Ponte sullo Stretto. Costi, altezza, cavi, faglie: tutte le risposte della società

Ponte sullo Stretto. Costi, altezza, cavi, faglie: tutte le risposte della società

Redazione

Ponte sullo Stretto. Costi, altezza, cavi, faglie: tutte le risposte della società

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giovedì 23 Gennaio 2025 - 07:30

La Stretto di Messina replica alle osservazioni sul progetto

Costi, altezza, cavi, aspetti sismici e ricorsi. La società Stretto di Messina risponde alle osservazioni sul progetto circolate nuovamente negli ultimi giorni.

Costi

Ecco la risposta: “La Stretto di Messina dal 1981 a tutt’oggi ha svolto investimenti pari circa 300 milioni, come risulta dal bilancio societario del 2023, per la ricerca, gli studi di fattibilità sulle 3 soluzioni di attraversamento, lo sviluppo e la verifica delle tre fasi di progettazione (di Massima, Preliminare e Definitiva), l’esperimento di quattro gare internazionali nonché le attività per il riavvio del 2023. Un importo assolutamente in linea con parametri internazionali nonostante il ponte sia un’Opera con caratteristiche eccezionali”.

Le 68 prescrizioni del Comitato Scientifico

“Ad esito dell’attività collegiale di studio e analisi per ciascuna disciplina contenuta nella Relazione del progettista riguardante l’aggiornamento del progetto del ponte sullo Stretto di Messina, il Comitato Scientifico ha rilasciato all’unanimità parere favorevole. Le 68 osservazioni, che in parte riprendono quelle del precedente Comitato Scientifico, non sono da intendersi in contraddizione con l’espressione di un parere positivo, ma riguardano aspetti da approfondire in sede di progettazione esecutiva, legati all’evoluzione delle conoscenze tecniche e dei materiali e all’evoluzione normativa in tutti gli ambiti di interesse. Il ponte è uno dei progetti più studiati al mondo con un patrimonio di dati formidabile e la ricerca continuerà fino all’apertura dei cantieri e durante tutta la fase realizzativa dell’opera”.

Franco navigabile

“Il ponte sullo Stretto di Messina è alto 72 metri sul livello del mare per un corridoio di larghezza pari a 600 metri e raggiunge i 70 metri con pieno carico delle corsie stradali e due treni passeggeri in contemporanea. Questa altezza è il cosiddetto franco navigabile che è stato misurato in condizioni estreme di temperatura. Non ci saranno effetti sul traffico navale, perché l’altezza del ponte sullo Stretto di Messina risponde alle norme internazionali”.

“In particolare, nell’ambito del Coordinamento del Tavolo Tecnico per la sicurezza della navigazione nello Stretto di Messina, è stato confermato che: “Il tema del franco navigabile del ponte è stato ampiamente analizzato attraverso un approfondito esame del traffico degli ultimi anni nello Stretto di Messina, suddiviso per le diverse imbarcazioni. Nessuna nave in transito nel 2023 sarebbe stata impossibilitata a passare con il ponte”. Le grandi navi portacontainer che attraversano il Mediterraneo provenienti dal Canale di Suez transitano sotto il Ponte Al Salam, il cui franco navigabile è di 70 metri, in linea con quello previsto per il ponte sullo Stretto di Messina. La stessa considerazione è valida per le navi che, arrivando dal Mar Nero passano sotto i ponti costruiti sul Bosforo. Inoltre, riducendo il traffico dei traghetti che attraversano lo Stretto si avrà una maggiore facilità e sicurezza di attraversamento in direzione sud-nord”.

Il sistema di sospensione e i cavi

“Esistono molti ponti sospesi con 4 cavi. I ponti newyorchesi George Washington, Verrazzano, il ponte 25 de Abril sul Tago in Portogallo sono equipaggiati con 4 cavi e sono in esercizio da molti decenni. La distribuzione dei carichi su ogni singolo cavo è stata ampiamente valutata.  Le “prove di tenuta” sono in realtà prove di fatica da sfregamento utili unicamente a definire dettagli progettuali, non la tenuta. Una nuova proposta del progettista, relativa alla sella di alloggiamento dei cavi, le ha rese inutili. L’eventuale adozione di nuovi acciai non comporta assolutamente il rifacimento del progetto “da capo”, ma valutazioni in sede di progettazione esecutiva. La metallurgia ha reso disponibili nuovi acciai che sono già stati utilizzati con successo su alcuni ponti sospesi, tra i quali l’attuale ponte record del mondo, Canakkale in Turchia, che ha lo stesso progettista del ponte di Messina (Cowi)”.

Esecutivo per fasi

“L’iter di progettazione di grandi opere prevede varie fasi che identificano un approfondimento crescente della progettazione. La progettazione esecutiva è la fase nella quale si determinano i dettagli costruttivi e viene svolta quando la fattibilità di un’opera è già stata accertata”. 

“La fattibilità tecnica del ponte sullo Stretto di Messina è stata già accertata con il progetto di fattibilità, confermata con il progetto preliminare e con il progetto definitivo e non è mai stata messa in discussione. E’ stata comprovata da anni di ricerche e prove con il coinvolgimento di primari istituti scientifici e dei massimi esperti che hanno realizzato i maggiori ponti sospesi in tutto il mondo”.

“L’adozione della progettazione esecutiva sviluppata per fasi costruttive è in linea con le migliori pratiche internazionali e, al contrario dei timori espressi, ha l’obiettivo di ottimizzare la costruzione dell’opera, contenendo tempi e costi”.

Rapporti con Ingv

“Per quanto concerne l’Ingv si sottolinea che non esiste alcun dettato normativo che preveda una “validazione” da parte dell’Istituto. Al riguardo si ricorda che ricercatori dello stesso Istituto hanno collaborato con il Contraente Generale Eurolink sia nella fase di redazione del Progetto definitivo del 2011, sia nel recente aggiornamento. Tale recente aggiornamento è stato sviluppato da ricercatori Ingv non “a titolo personale” ma in attuazione di un accordo scientifico tra l’Ingv, il Dipartimento Scienze della Terra dell’Università la Sapienza di Roma e il Contraente generale Eurolink. In particolare, tali attività hanno riguardato la ulteriore definizione nel dettaglio del quadro geosismotettonico, non solo mediante analisi bibliografiche, ma anche mediante rilievi in sito, prospezioni geosismiche, sondaggi geognostici. Giova ricordare, come ha espressamente dichiarato Eurolink, anche a mezzo stampa, che l’accordo citato è stato firmato dal presidente dell’Ingv e pertanto l’Istituto non può dissociarsi dai contenuti emersi dalla ricerca svolta”.

Faglia di Cannitello

“I punti di contatto con il terreno del ponte sullo Stretto di Messina sulla base degli studi geosismotettonici eseguiti, sono stati individuati evitando il posizionamento su faglie attive. In particolare per quanto riguarda le faglie di Cannitello e di Pezzo presenti nel catalogo Ithaca, occorre precisare che l’Inventario delle Faglie Attive e Capaci in Italia (Catalogo Ithaca a cura di Ispra) è un prodotto di sintesi a carattere meramente bibliografico che, come specificato nell’avvertenza del catalogo stesso, “fornisce una prima indicazione sull’eventuale presenza di faglie attive e capaci in un determinato territorio, ma non può essere utilizzato per la loro caratterizzazione di dettaglio”. La stessa avvertenza rimanda per un maggiore approfondimento alle banche dati specifiche, in particolare, al Diss (Database of Individual Seismogenic Sources, Banca dati delle singole sorgenti sismogeniche) nel quale le faglie di Cannitello e Pezzo non sono censite, in quanto non in grado di generare terremoti“.

“Quindi il Catalogo Ithaca può rappresentare uno strumento conoscitivo per un approccio preliminare alla progettazione, ma non è strumento idoneo alla progettazione vera e propria che, come da raccomandazioni Ispra, deve essere preceduta da approfondimenti sul campo mediante indagini ed esami in sito, soprattutto per opere di una certa rilevanza. Ed è esattamente ciò che ha fatto Stretto di Messina, con studi geologici approfonditi in tutte le fasi progettuali, fino ai recenti ultimi aggiornamenti, compresi quelli effettuati in riscontro alle richieste della commissione Via, nel 2024”.

“Per quanto riguarda le cosiddette faglie Cannitello-Gioia Tauro e Pezzo (ID 37400 e 37401 del DataBase), va sottolineato che le stesse, come riportato da Ithaca, sono identificate da studi svolti nel 1983 e nel 1994, quindi molto datati, ampiamente superati dagli studi, ben più dettagliati, svolti per conto della Stretto di Messina durante la progettazione preliminare e definitiva, e recentemente aggiornati. In particolare i dati sulla presenza di queste (presunte) faglie sono stati superati dalle dettagliate campagne di indagini svolte successivamente, in fase di redazione del Progetto Definitivo (2011); campagne che hanno visto l’esecuzione di circa 400 indagini geologiche, geotecniche, sismiche oltre a rilevamenti puntuali”.

“In conclusione, per quanto sopra descritto e comunque riportato nei più recenti aggiornamenti progettuali, il posizionamento delle Fondazioni della torre lato Calabria su sistemi di faglie attive non è supportato da alcuna evidenza scientifica, così come già studiato ed escluso nei documenti del progetto del Ponte, dal preliminare ad oggi. Viene pertanto rispettato quanto richiesto dalle Linee guida per la gestione del territorio, in aree interessate da Faglie Attive e Capaci (Fac), del Dipartimento della protezione civile”.

Sisma e accelerazione

“Si premette che la definizione dell’azione sismica per il progetto del Ponte è stata oggetto di grandissima attenzione sin dalle fasi iniziali degli studi di progettazione, considerata la particolarità dello Stretto di Messina sotto il profilo delle problematiche geosismotettoniche”.

“Come noto l’energia liberata da un terremoto in un sito (magnitudo) è strettamente legata alle dimensioni delle strutture tettoniche (faglie) lì presenti e gli studi eseguiti per lo Stretto di Messina hanno concluso che le strutture sismogenetiche presenti possono dare luogo a eventi sismici di magnitudo non superiori a magnitudo 7,1 Richter”.

“Il Ponte sullo Stretto è stato pertanto progettato per resistere, con margine sicuro, al più forte sisma attendibile nell’area dello Stretto, cioè un evento simile al terremoto di Messina del 1908, classificato da studi pubblicati sulle riviste più autorevoli del settore, come un evento estremamente raro la cui probabilità di accadimento resterà molto bassa per svariati secoli (il periodo di ritorno è infatti stato determinato in 1500-2000 anni). Qualora il Ponte fosse investito da un terremoto così raro non subirebbe alcun danno, poiché le sue strutture sono state progettate per rimanere in campo elastico, mantenendo ulteriori margini di resistenza anche oltre la soglia prevista”. 

“Il progetto del Ponte sullo Stretto è redatto secondo criteri e parametri di resistenza sismica che sono definiti in relazione al ponte e più severi rispetto a quelli previsti dalla vigente Normativa per le Costruzioni del 2018 (Decreto Ministeriale 17 gennaio 2018, in breve Ntc18)”.

“Va immediatamente detto che i dati esposti relativamente alle accelerazioni massime al suolo (Pga, Peak Ground Acceleration, Picco di accelerazione al suolo) di eventi sismici recenti italiani, come pure l’affermazione che sono attese accelerazioni puntuali anche superiori, sono tutti aspetti ben noti nello stato dell’arte nazionale e internazionale, in larga parte connessi al progresso delle conoscenze e delle rilevazioni strumentali di eventi sismici che, in Italia come nel mondo, sono disponibili in misura sempre più ampia”.

“Le Ntc18 prevedono nella zona di Messina accelerazioni che vedono valori massimi di 0.42g. Il progetto del Ponte sullo Stretto è redatto con il valore di 0,58g e quindi significativamente superiore a quanto previsto dalle Ntc18. È necessario precisare che il parametro Pga non è assolutamente significativo dal punto di vista progettuale e ciò è ormai riconosciuto dalla comunità scientifica internazionale, tanto che nelle nuove normative europee in corso di definizione (aggiornamento eurocodici), tale valore non viene minimamente preso in considerazione”.

“Per valutare la sicurezza simica di un’opera occorre invece caratterizzare in modo approfondito il moto del suolo e a tale fine è necessario valutare come l’oscillazione del terreno avviene durante l’evento sismico e come la struttura, che pure ha sue caratteristiche di oscillazione, risponde al moto del suolo. Confrontando gli spettri di progetto delle Ntc18 e quelli dei “Fondamenti Progettuali” del Ponte, per un identico periodo di ritorno di 2000 anni, risulta che quelli per il progetto del ponte siano largamente superiori, e quindi più cautelativi, in tutta la zona di interesse”.

“Dall’analisi di dettaglio dello spettro di progetto risulta che la massima accelerazione raggiunge valori molto elevati e pari a 1,5 g per periodi di oscillazione tra 0,1 e 0,65 secondi, di minimo interesse per il Ponte; il Ponte invece risponde ai terremoti con oscillazioni di periodo molto maggiore (circa 3 secondi per le torri e 30 secondi per l’impalcato), ai quali corrispondono accelerazioni molto inferiori (circa 0,4g per le torri e 0,002g per l’impalcato). Da queste considerazioni si intuisce il motivo per il quale i fondamenti progettuali del ponte sono largamente cautelativi”.

“Gli studi svolti a seguito degli approfondimenti richiesti dalla Commissione Via nella fase istruttoria hanno inoltre permesso di svolgere una ulteriore valutazione scientifica rigorosa e aggiornata basata su modelli di sorgente regionali, nella quale si è tenuto esplicitamente conto della eventualità che lo Stretto di Messina possa essere in area epicentrale. I valori ottenuti con varie ipotesi e modelli sono sempre inferiori rispetto alle azioni sismiche di progetto, dimostrando che le corrispondenti scelte sono cautelative e restano tali anche alla luce delle conoscenze scientifiche più recenti”.

“Anche confrontando lo spettro del terremoto di progetto con lo spettro dei terremoti citati (L’Aquila, Amatrice), risulta che ai periodi significativi per il ponte i valori di accelerazione considerati nel progetto sono molto più cautelativi di quelli registrati. Infine, come previsto dalla Relazione del Progettista redatta secondo quanto previsto dalla Legge 26/5/2023 numero 58, nell’ambito dell’aggiornamento degli studi geosismotettonici previsti per il Progetto Esecutivo, lo studio già eseguito nel settembre 2024 per conto di Eurolink dall’Università degli Studi Federico II di Napoli ha confermato, sulla base delle attuali informazioni, la cautelatività dello spettro di progetto e della Pga di 0,58g adottati per il Ponte”.

“In altre parole, il Ponte sullo Stretto ha caratteristiche intrinseche ed è progettato con azioni sismiche e criteri che ne fanno una delle strutture sismicamente più sicure in Italia e nel mondo, sulla base del più moderno stato dell’arte tecnico scientifico internazionale”.

Computo metrico

“Il computo metrico è stato fatto per il progetto definitivo del 2011 ed è stato aggiornato nel 2023 e costituisce la base per la stima del costo di investimento per la realizzazione dell’opera in 13,5 miliardi“.

Tar Lazio e il ricorso di Comune di Villa San Giovanni e Città Metropolitana di Reggio Calabria

“La notizia sulla ammissibilità del ricorso è infondata. Diversamente da quanto ricostruito, l’avvocato incaricato dalle due amministrazioni ha rinunciato alla fase cautelare da lui stesso richiesta, con conseguente cancellazione dal ruolo della causa disposta dal presidente della sezione. Ciò che è avvenuto processualmente è la rinuncia alla fase cautelare del giudizio da parte dei ricorrenti. La rinuncia alla fase cautelare conferma l’assenza dei presupposti di urgenza per la richiesta di sospensione del parere Via”.

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Un commento

  1. Cogito Ergo Sum 23 Gennaio 2025 08:11

    Ma come mai, allora, nell’ testo dell’ accordo di collaborazione reso pubblico dal vs giornale, non compare la firma del responsabile del Consorzio per il Ponte?

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