quali riapporre i vincoli siano quelle del vecchio progetto ma non ha avuto risposta dal ministero”.
“Messina deve essere coinvolta nella scelta delle opere a terra e deve decidere le opere compensative”
Continua il sindaco: “Messina deve necessariamente essere coinvolta nella scelta delle opere a terra perché la nostra pianificazione non può attendere che quella del ponte si rediga e si attui mentre Messina deve bloccare la propria scelta di futuro. Scelta di futuro sulla quale sta scommettendo in tema di turismo, ambiente, sviluppo commerciale e viario. La propria scelta sulla mobilità, anche sostenibile e dolce, deve poter essere perfettamente compatibile con le scelte legate al ponte in tema di opere di raccordo con autostrade e ferrovie”.
E, sulle “opere compensative, Messina deve decidere quali prevedere con le relative risorse: nessuno oltre Messina può decidere per Messina. Un territorio depredato da decenni che oggi vede ettari ed ettari da bonificare dopo che chiunque vi abbia installato reti e impianti e ha poi lasciato lì il rifiuto produttivo. Messina oggi deve poter decidere come rivitalizzare il proprio territorio in relazione alle aree naturali protette, quelle commercialmente produttive, quelle turistiche e quelle residenziali. Messina deve decidere per Messina. Messina non può più attendere il ponte per pianificare e realizzare il proprio futuro. Né può sospendere il progetto Messina, che certamente si realizzerà, per il progetto del ponte per il quale si prospettano tempi non coerenti con quanto Messina ha pianificato, e sta realizzando, e con la moltitudine di fondi extrabilancio che è riuscita ad ottenere”.
“Una nuova procedura di verifica dell’impatto ambientale”
Basile interviene pure sul tema dell’impatto ambientale: “Il progetto dovrà essere sottoposto a una nuova procedura di verifica. Su questo il sindaco di Messina non può avere alcun preconcetto ma vuole, e dovrà, essere attore principe nella scelta delle opere mitigatrici e di quelle compensatrici, delle fasi di cantieristica e di tutti quegli aspetti che riguardano il proprio territorio. Le opere più importanti sul lato siciliano del ponte riguardano un territorio troppo importante da un punto di vista ambientale per non avere preoccupazioni sugli impatti e sulle incidenze che, comunque, si avranno dalla realizzazione e dalla gestione del ponte sullo stretto. Messina chiede una cabina di regia per il monitoraggio costante, già da oggi, che possa registrare le esigenze sociali e ambientali del territorio in relazione alla realizzazione del ponte”.
“Messina deve fare sentire la propria voce”
Insiste il sindaco: “Siamo certi che tutti gli aspetti verranno affrontati per avere impatti, comunque significativi, ma compatibili con i territori, e si chiede che Messina possa dire la sua e possa comunicare con i messinesi su quanto accade nel proprio territorio. La riserva di Capo Peloro, le aree Zps (Zona di protezione speciale), con tutto quello che comprendono, dovranno convivere con impatti certamente rilevanti. Si faccia in modo che il prezzo da pagare abbia ricadute ambientali ben pianificate e compatibili con lo sviluppo delle aree. E questo potrà accadere solo se Messina avrà la possibilità di far sentire la propria voce”.
“Dall’occupazione al trasporto, la città deve avere voce in capitolo”
Riguardo alla ricaduta occupazionale, “Messina pagherà un prezzo per la realizzazione del ponte che deve essere compensato dalle certe ricadute occupazionali e per tali motivazioni deve essere attrice nella fase decisiva delle politiche occupazionali che deriveranno dalla realizzazione, e gestione, del ponte. Quest’ultimo muterà pure il concetto di trasporto marittimo, gommato e ferroviario del territorio messinese e per tale motivazione Messina non può non proporre le proprie necessità per compensare gli squilibri che il ponte genererà, sia in fase realizzativa che in fase gestionale”.
Ultima nota dolente: “Messina non risulta essere inserita nella governance della società che gestirà la progettazione e la realizzazione del ponte”. Ma a questo, secondo il sindaco, si può rimediare. “Anche come socio di minoranza, come uditore dei Cda, o con qualsiasi forma di rappresentanza politica e tecnica nei vari comitati tecnico-scientifici che si stanno predisponendo”, la voce della città e le sue istanze devono trovare uno spazio adeguato.
messina non è in grado di partecipare neanche alla gestione di un ponte di plastica
Non saranno 20 anni. Molti di piu. La concessionaria ha avuto assegnati dal DL 30 anni di vita. Già questo significa qualcosa
Sindaco,ha già troppe cose di cui occuparsi a Messina……..lasci stare il Ponte che è MEGLIO 😤.😖!!!!Non sia mai che ci ritrovassimo pieni di cordoli pure lì 😂!!!!!
no PONTE e bastaaaaaaaaaaaaaaa….